Ci sno finito un po'
per caso ad interessarmi della vicenda di Onoria.
In effetti, stavo lavorando sul libro sugli ultimi 25 anni dell'impero d'Occidente. Più precisamente, cercavo di capire se davvero
Licinia Eudossia aveva potuto inviare o meno una lettera a Genserico: da lì, viene immediato l'ccosatmente alla vicenda di Onoria, anche perché erano insieme a corte.
Valentiniano III la offendeva con la sua
vita indecorosa: nulla di strano, dunque, che intimasse sempre di più con Onoria, dalla qaule la separavano solamente quattro anni d'età (quando si sposò, Licina aveva 15 anni e Onoria 19), e probabilmente cercò affetto anche in
Galla Placidia.
Galla Placidia: non so se, come scrive Giuseppe Zecchini, fu innamoratissima di Ataulfo, il grande amore della sua
vita. Certamente era molto ambiziosa e vedersi messa a parte dal figlio, ormai totalmente in balia di Ezio, le risultava inaccettabile.
Gli
imperatori si servivano ormai da oltre un secolo dei
barbari, e questo creava una determinata immagine. Perché non avrebbero potuto fare lo stesso anche le imperatrici?
Credo che siamo noi, uomini del secolo
XXI, che vediamo un divario di comportamento
tra romani e
barbari molto più grande di quello reale. Certamente la differenza del senso civile, era enorme: ma il comportamento comune, assai meno. Oggi vediamo con orrore i saccheggi del flagello di Dio: ma, nel V secolo (e in quelli precedenti), era normale, e non solo
per un esercito unno: infatti gli eserciti romani facevano esattamente lo stesso: saccheggiavano, stupravano, massacravano, schiavizzavano, "lasciavano il deserto e lo chiamavano pace romana".
Quando l'esercito datole da
Teodosio II occupò
Ravenna per restituire il trono al casato teodosiano, saccheggiarono terribilmente la città che erano venuti a liberare dal tiranno.
Credo che la nostra visione degli Unni sia peggiore della realtà, poiché condizionata dai cronisti giunti sino a noi, che sono quelli tramandati soprattutto dal mondo ecclesiale cattolico, inficiato dalla volontà papale di esaltare la figura di Leone Magno, il primo
vero papa della Chiesa.
Attila non fu fermato da Leone Magno, ma da un insieme di fatti ben diversi, né è secondario quanto posero sul piatto i due negoziatori di Aezio (che poi la tradizione papista fa divenire due angeli con la spada sguainata, oppure i santi Pietro e Paolo).
Che onoria abbia compito una bambocciata, non ci credo, anche perché era una donna trentenne quando inviò la sua lettera all'Unno, probabilmente ambiziosa quanto la madre e comunque sempre vissuta a corte. A
Ravenna c'erano molti militi unni e Onoria sicuramente aveva visto come si deformassero la testa sin da neonati,
per assumere un aspetto guerriero, ma piuttosto orrido; e come usassero non lavarsi mai, puzzando come carogne.
Dunque, perché scrisse ad
Attila? perché credette (ingenuamente) di essere capace ad usare a suo proprio beneficio una popolazione barbara,
così come vedeva che facevano gli
imperatori o lo stesso Aezio. E che lo facesse a insaputa della madre, mi pare poco probabile. Infatti la madre la difese e la coprì.
Invece ho molti dubbi sul fatto che
Teodosio avesse potuto appoggiarla. Piuttosto non voleva rogne con
Attila, con il quale doveva sdebitarsi, e quindi che gli dessero pure Onoria,
per quello che glie ne fregava a lui...
L'impero era pronto ad accettare un imperatore sanguemisto? Se alle spalle aveva un buon esercito in grado di imporlo, secondo me si, purché non compromettesse gli interessi dei patrizi latifondisti. Il senso dello Stato era morto e sepolto da almeno un secolo: quello che interessava ai ricchi era mantenere le proprie ricchezze; e
per i poveri, peggio di come stavano non avrebbero potuto stare, e quindi che arrivasse un imperatore mezzo visigoto o mezzo unno, se grazie a lui fossero stati un po' meno poveri, allora era il benvenuto!
Resta da comprendere nella vicenda di Onoria, quale potesse essere stato il ruolo e l'opinione di Leone Magno, certamente determinante.
Antvwala