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Il simbolo della stella nella monetazione romana
1.2.2010
Gent.le Giulio De Florio  ci siamo sentiti circa un anno fa in merito ad una mia richiesta di chiarimenti sulla monetazione romana dell'epoca di Costantino e per la precisione "star above Camp Gate"!  I suoi chiarimenti sono stati preziosi. Vorrei porle un altro quesito: ho scoperto che la stella è variamente presente in coni romani di varie epoche imperiali da Augusto a Costantino (mando qualche esempio). Le volevo chiedere se c'è qualche spiegazione in campo numismatico di tali rappresentazioni!  In particolare mi ha incuriosito l'argenteus di Diocleziano che ha una stella NON "above Camp" ma " above doorway". Allego sotto i link:
  1. http://www.beastcoins.com/RomanImperial/I/Augustus/Z5068.jpg Augustus, AR Denarius, 29-27 BC, Group II, Italy-Uncertain Mints (Brundisium and Rome?) IMP Helmeted head of Mars right CAESAR Legend on rim of round shield with eight-rayed star at center, lying on crossed spear and sword 18mm x 20mm, 3.72g RIC I, 274 (C) pag. 61.
  2. http://www.beastcoins.com/RomanImperial/II/Vespasian/Z6765.jpg Vespasian, AR Denarius, 77-78, Rome IMP CAESAR-VESPASIANVS AVG Laureate head right COS | VIII Prow right, star with 16 rays above 18mm, 3.25g RIC II, 108 (C).
  3. http://www.beastcoins.com/RomanImperial/II/Hadrian/Hadrian-Drachm-Cappadocia-MtArgaeus.jpg Hadrian, AR Drachm, Year?, Cappadocia-Caesarea ADRIANOC-CEBACTOC Laureate head right, drapery on left shoulder UPATOC G P MHTR PATR Agalma of Mt. Argaeus, three stars above 18mm x 19mm, 3.11g Ex Stephen Blencoe, eBay, February 2009.
  4. http://www.beastcoins.com/RomanImperial/VII/Nicomedia/Diocletian-RICVI-25a-SMNg-6.jpg Diocletian, AR Argenteus, 295-296, Group I, Class III, Nicomedia, Officina 3 DIOCLETI_ANVS AVG Laureate head right VICTORIAE SARMATICAE Campgate with six rows, open doors each with five empty panels, star above doorway, four turrets without eagles, no star, top and bottom rows empty blocks SMNG in exergue 20mm x 21mm, 3.15g RIC VI, 25a (R3) Ex Freeman and Sear, July 2003.
  5. http://www.beastcoins.com/RomanImperial/VI/Cyzicus/Z3783.jpg Diocletian, AE Follis, c. Early 307, Group III, Class II, Cyzicus, Officina 4 D N DIOCLETIANO FELICISSIMO SEN AVG Laureate bust right in imperial mantle, olive branch in right hand, mappa in left PROVIDENTIA DEORVM QVIES AVGG Providentia standing right, extending right hand to Quies standing left, branch upward in right hand, vertical scepter in left S | * | F across fields KD in exergue 29mm x 30mm, 10.56g RIC VI, 29a (S) Note: This coin is 0.56g heavier than the expected range of 10.00g-9.00g.
  6. http://www.beastcoins.com/RomanImperial/VI/Antioch/Z3298.jpg Galerius, AE Follis, 310-311, Group V, Class I, Antioch, Officina 1 IMP C GAL VAL MAXIMIANVS P F AVG Laureate head right GENIO IMP_ERATORIS Genius standing left, modius on head, naked but for chlamys over left shoulder, liquors flowing from patera in right hand, cornucopiae in left * / lit altar in left field, A in right field ANT in exergue 22mm x 23mm, 6.70g RIC VI, 133a (C).
