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Galerio e il Genio del Popolo Romano
24.11.2011
8,70g
27,2-28,1mm
0h
fig. 1
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Roma, 5.3.2012
Egregio Lettore,
di seguito riporto i dati significativi pertinenti alla sua moneta:

Follis1, Zecca di Antiochia, c. 304-5 d. C.2, RIC VI 59b (pag. 621), indice di rarità "c2"

Descrizione sommaria:
D. GAL VAL MAXIMIANVS NOB CAES3. Galerio, testa laureata a destra. 
R. GENIO POP-VLI ROMANI4. Segno di zecca, 5. Il Genio del Popolo Romano stante a sinistra, "modius" sulla testa, nudo tranne che per un clamide sulla spalla sinistra, sorregge con la mano destra una patera (da cui scorre un liquido) e con la sinistra una cornucopia.

A titolo di confronto riporto i seguenti link relativi a monete di tipologia simile a quella di figura:

  1. http://www.acsearch.info/record.html?id=294118 Source Auktionshaus H. D. Rauch GmbH Auction 71 (28.04.2003) Lot 954  ( «  |  » ) Price 42 EUR (~46 USD) Description Galerius - Severus II. 949-970 RÖMISCHE KAISERZEIT Galerius 293-311 Follis (12,49 g); 304/305 Antiochia Av.: GAL VAL MAXIMIANVS NOB CAES, belorb. Kopf r. Rv.: GENIO POPVLI ROMANI, Genius mit Modius am Kopf steht l. mit Patera u. Füllhorn. RIC: 59b s.sch. Estimate: EUR 25.
  2. http://wildwinds.com/coins/ric/galerius/_antioch_RIC_059b.jpg Galerius Silvered Fol Antioch Genius Unsold at $78.00 08/30/99, GALERIUS, Caesar, 296-305 AD. Silvered Æ Follis (11.02 gm) of Antioch. Laureate head / Genius standing holding patera and cornucopia. RIC.59b. XF. [Est $155].
Concludo osservando che le caratteristiche fisiche, generali e di stile della moneta di figura sono comparabili con quelle delle monete autentiche e di pari tipologia del periodo. 

Giulio De Florio

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Note: 
(1) I folles della tipologia in esame avevano, secondo il RIC, le seguenti caratteristiche fisiche: peso 8,5÷10,5 g, asse di conio ad ore 0 oppure ad ore 6. Raccolgo in tabella le caratteristiche fisiche dei folles della tipologia di figura  tratte dai link di cui sopra:

Riferimenti Peso (g.)  Diametro (mm)  Asse di conio (h)
Link1 12,49 - -
Link2 11,02 - -
ANS1 9,41 26 5
Da quanto sopra indicato si evince che le caratteristiche fisiche del follis di figura (8,70g, c. 27,5mm, 12h) rientrano nei margini di variabilità delle monete autentiche e di pari tipologia del periodo.
(2) La moneta in esame viene datata dal RIC 304-5 d. C., essendo il 305 l'anno dell'abdicazione di Diocleziano e di Massimiano.
(3) GALerius VALerius MAXIMIANVS NOBilis Caesar. Il "fondatore" della tetrarchia era stato Diocleziano. Egli era stato acclamato imperatore il 17 novembre del 284 d.C. dalle truppe di stanza a Nicomedia, dopo l'assassinio dell'imperatore Caro, seguito, ad appena un mese di distanza da quello del figlio Numeriano, su istigazione del prefetto del pretorio Apro. Nell'occasione Diocleziano aveva prima smascherato il mandante dei due delitti e poi lo aveva ucciso con le proprie mani. Inevitabile lo scontro con Carino, figlio di Caro, imperatore legittimo per successione e nomina paterna. Nella battaglia, avvenuta nella Mesia (area danubiana), Carino rimase ucciso per mano di un ufficiale della propria guardia personale e Diocleziano, rimase unico sovrano dell'impero.
Memore delle esperienze trascorse, egli si propose di dare un nuovo assetto allo stato romano che garantisse maggiore sicurezza e tempestività di intervento nella difesa dei traballanti confini, desse maggiore stabilità all'economia, evitasse le lotte di successione. Perciò pensò bene di dividere il potere con un generale fidato, Marco Valerio Massimiano, a cui conferì il rango di Cesare nel 285 ed elevò ad Augusto nel 286, affidandogli il governo dell'Occidente e riservando invece a sé il controllo della parte più ricca e progredita del mondo romano, l'Oriente. La neonata diarchia (governo di due) fu innanzi tutto funzionale a contrastare la minaccia delle invasioni dal nord e dalle regioni orientali. La capitale dell'Occidente fu spostata a Milano, città più prossima alle zone di frontiera e quella d'Oriente a Nicomedia (l'odierna Izmit, sul Mar di Marmara, nella Turchia asiatica). Ogni diarca possedeva un proprio esercito, riorganizzato come forza di intervento rapido in grado di spostarsi velocemente in tutte le zone di crisi, se necessario anche in quelle di non diretta pertinenza.
Allo scopo di fornire una base ideologica a questa nuova struttura dello stato, Diocleziano stabilì una gerarchia di comando che traeva spunto dalla gerarchia celeste: Massimiano diventava pari grado di Diocleziano e suo "frater"(fratello e quindi membro della gens Valeriana cui Diocleziano apparteneva - RIC VI pag. 9) ma la sua anzianità era inferiore a quella di Diocleziano perché, mentre Diocleziano assumeva il titolo di "Iovius", cioè figlio di Giove, Massimiano quello di "Herculius", figlio di Ercole, quindi più lontano da Giove per discendenza.
Nel 293, sotto la pressione degli eventi militari alle frontiere, Diocleziano decise di estendere ulteriormente il progetto di decentramento dell'impero, affiancando, ai due Augusti, due Cesari, con l'incarico di presidiare rispettivamente i confini settentrionali (Britannia e Gallia) e quelli danubiani. L'impero risultò così diviso in quattro parti (in grassetto i nomi con cui i tetrarchi vengono di solito richiamati nei manuali storici):

