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Author Topic: La monetazione aurea di Antemio  (Read 11282 times)

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Offline antvwala

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La monetazione aurea di Antemio
« on: July 18, 2010, 05:09:45 pm »
Mi pare utile estrarre dalla discussione sul solido trovato da Missing, alcuni post di carattere più generale e riproporli in questa nuova discussione, che si propone di analizzare le catalogazione dei solidi di Antemio formulate da Lacam, Kent e Burgess e di proporre una sintesi finale delle medesime, discutendone fondamenti, limiti e pregi. Ciò anche a seguito di un paio di richieste in tal senso che mi sono giunte a mezzo email: estrarre questi post da una discussione molto ampia nella quale diventa laborioso riscattarli e ampliare la discussione.



Da un post del 26/6:

Proviamo a confrontare come i tre Autori - Lacam, Kent (RIC) e Burgess - hanno definito la successione delle tipologie nel tempo (i numeri corrispondono ai riferimenti del RIC).
Intanto Lacam parte dall'idea che la zecca di Roma inizia a coniare con certo ritardo rispetto a quella di Ravenna: idea non condivisa né da Kent, né da Burgess, in quanto Antemio si stabilisce direttamente a Roma. Lacam sostanzialmente considera una sequenza imperatore di pace    imperatore di guerra: quindi prima i tipi nei quali indossa la clamide, poi quelli loricati. Pertanto anticipa la serie 2830-2835 a quella 2807-2826.
Quando Lacam realizza il suo studio, l'esemplare rarissimo in veste consolare (Ric 2806) non era conosciuto e, quindi, non lo può inserire nella sequenza che propone.
Burgess nelle linee generali fa propria la sequenza proposta da Kent nel RIC, ma apporta alcune correzioni, la più significativa delle quali riguarda il tipo 2803, che Kent assimila al 2802,  e che, invece, Burgess comprende nella serie 2807-2826.

(segue)

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Re: Sui solidi di Antemio
« Reply #1 on: July 18, 2010, 05:13:03 pm »
Da un post del 26/6:


Poiché l'iconografia della moneta nell'epoca romana rappresentata un veicolo fondamentale per la trasmissione di un messaggio, ecco che sotto questo profilo la sequenza Kent-Burgess appare molto più logica:

a) non appena incoronato, Antemio sottolinea l'unità dell'Occidente con l'Oriente, allo scopo di assicurare la pace al limes, ma essendo anche pronti alla guerra (immagine loricata);

b) durante il 468 si insiste con il messaggio dell'unità dei due imperatori, entrambi stanti in abito militare ma che reggono un'insegna con la legenda PAX (Ric 2804);

c) la celebrazione del reciproco riconoscimento della nomina consolare (Ric 2806) rassicura l'Occidente in merito all'appoggio goduto da Antemio da parte di Leone;

d) inizia la sfortunata spedizione contro i vandali e si realizza la tipologia "militare", quella fondamentale di tutto il regno di Antemio in quanto coniata con lo scopo di finanziare la guerra (Ric 2807-2826, nella quale Burges include anche il 2003);

e) dopo il disastro navale davanti alla costa cartaginese, scoppia il conflitto tra Antemio e Ricimero (quest'ultimo insediato a Milano) e quindi c'è bisogno di rassicurare l'opinione pubblica nuovamente con un messaggio di pace: dunque al dritto Antemio torna a indossare la clamide, mentre al verso si mantiene l'iconografia precedente, a sottolineare che nulla è cambiato nel rapporto tra i due imperatori e che Roma può sempfre contare sull'apporto di Costantinopoli.



(segue)

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Re: Sui solidi di Antemio
« Reply #2 on: July 18, 2010, 05:23:16 pm »
Da un post del 12/7:


Ho completato di scaricare il testo di Burgess sui solidi di Antemio, che è davvero un'opera magistrale di analisi numismatica, inserendo oltre un centinaio di immagini (quasi tutte a colori) che nel testo su internet sono sostituite da altrettanti link. Il testo completo (52 pag) è disponibile in formato pdf per chiunque lo desideri.


Aggiornamento: Al momento dispongo di un archivio digitale con circa 170 solidi di Antemio classificati in base al Ric. Sono incerto se digitalizzare ora le immagini del Lacam (un centinaio) o portarmi i due volumi del Lacam in Cile e digitalizzarli là, dove dispongo di uno scanner decisamente di migliore qualità. La perplessità deriva dal fatto che i due volumi del Lacam pesano 7 Kg, cioé 1/3 di tutta la disponibilità di peso di cui dispongo... Comunque anche il mio archivio di immagini e a disposizione di chiunque me lo chieda.

