Tarpea e le tre leggende
Non si finisce mai di scoprire
Roma. Si può visitare l’immensa città
per anni, vi si può trascorrere una
vita, ma a ogni sampietrino, a tutti i monumenti, le strade e le vie si scoprono un pezzo di storia, un messaggio, un piccolo-grande tesoro di patrimoni culturali serbati con gran cura.
Sul pendio meridionale del Campidoglio, possiamo trovare una rupe che
porta il
nome di Tarpea e dalla quale venivano gettati i traditori.
LEGGENDE
Tarpea era una fanciulla romana, narrata dalla leggenda, che come al solito nella Capitale si fonde a tracce di realtà, in un misto
tra serio e profano.
Riguardo a Tarpea esistono tre versioni diverse che ne raccontano le gesta, ora viene ricordata come un’eroina, ora come una traditrice.
PRIMA NARRAZIONE
Un racconto tradizionale ce la indica come innamorata del re dei
Sabini,
per il quale tradì
Roma.
Per punizione venne gettata dal Campidoglio, proprio dalla rupe che adesso
porta il suo
nome.
SECONDA NARRAZIONE
La seconda leggenda la narra come una coraggiosa ragazza che concluse un’alleanza con gli avversari, ma solo
per poterli ingannare e
farli catturare dai soldati Romani. Secondo l’accordo i
Sabini avrebbero dovuto consegnare i propri scudi,
così essi sarebbero rimasti senza difesa. I
Sabini però la scoprirono e la uccisero.
TERZA NARRAZIONE
L’ultima leggenda che presento è forse la più nota e parla di Tarpea come di una fanciulla piena di vanità e alterigia, la quale voltò le spalle ai suoi concittadini, buggerò persino il padre comandante dell’esercito a difesa e fece strada ai nemici
Sabini. I rivali poterono
così far ingresso in
Roma. In cambio Tarpea voleva i bracciali dei
Sabini, infatti aveva espresamente richiesto in pagamento "ciò che portavano al braccio". I
Sabini, dunque, anche come sorte di punizione
per un traditore assieme ai bracciali le gettarono addosso anche i loro scudi e presto ella
perì sotto il peso di quegli oggetti preziosi ma fatali. (questa è la versione narrata da Plutarco)
nella foto qui in basso un denario repubblicano (L. Titurius Sabinus, Cr. 344/2a;
Syd. 698) nel rovescio Tarpea