LA SERENISSIMAFu
così che Treviso nel 1339 finì sotto il dominio di Venezia che nominò suo primo Podestà
Marin Faliero (il futuro sventurato Doge) il quale si diede a risanare la città dai malanni delle guerre dedicando anche molta attenzione all’economia agricola. In definitiva tanto bene operò
Marin Faliero che l’11 febbraio del 1344 i trevigiani “con unanime deliberazione del Consiglio dei 300, cedettero a Venezia la città, i
castelli, i beni, le regioni e le giurisdizioni”.
Dopo molti anni travagliati, la città sembrava finalmente godere di un periodo di pace e di prosperità, senonchè i rumori della guerra si avvicinarono nuovamente alle sue mura a seguito di un conflitto scoppiato
tra il Re d’Ungheria Ludovico il Grande e Venezia
per la supremazia sull’Adriatico. Calate nel
Veneto, le truppe straniere il 26 luglio 1356 (A. Battistella) assediarono Treviso, rinforzate dalle milizie inviate da Francesco da Carrara che sognava di estendere la sua Signoria nella Marca. Gli Onigo, i Collalto ed il Vescovo di Ceneda passarono anch’essi nelle fila nemiche,
così Venezia, vinta nella decisiva battaglia di Nervesa, il 18 febbraio del 1358 siglò a Zara una pace recuperando il trevisano ma perdendo tutta la
costa dalmata. Altro breve periodo di tregua eppoi la Repubblica veneziana si trova invischiata in nuove guerre contro nemici interni e stranieri. Guerre che direttamente o indirettamente coinvolgono anche la Marca trevigiana finchè, abbandonata da Venezia (esausta dal lungo conflitto con la Repubblica di Genova e dalle defezioni interne), Treviso fu “regalata” a Leopoldo Duca d’
Austria che, nel maggio del 1381, entrò in città festosamente accolto dai trevigiani, ormai abituati a far buon viso a cattiva sorte. Breve periodo tranquillo perchè il carrarese, dopo tre anni, pose nuovamente l’assedio a Treviso, adoperando questa volta argomenti più convincenti e cioè sparando dalle sue torri di legno, piazzate a Ca’ Foncello, micidiali bordate di artiglieria che costrinsero ben presto il Duca Leopoldo alla trattativa, conclusasi con la cessione della Marca (con Feltre e Belluno) dietro il versamento di 177.000 Ducati (tanto era il valore di Treviso e dintorni, in
moneta spicciola, a quei tempi).
Quattro anni durò la Signoria dei Da Carrara nel Trevigiano. Francesco il Vecchio governò con criteri da despota adattando alla sua politica gli Statuti e servendosi di funzionari esperti in ruberie.
Per timore di perdere le terre della Marca, egli fortificò con nuove mura e trincee i centri occupati ed introdusse in città truppe fidate e grandi riserve di granaglie.
I trevigiani
però, erano stanchi dei soprusi e delle malversazioni, il 30 novembre 1388 insorsero contro il tiranno, devastarono le case dei Ghibellini ed il Banco dei Prestiti e ripristinarono le forme di governo comunale con un’assemblea generale ed un Direttorio di dieci membri delegato ad esercitare provvisoriamente tutte le altre cariche. Il 3 dicembre Treviso ritornava nuovamente con Venezia ed il 15 dello stesso mese Francesco da Carrara lasciava definitivamente la città ed il castello soto la buona scorta delle truppe viscontee comandate da Jacopo Dal Verme inviato dalla
Serenissima con il
vice podestà Querini
per sistemare il passaggio delle consegne.
Treviso da allora in poi rimase sempre fedele al dominio di Venezia, che l’amministrò attraverso un proprio Podestà; lo dimostrò nel 1509 durante la guerra della Lega di Cambray: fu la sola città della terraferma rimasta fedele alla Repubblica
Serenissima.
CATALOGO
DESIDERIO 757-773
1. Tremisse AU gr. 0,982 mm. 14 R5
D/ +DNDESIDERIVS R, nel campo croce potenziata
R/ +FL A V TARVISIOC al centro stella entro cerchio
(Conosciamo solo 6 pezzi sicuramente autentici di questa
moneta)
Arslan 79 -
CNI 1/5 - Jecklin 22/26
Esistono esemplari con varianti d’interpunzione
L’interesse storico di queste emissioni, che riportano i nomi delle varie città in cui furono coniate accompagnati dall’attributo “
FLAVIA”, è eccezionale. Dette monete testimoniano infatti, l’affermarsi, in queste città, di tendenze autonomistiche nel momento in cui il Regno Longobardo volgeva al tramonto.
