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Author Topic: La monetazione degli Ostrogoti  (Read 23118 times)

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Offline antvwala

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La monetazione degli Ostrogoti
« on: January 28, 2011, 05:25:51 pm »
La monetazione degli Ostrogoti

Dopo un lungo periodo di decadenza della moneta, con gli Ostrogoti vi fu un momento di rinascita tanto economica, quanto culturale. Tra l’elemento gotico e quello latino si era creata una relazione di buona convivenza, quella che avrebbe potuto facilmente essere il punto di partenza per la costruzione di una nazione romano-ostrogota.
Una panoramica generale della monetazione ostrogota è quella proposta da Wroth nel 1911 (*), che nonostante ormai compia un secolo di vita, resta tutt'ora un buon punto d'inizio.




(*) Warwick Wroth, Catalogue of the Coins of the Vandals, Ostrogoths and Lombards, Londra 1911.

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Re: La monetazione degli Ostrogoti
« Reply #1 on: January 28, 2011, 05:27:19 pm »
Con il consolidamento del potere ostrogoto, ha fine (finalmente!) quel lunghissimo periodo di guerre civili che si era avviato con l’uccisione di Valentiniano III e che aveva infine portato l’Impero Romano d’Occidente al tracollo finale. Grazie alla rinnovata pace, risorsero le attività produttive ed il commercio e con esso la domanda di denaro.
Non solo venne mantenuta una abbondante coniazione di aurei e tremissi, ma soprattutto riapparve l’argento ed il bronzo, quest'ultimo anche nei moduli maggiori. La moneta aurea ostrogota, dunque, è sempre meramente imitativa di quella bizantina, distinguibile da essa unicamente per lo stile. Inoltre non è  possibile distinguere le emissioni di Atalarico da quelle dei suoi successori Teodato e Vitige, così come sono indistinguibili le emissioni di Totila da quelle di Teia. La monetazione d'argento e di bronzo, invece, è coniata in nome dei sovrani ostrogoti. Ed è proprio la presenza del loro nome o monogramma a rendere la moneta argentea ed enea, non più imitativa ma affatto originale, molto più interessante di quella aurea. Anche la qualità della moneta di bronzo, che durante il V secolo aveva raggiunto il massimo scadimento possibile, torna a livelli artistici apprezzabili, tanto che il follis coniato in nome di Teodato in quanto a bellezza artistica regge il confronto con i più bei medi bronzi dell’alto impero.


Antvwala

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Re: La monetazione degli Ostrogoti
« Reply #2 on: January 29, 2011, 06:18:22 am »
Antvwala afferma:

   Anche la qualità della moneta di bronzo, che durante il V secolo aveva raggiunto il massimo scadimento possibile, torna a livelli artistici apprezzabili, tanto che il follis coniato in nome di Teodato in quanto a bellezza artistica regge il confronto con i più bei medi bronzi dell’alto impero.

Condivido pienamente Antvwala.....!

Posto alcuni esemplari, efficaci e significativi.....!

autonomous

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Re: La monetazione degli Ostrogoti
« Reply #3 on: January 29, 2011, 08:56:39 am »
D'altronde, perché stupirci? Gli Ostrogoti erano degli ottimi gioiellieri!
Il guaio è che troppi film ci hanno presentato i popoli "barbari" come una orda di selvaggi ignoranti, quando nel V o VI secolo, la realtà era totalmente diversa. Siamo culturalmente troppo eurocentrici e romano-grecocentrici, e tendiamo a sottovalutare le altre culture. Dimentichiamo, per esempio, che quando Roma era un paesotto di capanne sparse tra le paludi e piccole colline, in Etiopia e nello Yemen stavano sorgendo magnifiche culture, capaci di creare non solamente grandi opere edilizie, ma anche una straordinaria letteratura.
Sottovalutare la cultura di Vandali e Goti vuol dire ignorare una componente essenziale della nostra stessa cultura, la quale, nonostante Giustiniano abbia impedito la formazione precoce di una "nazione italiana", è e resta una cultura meticcia, figlia dell'incontro tra Roma e queste Genti che meriterebbero maggiore attenzione e considerazione.

