Il mio primo pensiero è andato a quel pover'uomo di
David R. Sear: a forza di vedersi inviare monete sospette da certificare non dovrebbe più essere capace di riconoscere neppure le riproduzioni dei biscotti MrDay (a proposito, qualcuno ne ha: io ho un Domiziano doppio e vorrei espandere la collezione!
)!
In realtà, credo che molto dipenda anche da quello che è lo scopo che si vuole raggiungere.
Se uno vuole azzerare il numero di falsi che "lascia passare" è costretto a "condannare" anche qualche
moneta buona, a mio avviso (d'altra parte è il problema dell'errore di primo e secondo grado nei test statistici: "falsi positivi" e "falsi negativi", appunto
). In questo contesto, ovvero se condannare una
moneta buona non è un gran problema (il che funziona, finché si esprime un parere personale prima di acquistare una
moneta per la propria collezione), la tecnica "vade retro" potrebbe anche non dare problemi [almeno finché i falsari non diventaranno abbastanza bravi da dover essere riconosciuti
per lo stile, a partire da esemplari condannati da laboratori di ricerca con metodi scientifici... scenario che
per ora è fantascientifico]
Se uno vuole ottimizzare la percentuale di giudizi corretti, gli potrà capitare di dire: io non la comprerei, ma penso sia una
moneta autentica brutta, strana, corrosa, barbarica, chi più ne ha più ne metta... ma probabilmente non falsa. In questo caso, credo una buona familiarità con i falsi e con i pareri che altri danno su di essi sia necessaria.
In generale, dunque, simpatizzo più
per il tuo parare che
per quello dell'esperto a livello nazionale... inoltre, rifiutare di studiare i falsi credo sia sintomo di eccessiva fiducia in se stessi (arroganza?) in quanto ci sono monete sospette che possono essere giudicate meglio con lo studio comparativo di molti conii, potenzialmente collegati, di cui solo alcuni possono essere "condannabili" con una certa sicurezza. Un caso da far venire i brividi è quello del venditore francese monneron (si veda il post con quasi una decina di pagine di commenti nella sezione falsi in inglese)...
Riguardo le analogie culinarie,
per apprezzare un buon arrosto non è necessario mangiarlo prima avariato, ma chi non ha mai sentito l'aroma di un vino che sa di tappo e quello di una bottiglia di Saint-Emilion invecchiata appena aperta, farà una gran fatica a capire la differenza ed a sapere se è meglio rovesciarla nel lavandino o in una caraffa a prendere un po' d'aria (be', a mio parere personale il Saint-Emilion continua a "sapere di legno" anche dopo molte ore nella caraffa di cui sopra, ma è meglio evitare di insultare il sommelier se ve lo
porta e pensate che sappia di tappo... insomma, meglio evitare il falso positivo solo perché vi siete sempre rifiutati di annusare un vino che sapeva di tappo sul serio
).
Federico