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Re: Sui solidi di Antemio
« Reply #3 on: July 18, 2010, 05:25:29 pm »
Da un post odierno:
Proseguendo nel confronto tra la catalogazione dei solidi di Antemio fatta da Lacam, Kent e Burgess, questo è il raffronto relativo allaz ecca di Ravenna. Anche in questo caso, Burgess non si discosta da Kent, se non in aspetti marginali. Nel Lacam, invece, appaiono attribuiti a Ravenna alcuni tipi solidi con la stella in campo che successivamente Kent e Burgess hanno riconosciuto essere di Ravenna.
Il lavoro di Burgess per molti versi da una risposta certa alla sequenza delle emissioni (ed alla loro corretta attribuzione alla zecca pertinente) in quanto analizzando dritti e rovesci (i cui conii avevano una diversa durata e quindi non venivano sostituiti simultanemente) è riuscito a dimostrare inequivocabilmente la sucecssione delle emissioni.
Per alcuni dei tipi considerati (II, VB, VIA, VIB) il Lacam non riporta immagini, ma solamente cita l'origine dei suoi dati.


(segue)

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Re: Sui solidi di Antemio
« Reply #4 on: July 18, 2010, 05:27:00 pm »
Da un post odierno:

Per meglio chiarire la logica inequivocabile in base alla quale Burgess determina la sequenza delle emissioni, riporto un esempio di come sia stato identificato l'accoppiamento dei conii. Generalmente, la durata di un conio di incudine permetteva che ad esso venissero abbinati 2 o 3 conii di martello.


(segue)

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Re: Sui solidi di Antemio
« Reply #5 on: July 18, 2010, 05:28:35 pm »
Da un post odierno:

E completiamo il discorso con la zecca di Milano. In questo caso le differenze tra i tre Autori sono contenute e riguardano solamente la sequenza dei tipi finali.


(segue)

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Re: Sui solidi di Antemio
« Reply #6 on: July 18, 2010, 05:29:50 pm »
Da un post odierno:

Forse sarebbe il caso di riprendere l'ultima parte, cioé il confronto Lacam/Kent/Burgess per le tre zecche e farne un topic a sé stante....
Ho raccolto una quantità enorme di documentazione iconografica: circa 170-180 immagini di solidi le ho in forma digitalizzata, ed un centinaio sono ancora da digitalizzare. Forse è la prima volta che viene raccolta una così grande quantità di immagini di solidi di Antemio! Il 50% devo ancora classificarli in bae al Ric, ma per un 25% che ho ripreso la classificazione che già avevano, molto spesso è da rivedere.
Il problema della classificazione è fondamentale: ovvero scegliere un criterio.
1) Privilegiare le varianti di legenda al dritto o al rovescio? o entrambe?
2) Privilegiare le varianti di legenda o quelle iconografiche?
3) Fino a che punto si deve arrivare?
Se si è troppo precisi nell'individuare le varianti, si arriva a che ogni copia di conii costituisce una variante!
E' un po' quello che mi è successo con i trachy: a furia di diventare preciso, finiva che tutto diventava "esemplare unico" e a joppich è successa la stessa cosa.

E' incredibile come Lacam e Burgess siano arrivati a conclusioni totalmente diverse, a volte opposte!
Il lavoro di Lacam è estremamente analitico, e si basa soprattutto sull'analisi stilistico delle lettere delle legende. Quello di Burgess, meno analitico, sull'aver rintracciato in modo inequivocabile la sequenza nei conii. Quest'ultimo lavoro a me pare quello che dà certezza in merito alla datazione/sequenza delle emissioni. Entrambi partono però da un postulato: che non ci fossero intercambi di conii tra le zecche: io non voglio dire che ci siano stati, ma non vedo ragione per escludere a priori che possano esserci stati.


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Re: Sui solidi di Antemio
« Reply #7 on: July 19, 2010, 05:31:34 am »
Quale complemento alle precedenti tabelle, riporto le campionature analizzate dal Lacam e dal Burgess per ogni zecca; aggiungo, per confronto, il numero di immagini che ho in archivio (digitalizzate+da digitalizzare):

Zecca di Roma:
Lacam: 54
Burgess: 81
Archivio: 111 (64+47)

Zecca di Ravenna:
Lacam: 28
Burgess: 50
Archivio: 66 (36+30)

Zeccca di Milano:
Lacam: 52
Burgess: 69
Archivio: 70 (34+36)


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Re: Sui solidi di Antemio
« Reply #8 on: July 19, 2010, 09:31:27 am »
La prima emissione di solidi, emissione d'incoronazione, si produsse forse simultaneamente presso le zecche di Roma e di Ravenna, ma con due iconografie diverse (Ric 2801 per Roma e Ric 2866 per Ravenna), essendo l'emissione romana assai più rara di quella ravennate. Essa si produsse immediatamente dopo l'arrivo di Antemio a Roma, probabilmente già nell'aprile del 467.

