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Commodo e la Libertas
21.1.2002
rev.
Caro Giulio, la storia si fà sempre più interessante, procediamo con la quarta moneta che pesa 19 g. circa e ha un diametro di 3 cm. circa, il metallo è sempre bronzo, comunque tieni presente che sono state trovate con un Metal Detector che rileva oro, bronzo, ferro e rame sino ad una profondità di 3 m.. Riguardo alla battuta come vedi è proprio vero che chi trova un amico trova un tesoro anche se di scarso valore!, comunque sappi che l'onestà e la sincerità  prima o poi viene sempre ricompensata!. 
Saluti sinceri da 
Michele 


fig. 1


fig. 2
Roma, 22.1.2002
Caro Michele,
con Commodo siamo  tornati indietro negli anni rispetto allo spazio temporale delle altre tre monete (v. Filippo I l'Arabo).
L. Aelius Aurelius Commodus era figlio di Marco Aurelio e Faustina minore ed era nato a Lanuvio nel 161 d.C.. Per dare certezza alla successione, a sedici anni fu fatto co-reggente dal padre che lo volle con sè durante la seconda guerra germanica. Alla morte di Marco Aurelio, nel 180, Commodo concluse la pace con le tribù germaniche e sarmatiche e si affrettò a tornare a Roma. Grandi erano le attese che riuscisse a continuare la tradizione di buon governo degli Antonini ma si rivelò indegno figlio di un nobile padre. Egli si ritirò presto dalla vita pubblica e lasciò l'amministrazione dell'impero ad una successione di favoriti, Perennis, Cleandro e infine Leto. Durante gli ultimi anni del regno sembra che fosse impazzito: discreditò la porpora producendosi in anfiteatro  nei combattimenti con gli animali selvaggi e la sua megalomania lo portò a credersi la reincarnazione di Ercole e a pretendere l'adorazione del popolo. Dopo aver sventato numerosi complotti, rimase vittima dell'ultimo nell'ultima notte del 192 d.C. (v. bibl. - nota(1)).

Passiamo ad esaminare la tua moneta, con la convenzione che ho colmato con lettere in rosso le parti mancanti della leggenda e riprodotto con degli spazi vuoti le interruzioni presenti nel conio originale. La moneta è, a mio avviso, la BMC rep. 1684 di cui ho riportato in fig. 3/4 l'immagine tratta dal Mattingly (v. nota(2)) o, se vogliamo, la C331 del Cohen (v. nota(3)) che ne parla come di un "grande bronzo":

Sesterzio - 178 d.C.
D.  . Testa di Commodo, laureata a destra.
R. . S.C., in basso a destra e a sinistra nel campo. La Libertà, drappeggiata, in piedi di fronte, testa a sinistra, sorregge il pileo con la mano destra e lo scettro verticale con la sinistra.

Il sesterzio  di fig 3/4, é presente nel British Museum, pesa 26,29 g e ha un diametro di 30,48 mm. Tuttavia il peso medio di 252 sesterzi di Commodo, riportato dal Mattingly, è di 24,29 g, a fronte dei 10,48 g dei dupondi (media su 33 monete) e 10,93 g degli assi (media su 55 assi). Mi pare dunque che la tua moneta sia compatibile con il sesterzio, ancorché di peso un po' scarso. Il colore rossiccio deriva dall'alta percentuale di rame nella lega metallica (c. l'85%).

Questa moneta veniva valutata dal Montenegro (v. nota(4)) 650/220/90 mila (del 1988), nel grado C di rarità, secondo lo stato di conservazione SPL, BB, MB e dal Sear 30 Lst dell'81 nella condizione "fine" (v. nota(5)).

Concludo osservando che se il tesoro è un amico non è mai di scarso valore, come possono esserlo invece quei tesori che si scavano sotto terra. Ma questa volta tu sei stato fortunato perché il tesoro lo hai trovato anche lì sotto. 

Ti saluto cordialmente e ti ringrazio.
Giulio De Florio


Note:
(1) David R. Sear "Roman Coins and their values" - ed. Seaby 1981
(2)Harold Mattingly "A catalogue of the Roman Coins in the British Museum" - vol. IV ed. 1976
(3)Henry Cohen - "Description historique des monnais frappées sous l'empire romain"- vol. V
(4)Montenegro - Monete Imperiali Romane - ed. Montenegro SAS - 1988
(5)le classi di conservazione, internazionalmente riconosciute, delle monete sono: "mint state" (fior di conio- FDC), "extremely fine" (splendido - SPL), "very fine" (bellissimo - BB), "fine" (molto bello - MB), "good" (bello - B), a cui si affiancano i diminutivi  "quasi" (q) e "meglio" (m) per attenuare o accrescere l'appellativo di classe (es. qSPL, quasi splendido o mSPL, meglio che splendido).

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