CARLO MAGNO 774-814
Nato nel 742 da Pipino il Breve. Alla morte del padre nel 768 è eletto Re dei Franchi assieme al fratello Carlomanno. Sposa Ermengarda figlia di Desiderio Re dei Longobardi. Morto nel 771 il fratello Carlomanno, rimane Re da solo. La notte di Natale dell’800 è incoronato Imperatore a
Roma da Papa Leone III. Muore a Milano nell’814, lasciando come successore suo figlio secondogenito Lodovico.
2. Denaro AR gr. 1,28 mm. 17 R4
D/C[AR]oLVS in due righe
R/+TA°RVI°SIVS piccola croce in cerchio di globetti
CNI 1/7 - Jecklin 84 - Perini 1 - Zanetti, tomo IV, tav.I,9/10
Esistono esemplari con varianti d’interpunzione
3. Denaro AR gr. 1,78 mm. 19 R3
D/KAROLVS in
monogramma cruciforme
R/+TARVISO nel campo globetto in cerchio di globetti
CNI 8/14 - Jecklin 86 - MG 216 - Perini 6 -
Prou 911 - Zanetti, tomo IV, tav. I,12
3a. D/ KAROLVS in
monogramma cruciforme accantonato da RE X FR R:.
R/ +T[AR]VISIO
Esistono esemplari con varianti d’interpunzione
4. Denaro AR gr. 1,57 mm. 21 R3
D/+CARLVS
REX FR Croce patente in cerchio rigato
R/+TARVIS
Monogramma di Carlo in cerchio rigato
CNI 15/24 -
MEC I, 747 - MG 220 -
Prou 912 - Zanetti, tomo IV, tav. II,16
Esistono esemplari con varianti d’interpunzione
LODOVICO IL
PIO 814-840
Nato nel 778 da Carlo Magno e da Ildegarda. Succede al padre nell’814. Muore nell’840, lasciando erede dell’Impero e del Regno d’
Italia il figlio primogenito Lotario
5. Denaro AR gr. 1,60 mm. 20 UNICA
D/HLVDOVVICVS
IMP AVG Busto coronato a destra
R/+ TARVISIVM Castello
Conosciamo solo 1 pezzo sicuramente autentico di questa
monetaCNI 1 - Perini 11
6. Denaro AR gr. 1,70 mm. 20 R3
D/+HLVDOVVICVS
IMP Croce piana in cerchio rigato
R/TARVISIVM
CNI 2/7 - MG 453 - Perini 12/13 -
Prou 913
Esistono esemplari con varianti d’interpunzione
LOTARIO I 840-855
Figlio di Lodovico il
Pio, nato nel 795. Re d’
Italia nell’820, alla morte del padre aspira al possesso di tutto l’Impero, contesogli dai fratelli Lodovico e Carlo il Calvo, e lo ottiene con il Trattato di Verdun nell’843. L’anno dopo fa incoronare Re d’
Italia il figlio Lodovico II che associa all’Impero nell’849. Muore nell’855.
7. Denaro AR gr. 1,33 mm. 21 R3
D/+HLO[TH]ARIVSI[MP]AV Croce patente in cerchio lineare
R/[TA]RVISI°
CNI 1/6 - MG 559 - Perini 17
Esistono esemplari con varianti d’interpunzione
CARLO IL CALVO 843-877
8. Denaro AR gr. 1,60 mm. 21 UNICA
D/+KAROLVSIMPERAT Croce patente in cerchio rigato
R/TARVISO
Manca in tutti i testi consultati.
L’esemplare a noi noto proviene dall’
Asta n. 1 della Munzen und Medaillen Deutschland, Lotto 1350.
VESCOVI TREVISANI Secc. X -
XIIDurante la lotta fra i pretendenti alle corone d’
Italia e dell’Impero, la Marca trevigiana viene incorporata in quella veronese, e la monetazione sostituita da quella di
Verona.
Esistono diversi Diplomi imperiali dei secoli X, XI e
XII che concedono ai Vescovi trevisani il diritto di battere
moneta, ma non risulta che abbiano fatto uso di tale concessione.
REPUBBLICA 1312-1318
Con la cacciata di Guecello da Camino, Capitano e Vicario imperiale, il 12 dicembre 1312 viene proclamata la Repubblica che
dura fino al 1318, quando i trevigiani decidono di mettersi sotto la protezione dell’Imperatore Federico I d’
Austria.
