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Costanzo II e il ritorno dei tempi felici
22 agosto 2001
rev.
Ciao Giulio, vorrei sapere notizie sulla moneta di cui ti allego foto e notizie.
Diametro : 18mm
Peso: 2g
Materiale: bronzo o rame (come faccio a saperlo con precisione?).
Ciao grazie.
Gianni

fig. 1

fig. 2

fig. 3

fig. 4
24 agosto 2001
Caro Gianni,
ti anticipo subito che lo studio della tua moneta andrebbe completato con l'indicazione del riferimento bibliografico classico, quello del Cohen, di cui non sono al momento in possesso.

Come già ti ho accennato, per qualche diavoleria dello scanner da te utilizzato, l'immagine di fig. 2 che mi hai inviato era riflessa come in uno specchio, con la conseguenza di rendere incomprensibile la leggenda del rovescio, punto di partenza della mia indagine, visto che quella del dritto è assai poco chiara.

Ecco la descrizione della tua moneta, tratta dalla bibliografia di cui dispongo qui a casa - v. bibl. rif.to 1 (1)(ho evidenziato con lettere in rosso le parti abrase della leggenda): 

D. DNCONSTAN TIVSPFAVG. Busto paludato e corazzato di Costanzo II a destra con testa diademata - v. nota storica in basso(2)
R. FELTEMP    REPARATIO.(3) Soldato galeato (cioè munito di elmo di cuoio), stante con scudo nella s., che sta per colpire con l'asta ed il piede un nemico disteso sul cavallo atterrato. Nel campo, lettera abrasa. 
Marchio di zecca, sotto la linea di esergo (4), illeggibile.
La moneta, un "aes 3" (5), si data  tra il 348 e il 350 d.C. .

A puro titolo di collaborazione ti comunico che un bronzetto appena un po' diverso dal tuo, che riproduco in fig. 3 e 4 (la leggenda del rovescio è FELTEMPRE       PARATIO, cioè diversamente disposta e raggruppata sul bordo del tondello), è inserito dal Montenegro  (bibl., rif.to 2 - n° 5337) nella classe "C" , di rarità (6), e valutato 80/35/15 migliaia di lire (prezzi 1988), a seconda del grado di  conservazione, splendido, bellissimo, molto bello.

Quanto alla questione bronzo/rame, il bronzo è una lega rame/stagno. Più alta è la percentuale di stagno, maggiore è la durezza della lega. Quanto maggiore è la presenza di rame, tanto più il colore tende al rosa.

Nel ringraziarti per avermi interpellato, ti saluto cordialmente.
G.D.F.



Note:
(1)
  • riferimento bibl. n° 1 "La moneta greca e romana" ed. L'Erma di Bretschneider, così come la riproduzione della moneta di fig. 3;
  • riferimento bibl. n° 2 "Monete Imperiali Romane" ed. Montenegro;
  • riferimento bibl. n° 3 "A Dictionary of Roman Coins" Seth W Stevenson

