sì, è più corretto parlare di
imitative che non di copie. il mio termine "
copia" è usato con un'accezione positiva, non in senso di falsificazione fraudolenta... di fatto si tratta di emissioni vere e proprie più che tollerate, anzi... secondo me pure in qualche modo autorizzate, magari informalmente o
per consuetudine. si doveva far fronte a una scarsità di circolante dovuta forse all'impossibilità delle officine "ufficiali" di far fronte in breve tempo alla produzione di un ingente quantitativo di
moneta che andasse a sostituirsi al circolante delll'impro romano centrale e divenisse
moneta propria ed esclusiva dell'impero gallico. che poi nella realtà circolassero monete dell'impero centrale assieme alle produzioni galliche è un dato di fatto. esiste una compenetrazione dei due circolanti sia in territorio gallico che in territorio "romano".
quanto sull'interpretazione "volutamente" schematica ho qualche perplessità... se ci fosse stata una volontà di differenziazione reale si sarebbero potuti tranquillamente creare dei tipi completamente differenti, magari mantenendo inalterata l'identità dell'imperatore in carica al dritto. ma
così non è. inoltre la degenerazione delle legende mi fa quasi pensare a una sorta di fretta nell'approntare i conii in quelle che in molti casi dovevano essere delle officine improvvisate. unendo fretta, mezzi tecnici magari limitati, necessità di produrre grossi quantitativi di
moneta, ricerca di prototipi da imitare... ecco che forse risulta più plausibile una progressiva degenerazione dei tipi imitati (dipendente dal modello primigenio: ufficiale o a sua volta imitativo).
questa ipotesi la ritengo credibile e oggettiva e valida anche
per spiegare la fantasiosità delle
imitative che spesso presentano dritti di un imperatore e tipi del rovescio di altri
imperatori (sempre dell'impero gallico) in questi casi particolari secondo me si può pensare sia a un mantenimento di uno dei conii
vecchi (mezzi limitati, il conio è ancora in buone condizioni: lo si usa anche se non è coerente con il nuovo conio del dritto).
Per parlare di scelta artistica volonatria secondo me bisognerebbe che tutte le
imitative fossero, diciamo
così (un po' impropriamente), degradate e bisognerebbe poi analizzare i manufatti e la produzione artistica coeva nell'impero gallico
per vedere eventuali assonanze stilistiche