Al dritto, in entrambi i casi è rappresentato il busto di Antemio con veste civile rivolto a destra, come è abituale nelle emissioni d'incoronazione. Legenda: DNPROCANTHE-MIVSPFAVG presso la zecca romana e DNPROCANTH-EMIVSPFAVG presso quella ravennate.
Questa iconografia del dritto è abituale per l'emissione d'incoronazione per tutti i precedenti imperatori del V secolo, tranne Maioriano, mentre nelle emissioni successive il busto dell'imperatore è sempre frontale e per lo più con veste militare. Evidentemente all'iconografia con l'imperatore di profilo rivolto a destra era associata una valenza il cui significato ora ignoriamo.
Il fatto che tale iconografia sia assente proprio in Maioriano, il quale s'insediò nel 457 senza attendere la conferma dell'imperatore d'Oriente, Leone I, induce a ipotizzare che essa abbia attinenza con il riconoscimento di Costantinopoli.

Al rovescio vi sono due iconografie diverse, ma con la medesima legenda: SALVSREI-PV-BLICAE.
Nel tipo romano, vengono rappresentati Antemio e Leone I stanti frontalmente, in abito militare, che insieme reggono un globo crucigero posto tra loro e impugnano una lancia dal lato esterno. Quale sigla di zecca viene utilizzata una stella a 8 punte.
Nel tipo ravennate, i due imperatori sono rivolti l'uno verso l'altro, indossano vesti civili e insieme reggono un'alta croce posta al centro. Quale contrassegno di zecca troviamo l'abituale RV.
In entrambi i casi ci troviamo di fronte ad una iconografia innovativa, probabilmente disegnata a Costantinopoli, volta a sottolineare lo stretto legame tra i due imperatori e la rinnovata unità dell'impero e, forse, anche una presa di distanza dal recente passato.

Le motivazioni date dal Lacam per attribuire entrambe le tipologie alla zecca di Ravenna, non sono state condivise dal Kent e dal Burgess: quest'ultimo dimostrò la continuità dell'emissione d'incoronazione della zecca di Roma, con le successive emissioni romane.


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Nella figura. Sopra: solido d'incoronazione della zecca di Roma, Ric 2801. Sotto: solido d'incoronazione della zecca di Ravenna, Ric 2866.

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Re: Sui solidi di Antemio
« Reply #9 on: July 19, 2010, 11:04:56 am »
E' noto un solo esemplare del solido emesso dalla zecca di Roma per l'incoronazione di Antemio (Ric 2801), ed appartiene al British Museum. Questo esemplare è il medesimo che appare nel testo di Lacam, nel Ric e nello studio di Burgess.
Esso venne studiato da Oscar Ulrich-Bansa (1890-1992), dinamico ed innovativo direttore della Rivista Numismatica Italiana dal 1952 al 1967, il quale lo attribuì alla zecca di Roma. Una attribuzione non condivisa dal Lacam, che lo assegna alla zecca di Ravenna, basandosi sulla forma del diadema tipicamente ravennate, sulla posizione militaresca dei due imperatori stanti poco consona allo stile romano, sul paludamentum appoggiato sulle spalle come mai era stato rappresentato a Roma, e sull'interruzione SALVSREI-PV-BLICAE che a Roma appare molto di rado. Questi argomenti sono apparsi deboli al Kent ed al Burgess, tanto più che l'iconografia voluta da Antemio è affatto innovativa rispetto al passato; e vi è chi ha ipotizzato, con non pochi elementi a sostegno della sua tesi, che Antemio avesse raggiunto l'Italia accompagnato da un monetiere della zecca di Costantinopoli.


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Re: Sui solidi di Antemio
« Reply #10 on: July 19, 2010, 11:48:52 am »
Per quanto concerne la zecca di Ravenna, sono riuscito a documentare sei esemplari dell'emissione d'incoronazione, documentati dal Lacam, Grierson & Mays, Kent e Burgess.

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Re: Sui solidi di Antemio
« Reply #11 on: July 20, 2010, 11:39:36 am »
A ridosso dell'emissione di incoronazione, probabilmente verso maggio o giugno del 467 si produce la riemissione del medesimo tipo, ma con il busto frontale loricato, tanto a Roma (Ric 2802-2803) dove si mantiene l'uso della stella quale identificativo della zecca, quanto a Ravenna (Ric 2867-2871) con l'abituale contrassegno RV nel campo a cavallo dell'asta della croce. Anche questa seconda versione del solido d'incoronazione è molto rara per la zecca romana, per la quale è noto un solo esemplare. Per la zecca ravennate, invece, sono noti diversi esemplari.

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Nella figura. Sopra: seconda emissione del solido d'incoronazione, zecca di Roma, Ric 2802. Sotto: seconda emissione del solido d'incoronazione, zecca di Ravenna, Ric 2868.

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Re: Sui solidi di Antemio
« Reply #12 on: July 20, 2010, 12:14:09 pm »
Nell'agosto del 467 si celebrarono le nozze tra Alypia, la giovanissima figlia minore di Antemio, e l'anziano Ricimero, le quali avrebbero dovuto garantire la lealtà del magister militvm all’impero nella battaglia finale contro i Vandali. Questi sponsali avvennero “tra grandi feste; e la città di Roma, devastata, spopolata e immiserita, celebrò per l’ultima volta spensierati festeggiamenti, mai come allora più incongrui e surreali”. Un matrimonio fastoso che ebbe, quale illustre spettatore, il letterato Sidonio Apollinare, che scrisse: “l’unione del patrizio Ricimero con la figlia dell’Augusto immortale è di buon auspicio per la sicurezza dello Stato”.
Quindi si procedette a predisporre due nuove emissioni di solidi.

