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Galerio Cesare, al Genio del Popolo Romano
2.3.2017
.. da Monete Imperiali Romane di Michele Monti.
Vera o patacca?
fig. 1
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Roma, 15.3.2017
Egregio,
di seguito riporto gli elementi significativi riguardanti la moneta di figura:

Follis1, zecca di Aquileia, c. 296 d. C.2, RIC VI 24b (pag. 314), indice di rarità "c"

Descrizione sommaria (sono indicate in rosso le parti della leggenda usurate o comunque illeggibili):
D. MAXIMIANVS NOB CAES3. Galerio Cesare, testa laureata a destra.
R. GENIO POPV-LI ROMANI4. AQP in esergo5. Il Genio del Popolo Romano, stante a sinistra, "modius" sulla testa, nudo tranne che per un clamide pendente dalla spalla sinistra, sorregge, con la mano destra, una patera e con la sinistra una cornucopia.

La ricerca nel web di monete della tipologia di figura ha dato luogo ai seguenti risultati:

  1. https://www.acsearch.info/search.html?id=1040904 Numismatik Lanz München http://www.numislanz.de/ Auction 151 904 30. June 2011 Description:RÖMISCHE MÜNZEN KAISERREICH. GALERIUS MAXIMIANUS (305 - 311) Caesar (293 - 305). Follis, Aquileia MAXIMIANVS NOB CAES, Büste mit Lorbeerkranz nach rechts. Rs. GENIO POPV-L-I ROMANI, Genius in Vorderansicht stehend, Kopf nach rechts gewandt, in der vorgestreckten Rechten Patera, im linken Arm Füllhorn, im Abschnitt AQ P. Paolucci - Zub, Monetazione di Aquileia, 37 Nr. 86; RIC VI 314 Nr. 24b (ohne Offizin). 10,70g. Prachtexemplar mit wunderbarer Patina.
  2. https://www.acsearch.info/search.html?id=1841002 Numismatik Naumann (formerly Gitbud & Naumann) http://www.numismatik-naumann.de/ Auction 12 740 2. Feb. 2014 Description: GALERIUS MAXIMIANUS (Caesar, 293-305). Follis. Aquileia. Obv: MAXIMIANVS NOB CAES. Laureate head right. Rev: GENIO POPVLI ROMANI / AQS. Genius standing left with modius on head, holding patera and cornucopia. RIC 26b [24b; classificazione errata]. Condition: Near extremely fine, almost full silvering. Weight: 10.5g. Diameter: 27mm.
  3. https://www.acsearch.info/search.html?id=328422 Gorny & Mosch Giessener Münzhandlung http://www.gmcoinart.de/ Auction 152 2420 10. Oct. 2006 Description: RÖMISCHE KAISERZEIT Objekt-Nr.: 2420 Galerius als Caesar, 293 - 305 n. Chr. AE Follis (9,40 g.), ca. 296 n. Chr. Mzst. Aquileia. Vs.: MAXIMIANVS NOB CAES, Kopf mit Lorbeerkranz n. r. Rs.: GENIO POPV-LI ROMANI / AQ P, Genius mit Modius, Patera u. Füllhorn. RIC 24b. Intakter Silbersud, fast vz. Estimation: 100,00€.
  4. https://www.ma-shops.com/goduto/item.php5?id=200&lang=en Description: Romeinse Rijk follis 293-305 AD. AD. Grade: good vf Catalog: ric.24b Material: Bronze Weight: 12.10g Diameter: 29.00mm. obv; Maximianus NOB CAES,laureate head of Galerius right. rev; GENIO POPV-LI-ROMANI,Genius standing left, holding patera&cornucopiae, in ex.AQT. Price: 95,00€.
  5. https://www.acsearch.info/search.html?id=29894 Classical Numismatic Group, Inc. http://www.cngcoins.com/ Description: 732504. Sold For $95. GALERIUS, as Caesar. Circa 296 AD. Æ Follis (10.75 gm). Aquileia mint. MAXIMIANVS NOB CAES, laureate head right / GENIO POPV-LI- ROMANI, Genius standing left, emptying patera and holding cornucopiae. RIC VI 24b. Good VF. $95.
  6. https://www.acsearch.info/search.html?id=33608 Classical Numismatic Group, Inc. http://www.cngcoins.com/ Description: 156825. Sold For $135. GALERIUS. As Caesar, 293-305 AD. Æ Follis (27mm, 9.94 gm, 12h). Aquileia mint, 3rd officina. Struck 296 AD. MAXIMIANVS NOB CAES, laureate head right / GENIO POPV-LI ROMANI, Genius standing left, holdng patera and cornucopiae; AQΓ. RIC VI 24b. Near EF, dark brown patina.
  7. https://www.acsearch.info/search.html?id=877769 VAuctions http://www.vauctions.com/ Auction 254 97 28. Oct. 2010 Description. Lot 97.  GALERIUS, as Caesar. 293-305 AD. Æ Follis (26mm - 9.94 g). Aquileia mint. Struck 296 AD. MAXIMIANVS NOB CAES, laureate head right / GENIO POPV-LI ROMANI, Genius standing left, holding patera in right hand, cornucopia in left; AQP. RIC VI 24b. EF, nearly fully silvered with a few small spots of green encrustation. Estimate: US$200.
Concludo osservando che, nei limiti di un esame a distanza, le caratteristiche generali e di stile della moneta di figura appaiono comparabili con quelle delle monete di pari tipologia reperite nel web (v. link). Tuttavia, stante il cattivo stato di conservazione della moneta e la lettura incerta della leggenda, prima di parlare di autenticità, occorrerebbe procedere ad un esame diretto della moneta e a misurare accuratamente le caratteristiche fisiche indicate in calce alla nota 1 sottostante. Infatti, se queste non rientrassero nel campo di variabilità dei dati tabulati, verrebbe messo in discussione l'intero castello dell'identificazione e classificazione della moneta.

