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Costante e i voti decennali
11.6.2004
Salve, ho questa moneta di cui allego foto, vorrei sapere quanto vale e se è antica. Pesa circa 5 grammi, ha 3,1 cm di diametro ed è di color bronzo. Grazie per la consulenza. 
In fede
fig. 1
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Roma, 6.8.2004
Egregio Lettore,
di seguito le fornisco gli elementi che mi è stato possibile raccogliere sulla sua moneta:

Zecca di Aquileia, multiplo d'oro1, 340 - 350 d.C., RIC VIII 36, indice di rarità (secondo il RIC): "R4"

D. FL IVL CONSTANS - PIVS FELIX AVG.2 Busto, laureato a destra, drappeggiato e corazzato di Costante3
R. VICTORIAE DD NN AVGG4. SMAQ5 in esergo. Due Vittorie in piedi affrontate sorreggono una corona inscritta VOT/X/MVLT/XX6

Nel link di seguito indicato troverà diverse monete di Costante, anche se non quella di figura:
http://www.wildwinds.com/coins/ric/constans/i.html

Veniamo ora alla sua moneta. Secondo quanto da lei affermato, essa è di color bronzo e dunque non d'oro, come la moneta descritta dal RIC al numero 36 dell'ottavo volume del suo manuale. Inoltre differisce dalla moneta RIC 36 per il peso. Aggiungerò che le lettere della leggenda nella sua moneta appaiono poco definite nei contorni e tracciate in modo approssimativo rispetto agli esemplari d'epoca presenti nel sito di wildwinds sopra citato. Osservo infine che RIC36 è l'unica, tra le monete descritte dal RIC e prodotte dalla zecca di Aquileia, che presenti le stesse caratteristiche tipologiche della moneta di figura (cioè stessi tipi del dritto e del rovescio e stesse leggende); non esistono infatti, secondo il RIC, monete di bronzo della tipologia di figura. Alla luce di quanto sopra, sono portato a ritenere che la moneta in suo possesso possa non essere d'epoca.
La moneta è stata indicata come un riconio della De Agostini (v. link).

Un saluto cordiale.
Giulio De Florio

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(1)La moneta classificata RIC VIII 36 è d'oro e pesa c. 9 g. 
(2)FLavivs IVLivs CONSTANS PIVS FELIX AVGvstvs. 
(3)Costantino I, mentre era in vita,  aveva ripartito l'Impero fra i tre figli: Costantino, Costanzo e Costante, mantenendo per sé solamente la penisola balcanica (Tracia, Macedonia e Acaia) che, alla morte, aveva destinato per testamento ai nipoti Delmazio (la penisola balcanica) e Annibaliano (l'Armenia e la costa del Ponto).
L'imperatore era morto mentre fervevano i preparativi per la guerra contro la Persia. Il Cesare Costanzo, che già si trovava in Mesopotamia, venuto a conoscenza della morte del padre, si affrettò ad accorrere a Costantinopoli, dove organizzò una rivolta militare contro i suoi zii e cugini. Due fratellastri di Costantino e sette suoi nipoti, fra i quali anche Delmazio e Annibaliano, furono uccisi; e Costanzo, dopo essersi impadronito dei loro possedimenti, tornò in Oriente (338). Mentre la guerra contro i Persiani si trascinava a lungo, in Occidente aveva luogo una guerra fra Costante e Costantino II nella quale il secondo risultò soccombente, sicché,  nel 340, Costante, occupati i possedimenti del fratello, mantenne unito per 10 anni sotto il suo controllo tutto l'Occidente.
Costante che era favorevole alle decisioni del Concilio di Nicea, con la sua influenza, fece sì che l'arianesimo, il quale aveva ripreso il sopravvento alla fine del regno di Costantino, cedesse di nuovo il campo alla corrente ortodossa della chiesa: Atanasio fu richiamato dall'esilio in cui era stato inviato e nuovamente messo al suo posto di vescovo di Alessandria. Nel 350, in Gallia, Costante cadde vittima di un complotto militare, organizzato dal generale Magno Magnenzio, sua guardia del corpo [testo ripreso dal Kovaliov].
(4)VICTORIAE DD NN AVGG. Alla vittoria dei nostri signori augusti, Costante, augusto d'Occidente e Costanzo II, augusto d'Oriente.
(5)SMAQ (Sacra Moneta AQuileia) è il marchio della zecca di Aquileia.
(6)VOT/X/MVLT/XX. I voti erano promesse di sacrifici rivolte agli dei, funzionali a ricevere in cambio degli speciali benefici. A partire dal primo impero i voti venivano assunti (suscepta), moltiplicati e sciolti (exsoluta), secondo una successione di rituali che, confusi nel terzo secolo con l'acclamazione 'multis annis (imperes)' - governerai per molti anni - portarono alla formula acclamatoria tipica delle monete che associava l'assunzione dei voti all'augurio rivolto al sovrano di poter governare per molti altri anni ancora; nel caso della moneta in esame i voti sono decennali e l'augurio è di governare per altri venti anni.

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