Nell’aprile del 467, quando Antemio giunse in
Italia era accompagnato dal generale Marcellino, magister militum
per Illyricum, fresco dei suoi trionfi siciliani nella lotta contro i Vandali, ma in pessimi rapporti con Ricimero, il quale apportava buona parte dell’esercito sotto il suo comando
per affrontare i Vandali. Nell’autunno del 467 si avviarono le prime azioni nei confronti di Genserico, con un tentativo di sbarco dell’esercito occidentale
sulla costa africana, capitanato dallo stesso Marcellino, al quale si dovette rinunciare
per le cattive condizioni del tempo. Ma la vera e propria spedizione militare avvenne l’anno seguente, preparata congiuntamente dai due
imperatori. Fu raccolto un capitale di circa 130.000 libbre d’oro (50 tonnellate),
ovvero 11,4 milioni di solidi, ricorrendo a tutta la tassazione disponibile, allo sfruttamento delle tenute imperiale, a confische e ad ogni altra misura straordinaria possibile, tanto a Occidente come ad Oriente. Con questo capitale si allestì una flotta di 1100 imbarcazioni di diversa natura, 30.000 legionari imbarcati (oltre ai marinai), al quale si aggiunse l’esercito dell’Illirico e quello in Egitto, con una mobilitazione totale prossima alle 100.000 persone. Fu il più serio tentativo organizzato dalle due componenti dell’Impero Romano
per cacciare via i Vandali durante tutti il V secolo. La riconquista dell’
Africa avrebbe rappresentato non solo un importante successo militare, ma avrebbe assicurato notevoli introiti in denaro e gli approvvigionamenti di grano, e sarebbe stata la premessa
per la ripresa del controllo
sulla Hispania e
sulla Gallia, senza bisogno di maggiore impegno militare. Il comando generale dei tutte le operazioni fu conferito a Basilisco, genero di Leone I. Tanto ad Aspar quanto a Ricimero furono assegnati ruoli del tutto marginali.
Iniziata nel migliore dei modi e conforme ai piani, alla
fine di giugno del 468 l’impresa sembrava a punto di assicurare la conquista di Cartagine e l’abbattimento del potere di Genserico, quando Basilisco cadde in un tranello del re vandalo: accettò una tregua di cinque giorni, durante la quale i Vandali riuscirono ad incendiare gran parte della flotta romana e a trasformare in sconfitta una vittoria pressoché già ottenuta. Ovviamente vi furono molti dubbi in merito al comportamento di Basilisco, sospetto di tradimento: dubbi mai risolti dagli storici.
Con questa disastrosa conclusione, quanto mai inattesa, Leone I risolse di ritirarsi dal conflitto, con le casse erariali compromesse
per anni, e di abbandonare l’Occidente al suo destino, mentre Antemio dovette rinunciare ad ogni illusione di riconquista dell’
Africa.
Per coprire i costi della guerra, a partire dall'autunno del 467 fu approntata la più imponente emissione di
aurei di tutto il V secolo, distribuita su tutte e tre le zecche e proseguita, molto probabilmente, sino all'estate del 468. L'iconografia di questa emissione - la medesima
per tutte e tre le zecche - richiama quella precedente, ma il cartiglio con la parola
PAX viene sostituito dal globo crucigero. Viene mantenuta la legenda
SALVS REIPVBLICAE, che viene spezzata in modi diversi:
a) zecca di
Roma (
Ric 2803 e 2807-2825): SALVSREI-PV-BLICAE. Identificativo di zecca: RM, stella a 8 punte, stella a 6 punte, cristogramma. Vi è una particolare emissione realizzata con conii contrassegnati RM e ribattuti con la stella a 6 punte (
Ric 2816fn): esistono almeno due conii di questo tipo. Una ipotesi interpretativa è che il contrassegno di zecca sui conii sia stato modificato all'ultimo momento a seguito di un momentaneo rientro di Antemio e della corte a
Roma e, pertanto, la zecca capitalina tornò ad essere zecca comitale.
b) zecca di
Ravenna (
Ric 2873-2874): SALVSRE-PVB-VBLICE oppure SALVSRI-EIP-VBLICAE. Identificativo di zecca: stella a sei punte. In merito all'uso della stella quale indicativo di zecca a
Ravenna - precedentemente era stato utilizzato solamente a
Roma - ipotizzerei che tale identificativo fosse da intendersi proprio della zecca comitale e che sia stato utilizzato a
Ravenna in quanto l'imperatore Antemio si era insediato con la sua corte prevalentemente in quella città durante lo svolgimento della guerra.
c) zecca di Milano (
Ric 2887-2893): SALVSREI-PV-BLICAE. Identificativo di zecca: MD. Esiste una emissione con l'errata indicazione COMDOB invece di
COMOB in esergo.
Nel campo del rovescio spesso appaiono dei globetti disposti
tra le gambe degli
imperatori, in numero variabile (almeno sino ad otto, come ho potuto constatare nell'esemplare qui postato,
Ric 2891): stante la grande frequenza delle emissioni di questa tipologia, è ragionevole supporre che questi globetti indichino la successione delle emissioni o comunque ne constituiscano un identificatore.
Per quanto concerne le proporzioni reciproche di solidi di questa tipologia prodotti dalle tre zecche, in una campionatura di 83 solidi ve ne erano
39 della zecca di
Roma, 37 di quella milanese e 7 di quella ravennate.
Antvwala
Sopra: emissione del 467/468, zecca di Roma (Ric 2816); in seconda posizione, emissione del 467/468, zecca di Ravenna (Ric 2873); in terza posizione, emissione del 467/468, zecca di Milano (Ric 2891); al fondo, emissione del 467/468, zecca di Roma (Ric 2816fn): stella sovrapposta all'identificatore di zecca RM.