Spero di non essere di non crearle troppo disturbo con questa ulteriore richiesta. La ringrazio comunque dell'attenzione che vorrà riservarmi. Distinti saluti
Duisburg, 13.2.2010
Egregio Lettore,
ho rintracciato il messaggio e la risposta a suo tempo fornita (v. link). Rilevo che prosegue il suo particolare interesse per la simbologia della stella nella monetazione romana, argomento che mi incuriosisce ma che non conosco a sufficienza da impartire lezioni. La premessa è d'obbligo prima di proporre alla sua attenzione le considerazioni che seguono, frutto di un'indagine non sistematica e non adeguatamente approfondita per ragioni di tempo. Non potendo estendere la ricerca a tutta la monetazione romana, come si richiederebbe visto il quesito di ordine generale che lei pone, posso solo comunicarle alcuni pochi elementi che ho potuto raccogliere sulle singole monete da lei portate ad esempio:
  • Partiamo dunque dalla prima moneta, quella di Augusto (v. link), nella quale la stella è al centro di uno scudo che si appoggia su una spada ed una lancia incrociati. La testa sul dritto appartiene a Marte. La moneta fu battuta da una zecca della Puglia, probabilmente Brindisi, nel periodo 29-27 a. C., è catalogata RIC I 274, pag. 61 ed è presente nella collezione numismatica del British Museum con il categorico BMC 644 pag. 105. Essa fa parte di una serie post bellica, celebrativa della vittoria di Azio (2 settembre del 31 a. C.) caratterizzata dalla leggenda IMP CAESAR, spezzata in questo caso tra dritto e rovescio. Si ricorderà che nel 27 il Senato conferì ad Ottaviano, con i poteri costituzionali imperiali, il titolo onorifico di "Augusto" di cui, da allora in poi, egli si fregiò nella sua titolatura. Nelle altre monete della serie Ottaviano è variamente presente in persona, nel dritto oppure nel rovescio; in questa la sua presenza è indiretta, verosimilmente evocata attraverso la stella. Cosa lega Ottaviano alla stella? Ottaviano era DIVI FILIVS, figlio di un dio, di quel Cesare che dopo la morte era stato divinizzato. Riferisce Svetonio (De Vita XII Caesarum, 88) "Siquidem ludis, quos primos consecrato ei heres Augustus edebat, stella crinita per septem continuos dies fulsit exoriens circa undecimam horam, creditumque est animam esse Caesaris in caelum recepti; et hac de causa simulacro eius in vertice additur stella. " [In realtà nel corso dei primi giochi che Augusto suo erede celebrava in suo onore dopo averli consacrati, una cometa risplendette per sette giorni di seguito sorgendo verso l'undicesima ora e si credé che fosse l'anima di Cesare accolto in cielo; anche per questo motivo si aggiunse una stella alla sommità della sua statua]. Una stella è presente anche in una moneta dedicata da Tiberio alla memoria di Augusto (Divus Augustus Pater - v. link) e qui viene spontaneo citare il passo di Lucano - De Bello Civili (vii. ll. 457 e segg.): "mortalia nulli sunt curata deo. Cladis tamen huius habemus vindictam, quantam terris dare numina fas est: bella pares superis facient civilia divos, fulminibus manes radiisque ornabit et astris inque deum templis iurabit Roma per umbras" [Nessun dio si prende cura delle questioni umane: nonostante questa disgrazia, abbiamo la nostra vendetta per quanta gli dei possano concedere al mondo: le guerre civili partoriranno divi pari agli dei; e Roma ornerà di fulmini, raggi e stelle i simulacri dei morti divinizzati e nei templi giurerà sulle loro ombre.]. Da cui si deduce che la stella rappresentava simbolicamente l'eternità ed era utilizzata per esprimere in qualche modo la continuità dinastica.