Una emissione, coniata tanto a Roma (Ric 2804), quanto a Ravenna (Ric 2872) e soprattutto a Milano (Ric 2884-2886), nel cui verso Leone I ed Antemio si tengono per mano e tra di loro vi è la scritta PAX in un ovale sormontato da una croce (la legenda si converte in PAS oppure BAS presso la zecca milanese): al verso hanno la legenda SALVSREI-PV-BLICAE. Una emissione ricca di ottimismo: dopo decenni di scarso appoggio tra pars orientis e pars occidentis, finalmente, l’impero tornava ad avere una strategia univoca e due imperatori che agivano come co-augusti di un unico impero. Anche in questo caso l'iconografia è affatto originale. Presso la zecca di Ravenna, la veste dei due imperatori stanti venne disegnato in una forma "svolazzante" molto caratteristica.
Nei tre casi, la zecca emissora è individuata mediante le sigle R/M, R/V e M/D collocata tra le figure degli imperatori stanti e la legenda nel bordo.

L'altra emissione (Ric 2805), venne prodotta dalla zecca romana in un limitato numero di pezzi e celebrava il matrimonio di Alypia e Ricimero. Di questa emissione, battuta a nome di Eufemia, forse restano due esemplari, ma solamente per uno di essi è nota una fotografia (l'altro è stato solo citato in un articolo).
Al dritto vi è il busto frontale di Eufemia e al rovescio due figure femminili, la cui identità è tuttora dibattuta, con la legenda GLORIAREI-PV-BLICAE. L'unico esemplare pubblicato, appartiene alla collezione Dumbarton Oaks ed è stato studiato dal Grierson: questi è del parere che si tratti di Alypia in quanto la figura a sinistra di minore dimensione, come si conviene nella rappresentazione di una coppia madre-figlia in segno di rispetto verso la genitrice. Kent, invece, è più propenso a credere che si tratti di Verina, moglie di Leone, in quanto così si creerebbe il doppio accoppiamento del solido di Antemio con al verso le due pars dell’impero e quello di Eufemia, anch’esso con le due pars; inoltre, aggiunge il Kent, Alypia non ebbe il titolo di Augusta (opinione non condivisa dal Grierson che, invece, proprio a causa dell'uguaglianza dei paramenti pensa che anche ad Alypia fosse stato dato il titolo di augusta).
L’opinione di Kent è assai autorevole e logica: tuttavia è contraddetta dal fatto che nelle monete in cui al verso vi sono due figure (Augusti od Auguste) a rappresentare la pars occidentis e la pars orientis dell’impero, queste hanno sempre la stessa dimensione, ad indicare la pari dignità delle due parti; la diversa dimensione, invece, è un argomento molto solido a favore di Grierson, attribuzione che condivido. Comunque sia, l’identità della seconda figura resta tutt’ora incerta.

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Nella figura. Sopra: terza emissione del solido, zecca di Roma, Ric 2804. In seconda posizione: terza emissione del solido, zecca di Ravenna, Ric 2872. In terza posizione:  terza emissione del solido, zecca di Milano, Ric 2885. Sotto: solido battuto a Roma in nome di Eufemia, con al rovescio Eufemia e Alypia (Ric 2805)



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Re: Sui solidi di Antemio
« Reply #13 on: July 20, 2010, 12:16:31 pm »
Tra l'aprile e l'agosto del 467 vennero tre tipi di solidi, tanto presso la zecca di Roma quanto quelle di Ravenna e Miolano, oltre al tipo emesso in nome di Eufemia.