Un dubbio che ho: sicuramente al tempo di Odoacre, il personale della zecca era il medesimo degli anni precedenti. Forse operavano ancora le maestranze che Antemio fece venire da Costantinopoli. Ma durante il regno ostrogoto, gli zecchieri erano romani, bizantini o ostrogoti? Cosa ne pensate?

Antvwala

Fufieno

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Re: La monetazione degli Ostrogoti
« Reply #4 on: January 29, 2011, 01:43:53 pm »
Ti dò il mio povero parere.
Secondo me gli zecchieri dell' epoca erano rimasti romani (perchè c'è anche l' opzione bizantina? L' Impero di Giustiniano non era ancora l' impero bizantino, era l' Impero romano d' Oriente, che batteva moneta "latina", non era ancora in corso la rincorsa al greco), come d' altronde chiedeva la separazione dei compiti sotto gli Ostrogoti ( questi alle armi, i romani alle burocrazie civili, amministrative, quindi direi anche gli zecchieri). Magari i "superiori" erano goti.
Saluti,
Fuf.

Offline antvwala

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Re: La monetazione degli Ostrogoti
« Reply #5 on: January 29, 2011, 02:38:07 pm »
Li ho chiamati "zecchieri bizantini" per indicare che i maestri zecchieri fatti venire da Costantinopli avevano introdotto i disegni di stile orientale anche nelle zecche occidentali.
E' difficile definire in che periodo l'impero d'orienta da romano diventa bizantino. Dal punto di vista numismatico, ciò avviene con al riforma di Anastasio Dal punto di vista dell'adozione del titolo di basilevs, inviso ai romani, se non erro avviene con Eraclio. Ma culturalmente lo spirito bizantino inizia a far capolino sin dalla metà del V secolo: infatti Antemio era malvisto a Roma in quanto "greco"; e penso che con questa parola non si riferissero solamente al suo accento, ma al suo mondo culturale.
Il medioevo secondo alcuni inizia alla morte di Costantino Magno, o addirittura con l'avvento del cristianesimo. Il sentire medioevale, secondo me si manifesta appieno con Teodosio I e la stretta alleanza/sovrapposizione tra potere imperiale e potere ecclesiastico.
Ma con l'avvento del pensiero medioevale, si può ancora parlare di impero d'Oriente? O piuttosto non si deve parlare già di mondo bizantino?
L'arte costantinopolitana del VI secolo è del tutto bizantina, tanto che i mosaici ravennati del VI secolo sono uno dei capolavori dell'arte bizantina!

Antvwala

Fufieno

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Re: La monetazione degli Ostrogoti
« Reply #6 on: January 30, 2011, 09:53:54 am »
Il confine tra mondo romano e bizantino, come dici, è molto vago. Come hai già detto, la battitura di monete con caratteri greci inizia con Eraclio, ma dal punto di vista militare, le armate bizantine che invasero l' Italia nella guerra greco-gotica erano formate in larga parte da reggimenti di arcieri a cavallo, presi a modello dalle continue ondate di nomadi a cavallo provenienti dalle steppe asiatiche, e non più dalla solida fanteria pesante, le obsolete legioni. Quindi, ti devo dare ragione sulla distinzione romana/greca da questo punto di vista, con l' impero Romano d' Occidente (ma anche prima, pensandoci) finisce anche l' epoca d' oro della fanteria pesante. Scusami.
Saluti,
Fuf-

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Re: La monetazione degli Ostrogoti
« Reply #7 on: January 31, 2011, 11:53:58 am »
Più vado avanti a leggere sulla monetazione ostrogota, e più mi rendo conto di quanto sia complessa e poco conosciuta.
Wroth parla di mezze e quarti di silqua, ma in effetti non è così certo che effettivamente corrispondano a tali nominali. Durante il regno ostrogoto, vi fu la riforma monetaria bizantina (Anastasio), che ovviamente incise sulla pezzatura delle monete ostrogote, che dunque appare discontinua nei poco più di sessant'anni di durata del loro regno (dal 493 al 553). Inoltre mi pare di osservare che la zecca di Ravenna e quella di Roma nel nronzo usano criteri diversi.

