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rev. 23.2.2013
Costanzo Gallo e la Fel Temp Reparatio
Roma, 10.5.2004
Sono in possesso di una moneta di epoca romana di cui sarei interessato a sapere il valore e tutto ciò che è possibile sapere su di essa (periodo, autorità per cui è stat prodotta, ecc). Allego a questa email le immagini e qui sotto inserisco le informazioni da voi richieste per l'indagine.
peso: circa 3 grammi, purtroppo non posseggo bilancia di precisione.
diametro: 18 mm
colore: ha una patina verdastra sul R e più scuro nel D.
materiale: probabilmente bronzo
asse di conio: alle ore 14, circa 60°
il tondello non è ferro-magnetico
D c'è una volto abbastanza ben consevato che guarda verso destra. In alto c'è una scritta di cui l'unica parte leggibile sembra CONSTANTINI e un po' più avanti sembra SIUNNO.
R Ci sono due figure ben conservate, un soldato in piedi con uno scudo in mano e nell'altra smbra una lanciacon il quale pare stia per infilzare un altro soldato caduto (forse da cavallo). Si leggono delle scritte di cui forse una pare PHANTYO nella parte destra.
Grazie in anticipo per la disponibilità e l'aiuto.
Cordiali saluti.
fig. 1
Roma, 1.6.2004
Egregio Lettore,
di seguito le fornisco gli elementi che mi è stato possibile raccogliere sulla moneta di figura:

Zecca ignota, Æ3 (per il significato, vedere qui) 

Descrizione sommaria (sono indicate in rosso le parti della leggenda usurate o comunque non più leggibili):
D.  Costanzo Gallo, testa nuda a destra. DN CONSTANTIVS IVN NOB C.
1

R.  Soldato elmato volto a sinistra, scudo trattenuto con il braccio sinistro, trapassa con una lancia un cavaliere caduto, scudo a terra a destra. Il cavaliere protende il braccio destro verso il soldato. Il cavaliere in alcune monete è rappresentato a capo scoperto, in altre con un cappello a punta. FEL TEMP REPARATIO2.

Purtroppo risulta impossibile rilevare, nell'esergo del rovescio, il marchio di zecca, marchio da cui dipende l'esatta catalogazione della moneta secondo il RIC VIII. Posso solo aggiungere che monete della tipologia di figura furono battute, nel nome di Costanzo Gallo, dalle seguenti zecche imperiali: Aquileia, Siscia e Sirmium.

Un saluto cordiale.
Giulio De Florio

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(1) Dominvs Noster CONSTANTIVS IVNior NOBilis Caesar. Interessante la storia di Costanzo Gallo. Il nonno, l'imperatore Costanzo Cloro, aveva avuto sei figli dalla moglie legittima Teodora, tra questi Delmazio senior e Giulio Costanzo, padre di Costanzo Gallo e, diversi anni prima, aveva avuto un figlio di nome Costantino da Elena, donna di umili origini con la quale aveva convissuto in regime di concubinato prima del matrimonio (come si usava allora quando le differenze di ceto sociale non consentivano l'unione legale). Alla morte di Costanzo Cloro nel 306, fu Costantino, allora ventiquattrenne, ad assumere, per ragione di età e di esperienza (i figli di Teodora erano piccoli),  l'eredità paterna. La famiglia di Teodora visse così all'ombra di Costantino. Divenuto imperatore, Costantino divise le responsabilità di governo con i propri tre figli: Costantino jr. ebbe la Spagna, la Gallia e la Britannia, Costante l'Italia, l'Illiria e l'Africa e Costanzo le province asiatiche e l'Egitto, mentre Costantino mantenne per sé la penisola balcanica. Prima di morire, nel 337, Costantino si ricordò nel testamento dei parenti della discendenza di Teodora, Delmazio jr e Annibaliano, figli del fratellastro Delmazio senior, e ad essi lasciò rispettivamente la penisola balcanica e il governo dell'Armenia e della costa del Ponto. Ciò fu la causa della loro disgrazia: alla notizia della morte di Costantino, il figlio Costanzo si precipitò infatti a Costantinopoli dove organizzò la strage dei discendenti di Teodora. Due fratellastri di Costantino, Delmazio senior e Giulio Costanzo, padre di Costanzo Gallo e sette nipoti, tra cui Delmazio jr. e Annibaliano furono trucidati. Si salvarono dal massacro Gallo di 12 anni e il fratellastro Giuliano (il futuro imperatore Giuliano, poi detto l'Apostata) che all'epoca aveva sei anni. Il crudele e sospettoso Costanzo risparmiò loro la vita ma li relegò in due diverse città dell'Asia Minore. I ragazzi furono circondati da maestri cristiani, che spiavano i loro minimi movimenti, sotto la guida di Eusebio, vescovo ariano di Nicomedia. In un momento di turbolenze nell'impero occidentale, Costanzo, sentendo il bisogno di avere in Oriente una figura simbolica a rappresentare la famiglia imperiale, convocò a corte Gallo, che era il più anziano dei cugini sopravvissuti, gli dette in isposa la sorella Costantina e lo fece Cesare a Sirmium, il 15 marzo del 351. Gallo e il nuovo prefetto pretorio dell'Est, Talassio, senza por tempo in mezzo, partirono per l'Oriente, e si insediarono ad Antiochia a metà maggio, nel momento in cui si vociferava del fenomeno meteorologico o astronomico della croce celeste, almeno creduto tale. Poiché la situazione al confine persiano si manteneva piuttosto tranquilla, Gallo ebbe vita relativamente facile. Le agitazioni degli Isauri e degli Giudei, specie di questi ultimi, furono represse con grande brutalità. Certo è che il suo governo fu caratterizzato da grande irresponsabilità e violenze che culminarono con l'istigazione al linciaggio del prefetto Domiziano e del questore Monzio. Dopo questo accadimento Gallo fu richiamato, ufficialmente per essere trasferito in Gallia, ma in realtà per essere privato delle prerogative e processato a Flanona, un'isola al largo della costa orientale dell'Istria, dove fu decapitato verso la fine del 354.
(2) FELix TEMPorum REPARATIO. Su questa leggenda e sull'associata tipologia monetale, molto comune nel periodo 337÷375 d.C., mi sono soffermato ampiamente in altra parte di questo sito (cliccare qui) per cui non aggiungerò altro.

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