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Re: Sui solidi di Antemio
« Reply #14 on: July 21, 2010, 05:28:52 am »
Nell’aprile del 467, quando Antemio giunse in Italia era accompagnato dal generale Marcellino, magister militum per Illyricum, fresco dei suoi trionfi siciliani nella lotta contro i Vandali, ma in pessimi rapporti con Ricimero, il quale apportava buona parte dell’esercito sotto il suo comando per affrontare i Vandali. Nell’autunno del 467 si avviarono le prime azioni nei confronti di Genserico, con un tentativo di sbarco dell’esercito occidentale sulla costa africana, capitanato dallo stesso Marcellino, al quale si dovette rinunciare per le cattive condizioni del tempo. Ma la vera e propria spedizione militare avvenne l’anno seguente, preparata congiuntamente dai due imperatori. Fu raccolto un capitale di circa 130.000 libbre d’oro (50 tonnellate), ovvero 11,4 milioni di solidi, ricorrendo a tutta la tassazione disponibile, allo sfruttamento delle tenute imperiale, a confische e ad ogni altra misura straordinaria possibile, tanto a Occidente come ad Oriente. Con questo capitale si allestì una flotta di 1100 imbarcazioni di diversa natura, 30.000 legionari imbarcati (oltre ai marinai), al quale si aggiunse l’esercito dell’Illirico e quello in Egitto, con una mobilitazione totale prossima alle 100.000 persone. Fu il più serio tentativo organizzato dalle due componenti dell’Impero Romano per cacciare via i Vandali durante tutti il V secolo. La riconquista dell’Africa avrebbe rappresentato non solo un importante successo militare, ma avrebbe assicurato notevoli introiti in denaro e gli approvvigionamenti di grano, e sarebbe stata la premessa per la ripresa del controllo sulla Hispania e sulla Gallia, senza bisogno di maggiore impegno militare. Il comando generale dei tutte le operazioni fu conferito a Basilisco, genero di Leone I. Tanto ad Aspar quanto a Ricimero furono assegnati ruoli del tutto marginali.
Iniziata nel migliore dei modi e conforme ai piani, alla fine di giugno del 468 l’impresa sembrava a punto di assicurare la conquista di Cartagine e l’abbattimento del potere di Genserico, quando Basilisco cadde in un tranello del re vandalo: accettò una tregua di cinque giorni, durante la quale i Vandali riuscirono ad incendiare gran parte della flotta romana e a trasformare in sconfitta una vittoria pressoché già ottenuta. Ovviamente vi furono molti dubbi in merito al comportamento di Basilisco, sospetto di tradimento: dubbi mai risolti dagli storici.
Con questa disastrosa conclusione, quanto mai inattesa, Leone I risolse di ritirarsi dal conflitto, con le casse erariali compromesse per anni, e di abbandonare l’Occidente al suo destino, mentre Antemio dovette rinunciare ad ogni illusione di riconquista dell’Africa.

Per coprire i costi della guerra, a partire dall'autunno del 467 fu approntata la più imponente emissione di aurei di tutto il V secolo, distribuita su tutte e tre le zecche e proseguita, molto probabilmente, sino all'estate del 468. L'iconografia di questa emissione - la medesima per tutte e tre le zecche - richiama quella precedente, ma il cartiglio con la parola PAX viene sostituito dal globo crucigero. Viene mantenuta la legenda SALVS REIPVBLICAE, che viene spezzata in modi diversi:

a) zecca di Roma (Ric 2803 e 2807-2825): SALVSREI-PV-BLICAE. Identificativo di zecca: RM, stella a 8 punte, stella a 6 punte, cristogramma. Vi è una particolare emissione realizzata con conii contrassegnati RM e ribattuti con la stella a 6 punte (Ric 2816fn): esistono almeno due conii di questo tipo. Una ipotesi interpretativa è che il contrassegno di zecca sui conii sia stato modificato all'ultimo momento a seguito di un momentaneo rientro di Antemio e della corte a Roma e, pertanto, la zecca capitalina tornò ad essere zecca comitale.

b) zecca di Ravenna (Ric 2873-2874): SALVSRE-PVB-VBLICE oppure SALVSRI-EIP-VBLICAE. Identificativo di zecca: stella a sei punte. In merito all'uso della stella quale indicativo di zecca a Ravenna - precedentemente era stato utilizzato solamente a Roma - ipotizzerei che tale identificativo fosse da intendersi proprio della zecca comitale e che sia stato utilizzato a Ravenna in quanto l'imperatore Antemio si era insediato con la sua corte prevalentemente in quella città durante lo svolgimento della guerra.

c) zecca di Milano (Ric 2887-2893): SALVSREI-PV-BLICAE. Identificativo di zecca: MD. Esiste una emissione con l'errata indicazione COMDOB invece di COMOB in esergo. 

Nel campo del rovescio spesso appaiono dei globetti disposti tra le gambe degli imperatori, in numero variabile (almeno sino ad otto, come ho potuto constatare nell'esemplare qui postato, Ric 2891): stante la grande frequenza delle emissioni di questa tipologia, è ragionevole supporre che questi globetti indichino la successione delle emissioni o comunque ne constituiscano un identificatore.

Per quanto concerne le proporzioni reciproche di solidi di questa tipologia prodotti dalle tre zecche, in una campionatura di 83 solidi ve ne erano
39 della zecca di Roma, 37 di quella milanese e 7 di quella ravennate.


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Sopra: emissione del 467/468, zecca di Roma (Ric 2816); in seconda posizione, emissione del 467/468, zecca di Ravenna (Ric 2873); in terza posizione, emissione del 467/468, zecca di Milano (Ric 2891); al fondo, emissione del 467/468, zecca di Roma (Ric 2816fn): stella sovrapposta all'identificatore di zecca RM.






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Re: Sui solidi di Antemio
« Reply #15 on: July 21, 2010, 10:29:58 am »
Riposto lo schema con la mia "ipotesi di datazione".