Mi pare interessante questa citazione:
I Goti non sembrano portare con sé, giungendo in Italia nel 489, una propria specifica cultura monetaria. Essi avevano certamente esperienza della moneta, senza alcun dubbio quella bizantina, e, nella loro nuova collocazione, sembrano accettare i presupposti economici e giuridici di tradizione romana per l'emissione e la circolazione […]. I Goti in Italia emettevano la loro moneta in termini ufficiali, come moneta legale bizantina, in quanto delegati […] dall'imperatore […]. Il sistema ponderale delle emissioni (che erano trimetalliche, con oro, argento e rame), la loro organizzazione in nominali differenziati, i tipi (almeno quelli dell'oro) sono quindi quelli bizantini”.1
Storicamente, la prima opera monografica importante apparsa sulla monetazione ostrogota è del 1844 ad opera di Julius Friedlaender2, ma la catalogazione proposta da Wroth nel 19113, nonostante ormai compia un secolo di vita e vi siano alcune lacune4, resta tutt'ora un valido di riferimento nonché quello più spesso richiamato. Quindi risulta pur sempre uno strumento utile per realizzare una disanima generale della monetazione ostrogota
".
(da AAVV, I Goti, Electa-Mondadori, Milano 1994)


Siete tutti molto silenziosi sul tema prettamente numismatico: eppure tra voi più d'uno ne sa moltissimo più di me, che sono solamente un apprendista stregone!

Antvwala

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Re: La monetazione degli Ostrogoti
« Reply #8 on: January 31, 2011, 01:25:32 pm »
Salute Antuwala,

mi dispiace ma per quanto mi riguarda la monetazione ostrogota è un campo in cui ho poca dimestichezza, quindi, intervenendo ulteriormente potrei fare solo delle banali citazioni di cui si può fare tranquillamente a meno.

Altri forumisti invece potrebbero sicuramente contribuire ad approfondire l'importantantissima discussione ma, probabilmente, in questi giorni non sono attivi nel forum.

cordialmente,

Autonomous   

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Re: La monetazione degli Ostrogoti
« Reply #9 on: January 31, 2011, 01:28:57 pm »
Grazie Autonomous: so che la tua specializzazione va verso la moneta vandalica e sarda in particolare. Comunque tra i foristi non mancano persone interiorizzate nella monetazione ostrogota e, quindi, resto in attesa di "leggere" i loro interventi.  :)

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Re: La monetazione degli Ostrogoti
« Reply #10 on: January 31, 2011, 02:17:58 pm »
Ma cosa veniva coniato al tempo di Atalarico? Da una campionatura di monete  in argento e bronzo riportate dal motore di ricerca http://www.acsearch.info/record.html?id=193722, coniate in suo nome e considerando di volta in volta l'insieme di tutte le tipologie, si ottiene la seguente informazione:

½ silique: 2 esemplari
¼ silique: 10 esemplari
40 nummi: 10 esemplari (alcuni potrebbero anche essere attribuiti a Teodorico)
20 nummi: 5 esemplari (alcuni potrebbero anche essere attribuiti a Teodorico)
10 nummi: 33 esemplari
5 nummi: 2 esemplari (alcuni potrebbero anche essere attribuiti a Teodorico)
2,5 nummi: 10 esemplari (definiti genericamente come “nummi”)