  • (2) (337-361 d.C.) (Flavius Julius Valerius Constantius) Nato a Sirmio nel 317, morto a Tarso nel 361. 2° figlio di Fausta e di Costantino il Grande, fu dal padre nominato Cesare nel 324 e Augusto nel 337, insieme ai fratelli Costantino II e Costante I, ricevendo il comando sulle province orientali. Combatté con scarso successo i Persiani. Dopo l'uccisione di Costante, nel 350, accorse in Occidente dove Magnenzio aveva usurpato il potere, mentre Vetranione era stato proclamato imperatore in Pannonia, e poi a Roma. Costanzo sconfisse Magnenzio a Mursia nella Pannonia. Nel 354 fece giustiziare il cugino Gallo, che aveva nominato Cesare nel 351; nel 355 nominò Cesare il cugino Giuliano; batté in Pannonia i Sarmati e i Quadi, e si recò in Oriente dove i Persiani avevano riaperto le ostilità. Ma ne fu distolto dalla rivolta di Giuliano, proclamato Augusto dai soldati. Morì mentre marciava contro di lui. Con rigida intransigenza Costanzo combatté il paganesimo proibendo i sacrifici e persino la venerazione delle immagini con una severissima legislazione. Con eguale intolleranza intervenne nella controversia oriana sostenendo gli oriani e combattendo Atanasio vescovo di Alessandria e il papato in quanto sostenitore di Atanasio. Convocò di sua iniziativa due sinodi ad Arles 353, provocando l'esilio del papa Liberio e di molti vescovi, mentre Atanasio si salvò con la fuga. In punto di morte fu battezzato da un vescovo oriano. 
    Le fonti storiche narrano (bibl. rif. 3) che Costanzo entrò in Roma il 28 aprile del 357 nelle vesti di trionfatore, circondato solo dai cortigiani e da un distaccamento di soldati. Attonito e rapito dinanzi alla magnificenza della città, dette ordine che il grande obelisco di Thutmosis III che il padre aveva fatto trasportare da Heliopolis ad Alessandria in Egitto, venisse portato a Roma per essere eretto sulla spina del Circo Massimo [ora spostato in piazza S. Giovanni in Laterano].
    (3) Dunque per esteso la leggenda del dritto è: D(ominus) N(oster) Constantius P(ius) F(elix) AVG(ustus) (Nostro Signore Costanzo Pio Felice Augusto), mentre quella del rovescio è: F(elix) TEMP(orum) REPARATIO (traducibile liberamente con "ritorno dei tempi felici"). Si noterà che, a partire dai regni dei figli di Costantino il Grande, il titolo D.N. fu usato, come praenomen, al posto di IMP(erator) che andò progressivamente a sparire.
    La leggenda FEL TEMP REPARATIO è ricorrente nella monetazione, da Costante (337-350) sino a Graziano (367-383). Le monete di bronzo illustrano, verso la metà del 4° secolo, gli avvenimenti dell'epoca. Le ricche serie della FEL TEMP REPARATIO ricordano, non solo la vittoria sul nemico sempre pericoloso che premeva ai confini settentrionali dell'impero, ma alludono anche alle diverse possibilità di far tornare i "tempi felici", come testimonia appunto la leggenda. (v. rif. bibl. n° 1, pag. 149).

    (4) Zecche: Ambianacum, Treviri, Lione, Arelate, Aquileia, Roma, Siscia, Sirmio, Tessalonica, Heraclea, Costantinopoli, Nicomedia, Cizico, Antiochia, Alessandria.

    (5) Intorno al 346 d.C. iniziò un tentativo di riforma monetale (Maria Radnoti Alföldi bibl. rif.to 1) che vedeva l'introduzione di un'ampia gamma di nominali. Ne vennero coniati due più grandi e uno più piccolo, tutti con la leggenda FEL TEMP REPARATIO ma con tipi diversi del rovescio (la fenice radiata su un rogo, l'imperatore stante su nave con labaro recante il cristogramma, il soldato galeato che tiene un prigioniero dinanzi alla sua capanna e il soldato galeato della moneta in esame). Si conoscono per quest'epoca nomi di monete: "pecunia maiorina" e "centenionalis". Il collegamento con le monete disponibili non è però sicuro; forse i pezzi più grandi sono le "maiorinae", i più piccoli i "centenionales". Si è adottata perciò una classificazione, aes 1, 2, 3, 4 basata sulla grandezza delle monete: le più grandi, "aes 2", pesano circa 5,25 g; le più piccole, "aes 4", pesano 4,25 g,con un contenuto d'argento compreso tra 1 e 2,5 %. L'aes3, la moneta in esame, probabilmente un centenionale, pesa circa 2,4 g e non contiene argento. 

    (6) la scala di rarità del Montenegro parte da "C" (Comune), prosegue con "NC" (Non Comune), "R" (Raro), "R2" (molto rara), "R3" (rarissima), "R4" (estremamente rara), "R5" (conosciuta in pochissimi esemplari), "UNICO"  (se ne conosce un solo esemplare)

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