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Re: Sui solidi di Antemio
« Reply #16 on: July 21, 2010, 03:29:11 pm »
Emissione autunno 467 - primavera 468. Simboli identificatori della zecca di Roma.

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Re: Sui solidi di Antemio
« Reply #17 on: July 22, 2010, 02:02:09 pm »
Durante lo svolgimento della guerra contro Genserico, Antemio agì sempre d'intesa con il suo omologo d'Oriente, Leone I, sicché anche la scelta dei consoli fu concordata, come nel passato, con ciascuna corte che designava un console e riconosceva quello dell'altra: Antemio fu onorato con un consolato sine collega nel 468, come pure aveva fatto Leone I nel 466, il cui figlio Flavio Marciano fu console nel 469 e nel 472. 
Per celebrare il consolato di Antemio, venne coniato dalla zecca romana un solido consolare (Ric 2806). Probabilmente si trattò di un numero di solidi molto limitato, come dimostra la notevole rarità di questa moneta, conosciuta in un solo esemplare conservato in una collezione privata e studiato da Gorini (RIN 1987, pag 209): probabilmente fu battuta nel gennaio del 468.
La tipologia è quella classica delle emissioni consolari e in parte ricalca quella di Maioriano (Ric 2602), pur con aspetti innovativi. Al dritto è rappresentato il busto frontale di Antemio in abiti consolari, ed al rovescio Antemio e Leone I stanti frontalmente, che insieme sostengono un globo crucigero con la mano destra e stringono la mappa con la sinistra. Le legende sono rispettivamente DNANTHEMIV-SPERPETAVG e VOTIS-MVLTIS e RM nel campo.

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Nella figura: Emissione consolare della zecca di Roma, gennaio 468 (Ric 2806).

arrigome

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Re: Sui solidi di Antemio
« Reply #18 on: July 23, 2010, 05:16:59 am »
 :o :o Ho quasi paura di interromperti!!!  ;)
Ottimo lavoro Ant
... Ecco  quello che io intendo per "numismatico"...
E non serve avere il cercametalli!!!!
... e gran parte di tutto questo solo perchè un certo tipo ha rinvenuto un pseudo solido di Anthemio
Dai... mandalo in stampa prima che qualcuno....!!!

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Re: Sui solidi di Antemio
« Reply #19 on: July 23, 2010, 05:52:50 am »
:o :o Ho quasi paura di interromperti!!!  ;)
Ottimo lavoro Ant
... Ecco  quello che io intendo per "numismatico"...
E non serve avere il cercametalli!!!!
... e gran parte di tutto questo solo perchè un certo tipo ha rinvenuto un pseudo solido di Anthemio
Dai... mandalo in stampa prima che qualcuno....!!!
Grazie, Arrigo, ma temo di essere appena a un quarto di quello che vorrei analizzare. Perché mica ci sono solamente i solidi! Ci stanno pure i tremissi, e lì sì che sono cazzi acidi! Eppoi ci stanno i bronzetti, modesti certamente in quanto al metallo utlizzato, ma che per altri versi sono la parte ghiotta di tutto il discorso!
Il fatto è che tra una quindicina di giorni spiccherò il volo verso l'inverno (ad Achao, stranamente, non sta piovendo negli ultimi giorni: infatti sta nevicando: ho proprio voglia di vedere la mia casetta ammantata di neve!, anche se non ho dentro neppure uno straccio di riscaldamento!) e mi si pone il problema del "che fare". Portarmi dietro la documentazione mi crea un problema di peso: solo che i due volumi del Lacam pesano già 7 kg, più 2 kg il X tomo del RIC! Ma se non mi porto dietro la documentazione, come faccio a continuare a scrivere?

In quanto al "cercametalli", le poche volte che ne ho visto qualcuno era solo in fotografia!

La verità è che quando ci si appassiona a studiare un tema numismatico, come sto facendo ora con Antemio, ci si accorge che è molto più motivante di quanto lo sia "collezionare". Non ho (ovviamente) neppure una moneta di Antemio, né mi verrebbe in mente di acquistarla (visto i prezzi che ha anche il più modesto suo bronzetto!). Certo che se qualcuno volesse regalarmene una.....  ;D

Antvwala


PS) Ho speso un casino per comprare il II tomo del Lacam (per il primo, mi hanno regalato una fotocopia). Dal punto di vista della documentazione fotografica, sono 1200 pagine formato folio veramente entusiasmanti! (anche se il formato così grande obbliga a fotocopiare in A3 e non ci sta nello scanner). Dal punto di vista dei ragionamenti, l'analisi del Lacam si basa sullo studio dello stile del disegno e, soprattutto, delle lettere dalle legende, analizzandone anche gli aspetti al limite della visibilità con una cura straordinaria per il particolare.... per poi giungere a delle conclusioni che fanno acqua da ogni parte! E infatti Kent nel X tomo del Ric a ogni pié sospinto usa le fotografie del Lacam, ma dà un'impostazione totalmente differente. Lo studio del Burgess, basato sull'individuazione degli accoppiamenti conio di incudiine e di martello, a mio modo di vedere è quello più "certo" nelle conclusioni, e per questa ragione "l'ho fatto mio" in questo lavoro.