Giulio De Florio

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Note:
(1) I folles della tipologia in esame avevano, secondo il RIC, le seguenti caratteristiche fisiche: peso 8,75÷10,75 g, asse di conio ad ore 0 oppure (dominante) ad ore 6. Raccolgo in tabella le caratteristiche fisiche dei folles della tipologia di figura  tratte dai link di cui sopra:

Riferimenti Peso (g.)  Diametro (mm)  Asse conio (h)
Link1 10,70 - -
Link2 10,50 27 -
Link3 9,40 - -
Link4 12,10 29 -
Link5 10,75 - -
Link6 9,94 27 12
Link7 9,94 26 -
Non essendo disponibili elementi sulle caratteristiche fisiche del campione in esame (peso, diametro, asse di conio, reazione alla calamita), non sarà possibile svolgere un esame comparativo con le monete autentiche del periodo sopra menzionate.
(2) La moneta in esame viene datata dal RIC 296 d. C..
(3) MAXIMIANVS NOBilis CAESar. Il "fondatore" della tetrarchia era stato Diocleziano. Egli era stato acclamato imperatore il 17 novembre del 284 d.C. dalle truppe di stanza a Nicomedia, dopo l'assassinio dell'imperatore Caro, seguito, ad appena un mese di distanza da quello del figlio Numeriano, su istigazione del prefetto del pretorio Apro. Nell'occasione Diocleziano aveva prima smascherato il mandante dei due delitti e poi lo aveva ucciso con le proprie mani. Inevitabile lo scontro con Carino, figlio di Caro, imperatore legittimo per successione e nomina paterna. Nella battaglia, avvenuta nella Mesia (area danubiana), Carino rimase ucciso per mano di un ufficiale della propria guardia personale e Diocleziano, rimase unico sovrano dell'impero.
Memore delle esperienze trascorse, egli si propose di dare un nuovo assetto allo stato romano che garantisse maggiore sicurezza e tempestività di intervento nella difesa dei traballanti confini, desse maggiore stabilità all'economia, evitasse le lotte di successione. Perciò pensò bene di dividere il potere con un generale fidato, Marco Valerio Massimiano, a cui conferì il rango di Cesare nel 285 ed elevò ad Augusto nel 286, affidandogli il governo dell'Occidente e riservando invece a sé il controllo della parte più ricca e progredita del mondo romano, l'Oriente. La neonata diarchia (governo di due) fu innanzi tutto funzionale a contrastare la minaccia delle invasioni dal nord e dalle regioni orientali. La capitale dell'Occidente fu spostata a Milano, città più prossima alle zone di frontiera e quella d'Oriente a Nicomedia (l'odierna Izmit, sul Mar di Marmara, nella Turchia asiatica). Ogni diarca possedeva un proprio esercito, riorganizzato come forza di intervento rapido in grado di spostarsi velocemente in tutte le zone di crisi, se necessario anche in quelle di non diretta pertinenza.
Allo scopo di fornire una base ideologica a questa nuova struttura dello stato, Diocleziano stabilì una gerarchia di comando che traeva spunto dalla gerarchia celeste: Massimiano diventava pari grado di Diocleziano e suo "frater"(fratello e quindi membro della gens Valeriana cui Diocleziano apparteneva - RIC VI pag. 9) ma la sua anzianità era inferiore a quella di Diocleziano perché, mentre Diocleziano assumeva il titolo di "Iovius", cioè figlio di Giove, Massimiano quello di "Herculius", figlio di Ercole, quindi più lontano da Giove per discendenza.
Nel 293, sotto la pressione degli eventi militari alle frontiere, Diocleziano decise di estendere ulteriormente il progetto di decentramento dell'impero, affiancando, ai due Augusti, due Cesari, con l'incarico di presidiare rispettivamente i confini settentrionali (Britannia e Gallia) e quelli danubiani. L'impero risultò così diviso in quattro parti (in grassetto i nomi con cui i tetrarchi vengono di solito richiamati nei manuali storici):
  • Caio Aurelio Valerio Diocleziano, Augusto senior, ebbe il governo diretto della Tracia, Asia ed Egitto;
    • Caio Galerio Valerio Massimiano fu nominato Cesare dei Balcani, Tracia esclusa e quindi subordinato a Diocleziano;
  • Marco Aurelio Valerio Massimiano, in qualità di Augusto junior, ebbe il governo dell'Italia, Spagna e Africa;
    • Flavio Valerio Costanzo (noto anche come Costanzo Cloro), fu nominato Cesare della Gallia e della Britannia e quindi subordinato a Massimiano.