    Caio Aurelio Valerio Diocleziano, Augusto senior, ebbe il governo diretto della Tracia, Asia ed Egitto;
        Caio Galerio Valerio Massimiano fu nominato Cesare dei Balcani, Tracia esclusa e quindi subordinato a Diocleziano;
    Marco Aurelio Valerio Massimiano, in qualità di Augusto junior, ebbe il governo dell'Italia, Spagna e Africa;
        Flavio Valerio Costanzo (noto anche come Costanzo Cloro), fu nominato Cesare della Gallia e della Britannia e quindi subordinato a Massimiano.

Allo scopo di garantire una linea naturale di successione, Diocleziano decise che ogni Augusto, dopo 20 anni di governo, avrebbe ceduto il potere al  proprio Cesare, il quale, divenuto Augusto, avrebbe a sua volta nominato un Cesare di fiducia.
Questa dunque sinteticamente era, negli intenti di colui che l'aveva concepita, la tetrarchia (governo di quattro), un'organizzazione fortemente decentrata dello stato, ma non priva di unitá di comando, in cui l'Augusto senior dettava la linea politica e gli altri, Augusto junior e Cesari, provvedevano all'esecuzione, in autonomia di gestione.
Con il passaggio dalla diarchia alla tetrarchia, l'ideologia del sistema si adeguò: come Diocleziano e Massimiano Erculio erano rispettivamente figli di Giove e di Ercole, così Galerio, attraverso l'istituto dell'affiliazione, lo divenne di Diocleziano  con l'appellativo di "Giovio" e Costanzo di Massimiano, con l'appellativo di "Erculio". All'uno e all'altro fu conferito il titolo di "nobilissimus Caesar", entrambi entrarono a far parte della "gens Valeriana", tutti furono vicendevolmente vincolati dalla "pietas", l'etica della gratitudine agli dei e dell'affetto per i consanguinei. Nel 305, in seguito all'abdicazione di Diocleziano e di Massimiano, Galerio e Costanzo divennero augusti, mentre Severo e Massimino furono nominati cesari.
(4) GENIO POPVLI ROMANI, al Genio del Popolo Romano. La tipologia monetale del Genio del Popolo Romano, per l'ampia diffusione in tutto l'impero, fu utilizzata da Diocleziano per sottolineare la sua visione ecumenica della romanità. Successivamente, con l'inizio delle lotte di successione, la tipologia monetale del Genio del Popolo Romano, costituì di fatto l'elemento discriminante tra il potere degli Augusti "legittimi" che si davano reciproco riconoscimento e quello degli altri non riconosciuti (vedi  Massenzio che non coniò follis con la tipologia del Genio del Popolo Romano). Agli occhi della gente comune il follis, la moneta di tutti i giorni della prima Tetrarchia (in contrasto con gli antoniniani coniati precedentemente con tipologia continuamente mutevole), era associata all'idea  della singolarità dell'essere romani e della solidità della valuta (un po' come accade con il dollaro ai giorni nostri).
Sotto questa luce va interpretato il tipo del Genio di figura, battuto dalla zecca di Antiochia nel nome dei seguenti personaggi:

  • Diocleziano:
    • Diocleziano IMP C DIOCLETIANVS P F AVG - RIC 58a, v. ad es. il link
  • Massimiano:
    • IMP C M A MAXIMIANVS P F AVG - RIC 58b, v. ad es. il link
  • Galerio:
    • GAL VAL MAXIMIANTVS NOB CAES  - RIC 59b, v. ad es. il link
  • Costanzo Cesare:
    • FL VAL CONSTANTIVS NOB CAES  - RIC 59a, v. ad es. il link
(5) Il segno di zecca si compone di tre parti: Δ (che individua l'officina monetale, la terza di 11 attive nel periodo), ANT (=Antiochia), indicativo di zecca, °, contrassegno di emissione. La città di Antiochia si trovava in Siria - v. mappa all'indirizzo: http://tjbuggey.ancients.info/images/romemap.jpg); 
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