arrigome

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Re: Sui solidi di Antemio
« Reply #20 on: July 23, 2010, 01:31:21 pm »
Beh!.. forse è questa tua duplice dimora... che in un certo senso ti aiuta: "un pò ti dà e un pò ti toglie... Voglio dire.. che torni  ad Achao... e ti ritrovi con le "lupette"... poi ritorni quì... e rieccoti con il Lacam.. Kent e gli altri ;) :laugh:
ti consiglierei uno digitalizzare i tuoi libri in una chiavetta... ma .. so già la tua risposta (vuoi mettere il gusto di avere tra le mani il libro!!!?).
...già i tremissi??? dove cavolo sono?... dobbiamo andare alla ricerca di casse per munizioni!!!!?...
Il mio modesto consiglio è quello intanto di chiudere con il solido... magari in qualche "quaderno di numismatica.

Offline antvwala

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Re: Sui solidi di Antemio
« Reply #21 on: July 23, 2010, 02:29:27 pm »
Di chiavette me ne servirebbe più di una: ho circa 25 GB di libri e articoli digitalizzati: ma non il Lacam, che è il più voluminoso!
Un gruppo di amici lamonetiani sono venuti a trovarmi con tantissimo materiale digitalizzato! Solo che per ordinarlo per temi, mi ci vorrà qualche settimana (sono molte centinaia di articoli e testi vari!).
In realtà, avrei l'intenzione di considerare le lupette quale argomento da sviluppare quando mi trovo in Italia, e il V secolo quando mi trovo in Cile... Ma poi cambio facilmente di idea, in base alle circostanze. Quando mi trovo ad Achao, ho voglia di andare in giro per le isole, e non di stare troppo davanti a un PC.
Credo che finirò con comprarmi una "barchetta cabinata", molto spartana, con una cabina con 2-4 cuccette, una cucinotta ed un cesso con doccia, e passerò 3-4 mesi vivendoci sopra e portando avanti un sogno che coltivavo sin da quando avevo vent'anni: andare alla ricerca degli ultimi indios nomadi che vivono sulle loro canoe (ammesso che esistano!). Poi ho da concludere il libro che sto scrivendo sulla "Santeria" indigena del secolo XVIII, che è bellissima. Non è forse splendido questo Bimbo Gesù?
E la numismatica?.... Troverò anche per lei degli spazi di tempo...

Antvwala


PS) Prima che ci siano illazioni immotivate circa la mia "barchetta cabinata", preciso subito che non mi trovo in concorrenza con Pier Silvio, facendo gara a chi ha la "barchetta" più lussuosa. Per "barchetta cabinata" intendo qualcosa di simile a quella della foto che allego....

Offline antvwala

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Re: Sui solidi di Antemio
« Reply #22 on: July 23, 2010, 02:30:42 pm »
Se Aspar, magister militvm di Leone I, si era detto contrario alla guerra con i Visigoti, Ricimero dal canto suo aveva rinunciato a pronunciarsi: non tanto per contrarietà ad una guerra che dava una speranza di risollevare le sorti dell’impero d’Occidente, quanto per essere stato messo totalmente in disparte a favore del generale illirico Marcellino, pur conservando formalmente i titoli di magister militvm e patricivs.
Rispetto al tempo di Libio Severo, la situazione era peggiorata anche in Gallia.
Infatti, nel 466 Teodorico II era stato ucciso dal fratello Eurico, contrario alla sua politica filo romana, che aveva assunto il trono visigoto dando il via ad una politica di espansione sia nei confronti di svebi e burgundi, che della stessa provincia Arelate. Se la presenza di Leone I al fianco di Antemio aveva congelato le mire di Eurico, ora che l’appoggio dell’imperatore d’Oriente era venuto a meno, i Visigoti erano tornati ad osteggiare apertamente la presenza romana ad Arles e a Marsiglia, l’unica parte della Gallia ancora unite all’Occidente, mentre l’Alvernia (Auvergne), nominalmente romana, ma del tutto separata dall’impero, era governata da Ecdicio, figlio di Avito. Tra i popoli germanici della Gallia, gli unici che si allearono ai romani furono i burgundi, ma solamente a causa dell’ostilità che li contrapponeva ai Visigoti.