Con il risveglio del commercio, gli Ostrogoti tendono a rispondere soprattutto alla domanda di medi e grandi bronzi, probabilmente in quanto in circolazione vi erano numerosi piccoli nummi coniati durante la fine del IV e la prima metà del V secolo, in quantità sufficiente a coprire il fabbisogno di questo nominale.
E' molto interessante osservare che i deka coniati in nome di Atalarico, ma in effetti dalla reggente Amalasunta, con al dritto Roma elmata e la legenda INVICTA ROMA e al rovescio Atalarico stante e la legenda DNATALARICVS, riportano la dicitura SC. Così facendo forse gli Ostrogoti volevano rimarcare che nel momento in cui iniziavano a battere moneta nel nome del loro sovrano, lo facevano con l'appoggio del Senato romano.

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Re: La monetazione degli Ostrogoti
« Reply #11 on: February 01, 2011, 11:56:51 am »
Eranno Arslan ritiene con argomenti molto solidi ed un'analisi del peso realizzata su un paio di migliaia di campioni, che il bronzo con al verso il nome di Atalarico in quattro linee, comunemente ritenuto un deka, corrisponda in realtà al valore di 15 nummi oppure di 1/3 di follis. In questo caso, la distribuzione degli esemplari di Atalarico nel campione segnalato diventa la seguente:

½ silique: 2 esemplari
¼ silique: 10 esemplari
40 nummi: 10 esemplari (alcuni potrebbero anche essere attribuiti a Teodorico)
20 nummi: 5 esemplari (alcuni potrebbero anche essere attribuiti a Teodorico)
15 nummi: 10 esemplari
10 nummi: 23 esemplari
5 nummi: 2 esemplari (alcuni potrebbero anche essere attribuiti a Teodorico)
2,5 nummi: 10 esemplari (definiti genericamente come “nummi”)

Questo non cambia il resto del discorso....

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Re: La monetazione degli Ostrogoti
« Reply #12 on: February 01, 2011, 12:07:18 pm »
Questa è la presenza di monete di Atalarico nelle Collezioni Civiche Numismatiche di Milano (con un numero totale abbastanza simile alla campionatura considerata precedentemente):

½ silique: 11 esemplari
¼ silique: 3 esemplari
40 nummi: 15 esemplari (alcuni potrebbero anche essere attribuiti a Teodorico)
20 nummi: 16 esemplari (alcuni potrebbero anche essere attribuiti a Teodorico)
15 nummi:  20 esemplari
10 nummi: 19 esemplari
5 nummi: 4 esemplari
2,5 nummi: 7 esemplari

Nel caso delle silique, la proporzione nella frequenza tra mezza siliqua e quarto di silqua si inverte.
Nel caso del bronzo, si conferma la netta prevalenza dei moduli da 10 e 15 nummi che, evidentemente, rappresentamo la pezzatura più richiesta dal mercato.

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Re: La monetazione degli Ostrogoti
« Reply #13 on: February 01, 2011, 12:15:51 pm »
Sul tema segnalo l'ampio testo di Ermanno Arslan "Teodorico il Grande e i Goti d'Italia" (38, pagg, 1993). Una profonda disamina delle emissioni ostrogote dal punto di vista ponderale e della quantità di conii utilizzati, basata su una campionatura di 1065 monete d'argento e 1218 monete di bronzo (senza contare la pezzatura da 2,5 nummi). Una base di dati davvero magnifica!