  • Veniamo ora alla moneta di Vespasiano (v. link), il tipo del rovescio, la prua di nave, è ripreso da un denario repubblicano del 41 a. C. (v. link), autocelebrativo della vittoria navale di L. Domitius Ahenobarbus sopra Cn. Domitius (nel 42 a. C. il primo comandava una flotta di 50 navi nel mare Ionio con la quale aveva conseguito un considerevole successo contro il secondo Tiunvirato, sconfiggendo definitivamente Gnaeus Domitius Calvinus, quando quest'ultimo aveva tentato di prendere il largo nelle acque di Brindisi (v. link). Anche il denario di Vespasiano è celebrativo, verosimilmente della vittoria che il governatore della Britannia, Gnaeus Julius Agricola, aveva conseguito nel 77/78 d. C. nella campagna contro gli Ordovici, una tribù ribelle che occupava l'attuale Galles (v. link). Secondo BMC II (pag. xl) l'astro sopra la prua potrebbe essere il "sidus Iulium", l’astro della gens Iulia che secondo Orazio “brilla come la luna tra le migliori luci” (HOR., Carm., 1,12, 46-48). Nonostante la credenza popolare vedesse la cometa come foriera di sciagura, la propaganda augustea la assimilò ad un astro, a testimonianza del processo di divinizzazione di Giulio Cesare. Ora il tema della stella è ripreso da Vespasiano per rimarcare la continuità dinastica della sua stirpe con quella giulio-claudia da cui aveva ripreso anche il titolo dinastico di Cesare (IMP CAESAR VESPASIANVS AVG) presente sul dritto della moneta.
  • La terza (v. link) è una moneta provinciale emessa da Cesarea di Cappadocia, sede di una zecca imperiale che operava per l'Oriente. Cesarea, alle falde del Monte Argeo, aveva scelto questa tipologia come simbolo della città. Nella monetazione il monte è presente, talora sormontato da una o più stelle. Le tre stelle nella moneta citata ad esempio potrebbero rappresentare la triade romana Giove-Elio-Serapide, se è vero quanto riferisce un forum di numismatica (v. link).
  • In altre monete adrianee ma anche di imperatori successivi (Commodo, Settimio Severo, Caracalla, Geta, Percennio Nigro) il simbolo della stella si accompagna alla falce di luna (v. link). Le stelle possono variare in numero, sino ad un massimo di sette ma il significato è controverso, per alcuni il segno indicherebbe il ritorno all'età dell'oro, per altri il significato sarebbe di natura astronomica, per altri astrologica. Si legga in proposito anche Burnham's Celestial Handbook (pag. 1850 - v. link).
Aggiungerò che sporadicamente la falce di luna e la/e stella/e è presente anche nella monetazione repubblicana, v. gens Tituria (89 a. C. - in questo caso non si dispone di una spiegazione) oppure v. gens Lucretia (76 a.C. - le stelle rappresenterebbero la costellazione "Triones", in allusione al cognomen del monetiere, TRIO), oppure v. gens Clodia (42 a. C. come allusione, anche qui, al ritorno all'età dell'oro).
  • Veniamo ora alla moneta di Diocleziano (v. link) che celebra la vittoria di Diocleziano sui Sarmati nel 289 d. C. e la successiva campagna condotta da Galerio e Massimiano nel 294-295 (v. Enciclopedia Treccani on line). La moneta fu battuta dalla zecca di Nicomedia attorno al 295. Riferisce in proposito il RIC VI che la prima e forse più breve emissione di quella zecca porta quello che certamente fu il primissimo tipo del rovescio, il sacrificio dei quattro principi (v. link), in associazione alla leggenda VICTORIAE SARMATICAE per gli Augusti, PROVIDENTIAE AVGG per Costanzo e VIRTVTI MILITVM per Galerio (distribuzione di leggende osservata anche a Cizico). La seconda emissione ha un nuovo rovescio, un camp-gate (porta del castro) quadriturrito, realizzato con mattoni piccoli (RIC 556, 22a. - v. link); il tipo si conserva nella terza emissione differenziandosi rispetto alla seconda con l'introduzione di una stella sopra la porta e con una variazione nella dimensione del mattonato. Dunque la stella viene vista solo come elemento di differenziazione dell'emissione monetaria e ad essa non viene attribuito alcun particolare significato simbolico.
  • Infine la stella nelle ultime due monete (link 5 e link 6) viene integrata dal RIC nel segno di zecca, come elemento distintivo dell'emissione.

Un saluto cordiale.
Giulio De Florio

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