A questa situazione disastrosa negli aspetti politici e militari, si aggiungeva una ssituazione altrettanto disastrosa nell'aspetto economico.
Il disastro finale della flotta, si convertì in un trionfo per Genserico, che pose condizioni durissime per fornire Roma delle indispensabili granaglie. Inoltre bisognava liquidare l'esercito per poterlo smobilitare senza rischi di insubordinazioni violente. Se prima era indispensabile un capitale enorme per poter fare la guerra, ora era necessario un capitale altrettanto rilevante per poter ricostruire la pace. Le tre zecche italiane, pertanto, furono nuovamente impegnate in una massiccia emissione di solidi a partire dall'autunno del 468.
Questi ricalcavano nel rovescio la medesima iconografia di quelli coniati tra l'autunno del 467 e l'estate del 468, con i due imperatori stanti in aqbito militare che insieme reggono il globo crucigero. Nel dritto, invece, venne ripresa l'iconografia propria del tempo di pace, con il busto frontale di Antemio che indossa la clamide. Le emissioni sono numerose, e le ddifferenze più evidenti riguardano la spezzatura della legenda nel rovescio:

a) zecca di Roma (Ric 2830-2835): SALVSR-EIP-VBLICAE. Identificativo di zecca: RM in monogramma. Probabilmente coniò sino all'inizio del 472. Tanto Burgess come Kent, considerano un'unica tipologia. Lacam antepone il dritto con veste civile a quello con veste militare: ciò è contradditorio con la situazione storica e porta a incongruenze nella sequenza che egli ipotizza per le tre zecche.

b) zecca di Ravenna (Ric 2875-2882): SALVSR-EIP-VBLICAE, SALVSRI-IOV-BLICAE, SALVSR-EIP-VBLICA, SALVSR-EIPV-BLICAE. Indicativo di zecca: RV, spesso con una stella nel campo, tra l'indicativo di zecca ed il globo crucigero. Probabilmente coniò sino all'inizio del 472. Kent separa le emissioni ravvennate in due gruppi: uno iniziale, con un drappeggio semplice (Ric 2875-2876); e quello successivo, con il drappeggio più elaborato (2877-2882). Burgess, dal canto suo, suddivide la tipologia con drappeggio semplice in due gruppi di emissione (serie 5A e 5B), mentre quella con il drappeggio più elaborato corrisponde alla serie 5C: ma la sequenza dei tipi è abbastanza simile in entrambi gli Autori.

c) zecca di Milano (Ric 2894-2899): SALVSREI-PV-BLICAE, SALVSRE-IP-VBLICAE. Indicativo di zecca: MD. Probabilmente coniò sino all'estate del 471. Burgess sottolinea come l'emissione con il busto di Antemio in veste civile, sembra quasi essere un corollario di quella precedente: questo porterebbe ad anticipare la chiusura della zecca milanese addirittura al 470!

Per quanto concerne la quantità coniata dalle tre zecche, un campione di 55 solidi dà: 34 solidi per Roma, 11 solidi per Ravenna e 10 per Milano

(segue)

PS) Molto spesso aggiorno i post precedenti, evitando di creare un nuovo post, quando trovo dati che arricchiscono un'informazione oppure cresce la mia "banca di immagini", ciò che mi permette di aggiornare i dati statistici relativi alle frequenze.


Sopra: emissione 468/472, zecca di Roma (Ric 2831); al centro: zecca di Ravenna (Ric 2877); in basso: zecca di Milano (Ric 2897).

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Re: Sui solidi di Antemio
« Reply #23 on: July 23, 2010, 05:20:46 pm »
Aggiorno con lo schema della datazione.

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Re: Sui solidi di Antemio
« Reply #24 on: July 23, 2010, 07:03:15 pm »
Esiste un raro solido dell'augusta Aelia Marcia Eufemia (Ric 2827-2829), moglie di Antemio e sorella di Marciano, che probabilmente venne coniato nell'autunno del 468, poco dopo che l'iconografia dei solidi di Antemio passasse dal tipo "bellico", a quella "di pace". Venne emesso solamente dalla zecca di Roma, in quantità relativamente limitata (se ne conoscono due o tre decine di esemplari): comunque vi furono ripetute emissioni, come si osserva dai tipi diversi di conii e dalla presenza di globetti nel campo al rovescio, probabilmente per indicare la successione delle stesse.
Al dritto è rappresentato il busto di Eufemia rivolto a destra con legenda continua: DNAELMARCEVFEMIAEPFAVG o ...PPAVG; oppure interrotta: DNAELMARC-EVFIMIAEAVG. L'uso della lettera F anziché PH va a favore dell'ipotesi che il personale della zecca romana fosse stato rinnovato con monetieri provenienti da Costantinopoli.
Al rovescio vi è la Vittoria alata stante rivolta a sinistra che sostiene un'alta croce ingioiellata: un'iconografia affatto orientale e nuova per l'Occidente. La legenda è VICTORI-AAVGGG*, essendo la stella finale l'identificativo della zecca romana. In esergo, COMOB (Ric 2827-2828), oppure CORMOB (Ric 2829). Resta senza risposta il quesito in merito alla presenza di tre GGG, tipico delle Vittorie, nonostante gli Augusti fossero solamente due.




Antvwala


Nelle figure: solido di Eufemia, Ric 2829; aggiornamento dello schema con l'ipotesi di datazione, inserendo l'emissione del solido di Eufemia.

 

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