Grazie Taras .
Nel quadro di Mattia Preti che ci proponi, "il tributo della moneta", mi pare che le due monete che Gesù indica (ma senza rivolgere loro lo sguardo), abbiano la giusta proporzione dei denarini imperiali e mi verrebbe da pensare che ciò non sia casuale, ma che l'artista abbia posto nel palmo della mano, proprio due denarini che forse possedeva...
... si lo ritengo probabile, del resto credo che nessun artista possa restare indifferente alla bellezza delle
monete antiche.
Sicuramente anche il sesterzio di Nerone raffigurato da Memling è ritratto dal
vero. Ringrazio Marco Emilio Lepido
per aver postato il quadro, è davvero un'opera straordinaria, se fossi appassionato di monetazione romana sicuramente lo sceglierei come nuovo avatar, ma il mio cuore è
per sempre in Magna Grecia
Concordo con te antvwala quando scrivi "
Eppure, stranamente, è un soggetto trascurato dall'arte pittorica che, per lo più, ritrae la "moneta" in un'ottica negativa...".
Credo che ciò derivi da una certa visione "moralistica" che nei secoli passati connotava negativamente tutto ciò che era "vanitas", non a caso alcune delle monete raffigurate nella nostra galleria sono spesso presenti in nature morte o memento mori, o associate a loschi figuri dallo sguardo turpe e avido. Il messaggio era chiaro: non interessatevi ad oggetti materiali, perché tutto ciò che è terreno è caduco, e solo lo spirito è immortale. Se a ciò aggiungiamo il dato
per cui nel 99% dei casi le opere d'arte non erano creazioni spontanee degli artisti, ma committenze da parte di esponenti del clero o della nobiltà, capiamo come la
moneta nel passato sia stata raffigurata solo come oggetto di "Vanitas", da condannare o celebrare a seconda del committente, mai riconosciuta nel suo valore di documento storico-artistico.
Fortunatamente ai
nostri giorni questo modo di rappresentarsi l'esistenza è meno diffuso, anche grazie alla rivoluzione positivistica dell'800, pertanto è possibile vedere le
monete antiche nella loro natura di documento storico-artistico, anche se esistono ancora molti collezionisti che vivono la numismatica come pura compulsione di possesso, nell'ottica di un sorpassato "collezionismo antiquario dei bei pezzi", e non conoscono quasi nulla della storia dei pezzi che posseggono. Inoltre la connotazione "vanitosa" del collezionismo numismatico non è ancora del tutto scomparsa dal senso comune. Mi è spesso capitato di ricevere scherzosi commenti da amici e conoscenti venuti a conoscenza della mia passione
per le
monete antiche, frasi tipo "allora ti piacciono i soldi!". La mia risposta è sempre la stessa: se mi piacessero i soldi avrei fatto il banchiere e nel tempo libero collezionerei Ferrari e Maserati, piuttosto che collezionare e studiare consunti pezzettini di bronzo e argento
vecchi di due millenni.