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Re: La monetazione degli Ostrogoti
« Reply #14 on: February 01, 2011, 01:34:03 pm »
La classificazione dei bronzi ostrogoti è abbastanza complessa e permangono tutt'ora alcuni dubbi in merito a determinati nominali: soprattutto talvolta vi è incertezza per distinguere il follis dal mezzo follis.
Inizialmente l'impero d'Oriente riconosce il fatto compiuto e accetta Teodorico quale reggitore dell'Italia e dell'Illirico: pertanto il sovrano ostrogoto conia moneta legittima e in nome dell'imperatore d'Oriente, Anastasio, insediatosi sul trono di Costantinopoli nel 491, due anni prima che Teodorico sconfiggesse Odoacre.
In quanto moneta legittima, gli ostrogoti rispettano i nominali e i pesi definiti dall'imperatore bizantino, anche se nel bronzo aggiungono nominali propri rispondenti alle necessità del rinato mercato italiano e nella proporzione delle quantità emesse, tengono in conto il parco presente, costituito soprattutto dalla monetazione bizantina e dai nummi del secolo precedente.
Quando nel 498 Anastasio riforma il bronzo bizantino sulla base del nummo e dei suoi multipli, gli ostrogoti si adeguano, sia pure con un leggero ritardo, ai nuovi pesi. Nel 538, Giustiniano nuovamente riforma il peso del nummo e nuovamente gli Ostrogoti adeguano le loro emissioni. Da tutto ciò, deriva una instabilità del peso del follis e delle sue frazioni, per cui a volte può risultare incerto comprendere se ci troviamo di fronte ad un follis “leggero” o ad un mezzo follis “pesante”.

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Offline Rugser

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Re: La monetazione degli Ostrogoti
« Reply #15 on: February 01, 2011, 06:12:32 pm »
Bellissimo quel decanummo di Atalarico !
Ant hai notato la variante caratteristica di questa moneta della zecca di Roma ?
Invece di INVICTA ROMA palesemente dice INBICTA ROMA.
E' tua ? Se non, dove hai trovato la foto ?
Dopo tanti anni è la prima volta che ne vedo una ...dopo la mia .. ;)

Grazie per le tante dotte notizie che ci dai.

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Re: La monetazione degli Ostrogoti
« Reply #16 on: February 01, 2011, 09:45:31 pm »
Ciao Rugser. Magari fosse mia! L'ho scaricata da http://www.acsearch.info/record.html?id=193722,  che sta rimpiazzando benino il Coin Archives!
Non avevo fatto caso alla forma INBICTA anziché INVICTA (o IMVICTA, anche frequente). Ho sfogliato alcuni cataloghi di monete ostrogote, ma non ne ho trovato alcun esempio e tra quelle che ho in archivio, 16 esempi, questa che ho postato è l'unica con questa dicitura!

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Re: La monetazione degli Ostrogoti
« Reply #17 on: February 01, 2011, 10:09:09 pm »
E' particolarmente interessante il follis tradizionalmente attribuito a Odoacre, ma probabilmente coniato da Teodorico nel 490 a Roma, per celebrare la vittoria su Odoacre. Al dritto riporta il busto di Zenone (che aveva incaricato Teodorico di cacciar via Odoacre) con la legenda IMP ZENO FELICISSIMO SEN AVG, o altre legende più o meno simili; al rovescio la Vittoria con la legenda IMVICTA ROMA e nel campo SC. Pesa da 13,60 a 19,80 g. Questo follis in origine probabilmente venne battuto con un peso nominale di circa 17-18 grammi.
L'immagine dei quattro esemplari che posto non è meravigliosa.... ma è quanto di meglio sono riuscito a trovare!
Ovviamente, se Sergio decidesse di postare l'immagine dei suoi esemplari di questo rarissimo follis.....

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Re: La monetazione degli Ostrogoti
« Reply #18 on: February 01, 2011, 10:24:14 pm »
Nel sito prima segnalato, ho trovato questi due esempi, decisamente più leggibili!

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Re: La monetazione degli Ostrogoti
« Reply #19 on: February 01, 2011, 10:27:47 pm »
Frugando tra le monete non ancora ordinate del medagliere del Museo di Achao, ho trovato questi 6 esemplari di questo interessante follis....

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Re: La monetazione degli Ostrogoti
« Reply #20 on: February 01, 2011, 10:31:10 pm »
ed ecco gli altri tre.

