Roma,
23.8.2008
Egregio Lettore,
di seguito riporto gli
elementi
significativi pertinenti al medaglione di figura:
Medaglione1,
zecca di Antiochia (?), c. 375÷378 d. C., Cohen
VIII 16 (pag. 104/5)2.
Descrizione
sommaria:
D. D
N VALEN-S P
F
AVG3.
Valente, diademato di perle, busto paludato e corazzato a destra.
R. GLORIA
ROMANORVM4.
Valente, nimbato,
in abito militare, a cavallo a destra; davanti a lui una donna dalla
corona
turrita, prosternata, che sorregge una fiaccola (l'Oriente); in esergo
una figura distesa (Antiochia/l'Oriente?) tra le lettere A - N.5
La ricerca nel web
di medaglioni
della tipologia di figura ha prodotto i seguenti risultati:
- http://www.forumancientcoins.com/fakes/displayimage.php?pos=-2
Valens, Barbarous Medallion. A replica after the original in Vienna,
probably
electrotype. Obv: DN VALEN - S P F AVG, diademed, draped and cuirassed
bust right. Rev: GLORIA ROMANORV - M, A N in exe, emperor on horseback
right.
- http://commons.wikimedia.org/wiki/File:KHM_Wien_32.481_-_Germanic_Valens_medal,_378_AD_or_later.jpg
(KHM,
Münzkabinett - disponibile solo l'immagine del dritto ) Germanic copy of a Roman gold
medal
of Emperor Valens, made after 378 AD. Part of the treasure of
Szilágysomlyó (Şimleu Silvaniei), c. 525-550 AD.
http://commons.wikimedia.org/wiki/File:Szilagyomlyo_1a.jpg
(disegno intero tratto dal Cohen).
- http://www.smb.museum/ikmk/object.php?objectNR=7
Valentinianus I.
und Valens ca. 364-375 n. Chr. Ausstellung im Bode-Museum [Berlino; n.d.r.], Raum 242 BM-041/19
Römische Medaillone. Silber und Gold Obverse R-ES-IS -
ROMA-NO-R-VM
[RESIS statt REGES]. Zwei antithetische Kaiserbüsten, beide mit
Diadem, der Herrscher l. die r. Hand ausstreckend, der Herrscher r. mit
der l. Hand am Schwertgriff. Reverse GLORIA ROMANOR-V-M // A-N. Kaiser
mit Nimbus reitend nach r., vor ihm die Tyche von Antiochia mit
Mauerkrone, in der l. Hand eine Fackel haltend. Im Abschnitt eine
liegende weibliche Gestalt mit Füllhorn nach r. Dateca. 364-375 n.
Chr. Material Gold Weight 242,49 g Diameter 84 mm Die-axis12 h
ReferenceK. Regling, Ein Goldmedaillon von 48 Solidi, Berliner Museen.
Berichte aus den preussischen Kunstsammlungen 49, 1928, 67-70 mit Abb.
(dieses Stück); H. Dressel, Die römischen Medaillone des
Münzkabinetts der Staatlichen Museen zu Berlin (1973) 400 ff. Nr.
265; A. Bursche, Roman medallions in Barbaricum. Symbols of power and
prestige of Germanic élite in Late antiquity in: B. Kluge - B.
Weisser (Hrsg.), XII. Internationaler Kongress Berlin 1997. Akten II
(2000) 758 ff. 764 f. Taf. 4 a (dieses Stück, höchst
unvollständige Lit.-Referenzen); B. Weisser, Das Goldmedaillon aus
dem Schatzfund von Zagórzyn in: F. Reinert (Hrsg.), Moselgold.
Der römische Schatz von Machtum. Katalog zur Ausstellung im
Musée national d’histoire et d’art Luxembourg (2008) 87-90 mit
Abb. (dieses Stück). Item Medaillon Department Antike,
Römische Spätantike Accession 1928/5 Object number18200868
Find place Polen, Zagórzyn.
Venendo alle
conclusioni osservo che il medaglione
di figura è sotto ogni aspetto simile al medaglione che nel link
n°
1 viene indicato come
copia galvanica, cioè riproduzione in metallo non pregiato del
medaglione Cohen
VIII 16.
Un saluto
cordiale.
Giulio De Florio
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Note:
(1) Traggo
dal
sito
della
Deutsche
Bundesbank
-
Money
Museum
(v. link)
alcune
brevi
note
sui
medaglioni
romani,
stese
in
occasione
di
una
mostra:
"Il termine
<<medaglione>>
viene utilizzato normalmente per indicare dei prodotti di zecca non
finalizzati
alla circolazione. I medaglioni possono discostarsi dal denaro
circolante in una varietà di modi, come le dimensioni, il peso,
l'aspetto o il motivo. Le grandi monete d'oro potevano essere
utilizzate
per i pagamenti dal momento che pesavano diverse volte lo standard
aureo
monetario (il solido era di appena 4,5g). Ad ogni modo l'uso
commerciale tendeva
ad
essere raro. Queste medaglie venivano concesse dall'imperatore
prevalentemente
come doni onorari. Chi le riceveva applicava talvolta su di esse un
occhiello
o un appiccagnolo per potersene fregiare come simboli dell'onore
ricevuto. Begli
esemplari
di questo tipo sono stati rinvenuti al di fuori dei confini di quello
che
fu l'impero romano. Si pensa che abbiano costituito un mezzo per
mantenere
relazioni di buon vicinato con i capi dei <<popoli
barbari>> confinanti.