Allo scopo di garantire una linea naturale di successione, Diocleziano decise che ogni Augusto, dopo 20 anni di governo, avrebbe ceduto il potere al  proprio Cesare, il quale, divenuto Augusto, avrebbe a sua volta nominato un Cesare di fiducia.
Questa dunque sinteticamente era, negli intenti di colui che l'aveva concepita, la tetrarchia (governo di quattro), un'organizzazione fortemente decentrata dello stato, ma non priva di unità di comando, in cui l'Augusto senior dettava la linea politica e gli altri, Augusto junior e Cesari, provvedevano all'esecuzione, in autonomia di gestione.
Con il passaggio dalla diarchia alla tetrarchia, l'ideologia del sistema si adeguò: come Diocleziano e Massimiano Erculio erano rispettivamente figli di Giove e di Ercole, così Galerio, attraverso l'istituto dell'affiliazione, lo divenne di Diocleziano  con l'appellativo di "Giovio" e Costanzo di Massimiano, con l'appellativo di "Erculio". All'uno e all'altro fu conferito il titolo di "nobilissimus Caesar", entrambi entrarono a far parte della "gens Valeriana", tutti furono vicendevolmente vincolati dalla "pietas", l'etica della gratitudine agli dei e dell'affetto per i consanguinei. Nel 305, in seguito all'abdicazione di Diocleziano e di Massimiano, Galerio e Costanzo divennero augusti, mentre Severo e Massimino furono nominati cesari.
(4) GENIO POPVLI ROMANI, al Genio del Popolo Romano. La tipologia monetale del Genio del Popolo Romano, per l'ampia diffusione in tutto l'impero, fu utilizzata da Diocleziano per sottolineare la sua visione ecumenica della romanità. Successivamente, con l'inizio delle lotte di successione, la tipologia monetale del Genio del Popolo Romano, costituì di fatto l'elemento discriminante tra il potere degli Augusti "legittimi" che si davano reciproco riconoscimento e quello degli altri non riconosciuti (vedi  Massenzio che non coniò follis con la tipologia del Genio del Popolo Romano). Agli occhi della gente comune il follis, la moneta di tutti i giorni della prima Tetrarchia (in contrasto con gli antoniniani coniati precedentemente con tipologia continuamente mutevole), era associata all'idea  della singolarità dell'essere romani e della solidità della valuta (un po' come accade con il dollaro ai giorni nostri).
Sotto questa luce va interpretato il tipo del Genio di figura, battuto dalla zecca di Aquileia nel nome dei seguenti personaggi:

  • Diocleziano Augusto:
    • IMP C DIOCLETIANVS P F AVG - RIC 22a, v. ad es. il link
    • IMP    DIOCLETIANVS P F AVG - RIC 23a, v. ad es. il link
  • Massimiano Augusto:
    • IMP C MAXIMIANVS P F AVG - RIC 22b, v. ad es. il link
    • IMP  MAXIMIANVS P F AVG - RIC 23b, v. ad es. il link
  • Galerio Cesare:
    •   MAXIMIANTVS NOB CAES  - RIC 24b, v. ad es. il link
  • Costanzo Cesare:
    •   CONSTANTIVS NOB CAES  - RIC 24a, v. ad es. il link
(5) Il segno di zecca AQP si compone di due parti: AQ, nominativo di zecca, che sta per Aquileia e P indicativo di officina monetale (P=Prima, prima di quattro officine attive nel periodo).
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