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PS) Mi hanno detto che questi sei follis sono stati trovati qui in Chiloé, durante la seminagione delle patate....

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Re: La monetazione degli Ostrogoti
« Reply #21 on: February 02, 2011, 06:53:27 am »
In un campione di 13 esemplari, il peso va da 13,6 a 19,8 g, essendo 15,7 g il valore medio. Considerando il livello medio di usura, è logico pensare che il peso nominale sia intorno ai 18 g, ciò che dà un peso del nummo pari a 0,45 g, leggermente superiore ai 0,40 g nominali dei nummi di Zeno. Ma per ragioni di prestigio, sin dall'inizio Teodorico volle che la "sua" moneta venisse accettata di buon grado dal mercato.
In quanto alle ragioni di questa emissione, ve ne sono fondamentalmente tre: finanziare la guerra, rianimare il commercio minuto, affermarsi quale rappresentante vittorioso dell'imperatore Zeno. La scelta di tornare ad un modulo pesante e di buon diametro (AE2), è correlata anche ad ovvie ragioni di prestigio, le stesse che lo indussero a produrre un medaglione aureo equivalente a 3 solidi con il suo ritratto.

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Re: La monetazione degli Ostrogoti
« Reply #22 on: February 02, 2011, 11:44:04 am »
Ciao Ant.
Di quei pezzi di Zeno coniati da teodorico non ne ho nessuno... tanto che dubito siano stati battuti dalla zecca di Roma.
Roma nei primi anni di Teodorico era ridotta ad un villaggio...comincia a rifiorire alla fine del regno... e da qui le emissioni autonome e per Atalarico ..e a seguire per Giustiniano.
Sono convinto, ma non faccio testo, che la monetazione per Zeno sia tutta di Ravenna.

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Re: La monetazione degli Ostrogoti
« Reply #23 on: February 02, 2011, 12:59:04 pm »
Se fosse della zecca di Ravenna, allora questo follis sarebbe di Odoacre, come si pensava inizialmente. Ma in questo caso non quadrerebbe più l'insime delle emissioni celebrative della vittoria!
Ermanno Arsla è dell'avviso che la zecca di Roma coniasse l'oro ed il bronzo, e quella di Ravenna l'argento...
Io non posso che fare caso a quello che scrivono gli esperti in materia, cercando di caonfrontare l'uno con l'altro e analizzarne la coerenza con il contesto storico. Sarebbe velleitario se cercassi di sostenere una opinione "mia" circa la zecca che conió questo follis!
Tra questo e i successivi follis certamente di Teodorico, vi è notevole continuità di modulo e peso (dopo il 493 vi è una riduzione del peso). Se si accetta che questo follis in nome di Zenone sia di Teodorico, allora va collocato tra il 490 ed il 492 (meglio nel 490) e non opuò che essere della zecca di Roma. E' vero che era poco più che un paesone, ma pur sempre aveva una zecca importante, ivi sedeva il Senato, e per ragioni di prestigio, Roma era pur sempre Roma! (Bossi non me ne voglia!)...

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Re: La monetazione degli Ostrogoti
« Reply #24 on: February 02, 2011, 06:38:39 pm »
Ermanno Arslan scrive che nel perpdp 490-492 venne forse coniato un penta con al dritto la personificazione di Ravenna. Un penta coniato in tale periodo, dovrebbe pesare circa 2,0-2,4 g per poter essere coerente con il peso del follis. Gli unici penta che trovo del periodo Teodorico-Atalarico, e sono molto rari, al dritto hanno Roma elmata (INVICTA ROMA) e non Ravenna, e pesano mediamente 1,50 g, un peso coerente al follis con aquila, coniato dopo il 527 e con il peso nominale del nummo intorno ai 0,25g.
Qualcuno di voi conosce un penta ostrogoto con Ravenna al dritto?
Grassie....

Antvwala

 

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