In altri termini Roma era disposta a ricompensare i comportamenti
virtuosi
ed il tributo in oro veniva talora pagato sotto questa forma".
(2)
Il
medaglione
di figura è tipologicamente simile (dotato cioè dello stesso tipo del dritto e del rovescio) al
medaglione aureo
classificato Cohen VIII 16 (v. link),
conservato
al
Münzkabinett -
Kunsthistorisches
Museum
di
Vienna, le cui caratteristiche, riassunte dal curatore del coin
cabinet , Dr. Klaus Vondrovec, in una mail del 24.2.2011, risultano
essere: peso lordo (incluso l'appiccagnolo) 412,47grammi, diametro circa 98mm, asse di conio 1h, inv.
n°. MK RÖ
32482 (e non invece quelle indicate dal Cohen: 407,336g, 97mm). Il medaglione di Vienna, rinvenuto nel 1797 nella località di Simleu
Silvaniei, attuale
Romania, viene genericamente descritto dal museo (v. link)
come
copia barbarica di un medagliane aureo dell'imperatore Valente. A parte
la somiglianza dei tipi, nessun accostamento è possibile
tra il medaglione di Vienna e l'esemplare del lettore, diversa essendo la lega utilizzata nel tondello (oro nel
primo caso,
materiale
sconosciuto, verosimilmente vile, nel secondo), diverso il diametro
(98mm contro 26mm), nulla potendosi affermare in ordine al peso che non
è stato reso noto dal lettore.
(3)
DN
VALENS
PF
AVG
(Dominus Noster VALENS Pius Felix
AVGustus). Vissuto
tra
il
328
e
il
378
d.C.,
Valente
fu
elevato
al
rango
di
Augusto
d'Oriente
(il
28.3.364)
dal
fratello
Valentiniano I che mantenne per sé l'impero d'Occidente
e la guida generale dell'Impero. Il 24.8.367 Valentiano I elevò
al rango di Augusto anche il figlio Graziano, dell'età di otto
anni.
Valente
seguì in larga parte le politiche del fratello maggiore ma, a
differenza
di questi, abbracciò l'arianesimo cristiano. Uomo intollerante,
perseguitò sporadicamente i Cristiani Ortodossi. Nel 365
represse
la rivolta di Procopio, alleato dei Goti. Intraprese una campagna
militare
contro i Visigoti di Atanarico e li sconfisse nel 369. Incerto fu il
suo
atteggiamento nei confronti dei Persiani che minacciavano l'Armenia ma
nel 376 concluse con loro un accordo di pace. Nel 376 ammise nel
territorio
dell'impero i Visigoti di Fritigerno ma in seguito costoro,
insoddisfatti
dei Romani, si ribellarono e nel 378 uccisero Valente nella battaglia
di
Adrianopoli, determinando la perdita di due terzi del suo esercito (per
il prosieguo
della storia del periodo si veda altra
pagina
di
questo
sito). Per qualche maggiore dettaglio sulla vita di Valente si
rimanda al portale dell'Enciclopedia Treccani (v. link).
(4)
GLORIA
ROMANORVM.
Il
rovescio
di
figura
ritrae
l'imperatore
Valente
nimbato
mentre
procede a cavallo verso una figura femminile prostrata. Il
nimbo
o
aureola
indicava
la
presenza
di
un'aura
di
gloria
o
di
potere.
Presente
nell'arte
greca
specialmente
a
partire dal 4° secolo a.
C.,
il nimbo circondava il capo di alcune divinità legate al culto
della
luce (Apollo, Artemide-Selene, Eos, Mitra). Il nimbo radiato è
anche
utilizzato per figure divinizzate di alcuni imperatori romani. In
numismatica
appare per la prima volta con Antonino Pio (v., ad esempio, il link). Verso
l'inizio del 4° secolo il nimbo comincia ad
apparire nei
monumenti
cristiani d'Oriente e d'Occidente ma non ebbe prima del 6° secolo
un'applicazione
costante. Riservato in origine alla figura del Cristo, fu
successivamente
adoperato per la Vergine, gli angeli, gli apostoli, i santi e i
personaggi
dell'antico testamento [Notizie tratte dal Diz. Enciclopedico
Italiano]. E' interessante notare che il tipo del rovescio di figura
è comune anche ad un altro medaglione, battuto questa volta nel
nome di
Valentiniano I e Valente (v. link),
conservato
nel Münzkabinetts der Staatlichen Museen zu Berlin.
(5)
La
sigla
A
N
in
esergo
sta
forse
ad
indicare
Antiochia
come
zecca
di
emissione.
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