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Decenzio e i voti -
un'imitativa barbarica |
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23/09/2013
Salve, Le mando i dati di un'altra
moneta.
Sul dritto credo ci sia scritto "TIVS NOB" ed accanto al volto sulla sinistra è presente una "A", sul retro non si riesce a capire bene, nel cerchio ci dovrebbe essere scritto "VOT MV" o "VOT LI", in basso dovrebbe esserci una "R" e credo sia preceduta da una lettera che non riesco a leggere. Solo per curiosità saprebbe anche dirmi se la moneta ha un qualche valore? Grazie. Peso della moneta: 3 grammi circa Diametro circa 19-20 mm Colore: verde molto scuro Lega metallica: credo sia bronzo, non è magnetico. Autorizzo l'uso delle immagini. Cordiali saluti. |
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Roma, 30.9.2013
Egregio
Lettore, riporto di seguito gli elementi che mi è stato possibile raccogliere sulla moneta di figura: AE201, zecca barbarica2, primavera 351÷353 d. C. Descrizione
sommaria (sono indicate in rosso le parti della
leggenda usurate o comunque non più leggibili): La ricerca nel web di monete simili a quella di figura ha prodotto i seguenti risultati:
Un saluto cordiale. --------------------------------------------------------- Note: (1) AE20 (moneta di bronzo del diametro di 20mm).(2) La moneta in esame non è tra quelle battute da una zecca ufficiale romana per le quali la classificazione è possibile. Essa possiede lo stile grezzo rivelatore dei conȋ non ufficiali delle tribù celtiche che vivevano all'interno o nei pressi delle città romane. Gli incisori che operavano in quelle zone semi-autonome copiavano da vicino i temi delle monete romane, introducendo però un loro proprio stile distinto. Trattandosi di personaggi non acculturati, le leggende delle loro monete risultavano spesso errate o completamente insensate (v. link). Nel complesso queste monete non sono, né rare, né particolarmente preziose. Grazie alla loro vastissima varietà di stile sfidano la catalogazione e così sono spesso vendute come "imitazioni barbariche" [dall'inglese, “barbarous imitations”], come quella riportata ad esempio nel link1. (3) Dominus Noster DECENTIVS NObilis (Caesar). Costantino II, Costanzo II e Costante (con quest'ordine di anzianità) divennero Augusti il 9 settembre del 337, circa quattro mesi dopo la morte di Costantino I il Grande, loro genitore. Insieme si divisero l'impero, Costantino II governò in Ispagna, Gallia e Britannia, Costanzo II in Oriente ed Egitto, Costante in Africa, Italia e Illyricum. Nel 340 Costantino II invase improvvisamente i territori del fratello Costante ma fallì l'impresa e perì in battaglia ad Aquileia. Costante rimase quindi unico Augusto d'Occidente fino a che cadde vittima nel 350 di un complotto organizzato da Magnenzio, autoproclamatosi imperatore d'Occidente il 18.1.350. L'imperatore d'Oriente, Costanzo II, all'epoca impegnato sulla frontiera orientale a contrastare l'offensiva sasanide, decise in un primo tempo di soprassedere. Nella primavera del 351, Magnenzio, consolidato il proprio potere nelle province della Britannia, della Gallia e della Spagna, elevò il proprio fratello più giovane, Decenzio, al rango di Cesare, probabilmente come contromossa ad un'analoga decisione di Costanzo II che aveva elevato il proprio cugino, Costanzo Gallo, senza concordare la decisione con il suo antagonista occidentale. Decenzio ebbe il compito di provvedere alla supervisione della difesa della Gallia e della frontiera renana. Trattative diplomatiche avviate da Magnenzio con il rivale orientale per il proprio riconoscimento quale imperatore d'Occidente, non ebbero esito positivo. La guerra sanguinosa che ne seguì ebbe vicende alterne sino a che Magnenzio, sconfitto in via definitiva a Monte Seleuco (oggi la Bâtie-Montsaléon in Provenza, v. mappa), si suicidò (Lione, 10.8.353) e Decenzio, che guidava i rinforzi, appresa la notizia, si impiccò a Senonae (forse la moderna Sens in Francia v. mappa in fondo pagina). Per una sintesi biografica sulla vicenda storica rimando alla pagina web, http://it.wikipedia.org/wiki/Magnenzio. (4) Il residuo della leggenda del rovescio, "PIA DN" potrebbe forse interpretarsi come un'alterazione di "RIA DN", per cui la leggenda completa sarebbe stata "VICTORIA DN" (Victoria Domini Nostri), leggenda comunque di fantasia rispetto a quella molto più lunga in uso nelle zecche ufficiali che avrebbe recitato VICToriae DD (Dominorum) NN (Nostrorum) AVGusti et CAESaris/VOTis V (Quinquennalibus) MVLTis Decennalibus" (Le Vittorie dei Nostri Signori Augusto e Cesare/Voti per il quinto anniversario di regno e per molti decennali a venire). La moneta ufficiale di riferimento, della quale al link2 ho riportato un esempio, fu battuta contemporaneamente nel nome di Magnenzio e del fratello Decenzio (DN DECENTIVS NOB CAES). Gli anni di regno di Magnenzio furono meno di 5 e dunque i voti per i cinque anni di regno furono artificiosamente anticipati, probabilmente per garantire all'esercito le elargizioni che in occasioni del genere erano previste. (5) L'indicativo di zecca, TR, allude alla zecca ufficiale di Treviri nel nord della Germania. |
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