9. Denaro piccolo Mistura gr. 0,29 mm. 12 R2
D/+
CIVITAS Piccola croce patente in cerchio lineare
R/+.TA[RV]ISIVM. Piccola croce patente in cerchio lineare
CNI 1/3 - Perini 18
10. Denaro piccolo Mistura gr. 0,23 mm. 12 R
D/+
CIVITAS Piccola croce accantonata nei due angoli superiori da stelletta a 5 raggi; cerchio lineare
R/+. TARVISIVM. Piccola croce accantonata nei due angoli superiori da stelletta a 5 raggi; cerchio lineare
CNI 4 e 6/7 - Perini 20
11. Denaro piccolo Mistura gr. 0,24 mm. 12 R3
D/+
CIVITAS Piccola croce accantonata nei due angoli superiori da stelletta a 6 raggi; cerchio lineare
R/+. TARVISIVM. Piccola croce accantonata nei due angoli superiori da stelletta a 6 raggi; cerchio lineare
CNI 5 - Zanetti, tomo IV, tav. II,19
12. Denaro piccolo Mistura gr. 0,42 mm. 12 R2
D/ +*
CIVITAS* Piccola croce accantonata da 4 stelle a 6 raggi. Cerchio perlinato
R/ +*TARVISIVM* Piccola croce accantonata da 4 stelle a 6 raggi. Cerchio perlinato
CNI 8/10 - Perini 19 - Zanetti tomo IV, tav. II, 18
13. Denaro piccolo Mistura gr. 0,38 mm. 12 R4
D/ +
CIVITAS. Stella a 6 raggi in cerchio perlinato
R/ +TARVISII. Stella a 6 raggi in cerchio perlinato
CNI 11 - Zanetti tomo IV, tav. II, 20
ENRICO II Conte di Gorizia 1319-1323
L’Imperatore Federico I d’
Austria, assumendo Treviso sotto la sua protezione, nomina Vicario imperiale Enrico II Conte di Gorizia, il quale prende possesso della città il 10 giugno 1319 e viene riconosciuto Signore. Enrico muore nel 1323.
14. Grosso aquilino AR gr. 1,16 mm. 20 R2
D/+
COMES * GORIC*scudetto*
Aquila con le ali aperte e con la testa rivolta a destra
R/TA RV IS IV’* Croce che interseca il cerchio perlinato e la leggenda
CNI 1/9 - Perini 23
Esistono esemplari con varianti d’interpunzione
15. Denaro piccolo Mistura gr. 0,27 mm. 12 R
D/+
COMES GOR. Croce patente in cerchio perlinato
R/+TARVISIVM Croce patente in cerchio perlinato
CNI 10/15 - Perini 22 - Schweitzer 58/60
Esistono esemplari con varianti d’interpunzione
GIOVANNI ENRICO Conte di Gorizia 1323-1329
Figlio di Enrico II e di Beatrice di Baviera. Alla morte del padre gli succede, ancora bambino, nella Signoria sotto la
tutela della madre.
Non si conoscono monete di questo Conte.
CANGRANDE DELLA SCALA 1329
Sottomette la città nel 1329 ma muore pochi giorni dopo lasciando la Signoria ai nipoti Alberto II e Mastino II.
ALBERTO II E MASTINO II DELLA SCALA 1329-1339
Figli di Alboino fratello di Cangrande, succedono nella Signoria alla morte dello zio. Alberto nel 1312 sposa Agnese, figlia di Enrico Conte di Gorizia, e Mastino nel 1328 sposa Taddea da Carrara, figlia di Iacopo, signore di Padova. Nel 1339 cedono Treviso alla Repubblica di Venezia.
Non si conoscono monete degli Scaligeri
per Treviso.
REPUBBLICA DI VENEZIA 1388-1797
Nella pace conclusa nel 1339 gli Scaligeri devono cedere Treviso alla Repubblica di Venezia che la tiene fino al 1381 quando è ceduta a Leopoldo Duca d’
Austria che a sua volta la cede ai Carraresi nel 1384. Nel 1388,
per brevissimo tempo, è in mano a Gian Galeazzo Visconti Duca di Milano, prima che quest’ultimo la restituisca alla Repubblica di Venezia, a cui rimane fino al 1797.
Sotto i dogati di Francesco Foscari (1423-1457) e di Cristoforo Moro (1462-1471) vengono battuti nella zecca di Venezia dei Piccoli e dei Quattrini che dovevano servire
per la circolazione di tutte le terre della Repubblica, eccetto che
per Venezia stessa. Non avendo alcuna indicazione specifica che si riferisca a Treviso, le suddette coniazioni non vengono qui descritte.
AGOSTINO BARBARIGO Doge di Venezia 1486-1501
16. Bagattino Rame gr. 1,60 mm. 18 NC
D/+.S.MARCVS.VENETI . Leone in soldo
R/.S.LIBERALIS .TARVIXI . Il Santo nimbato in piedi di fronte, tiene con la destra la spada puntata a
terra e nella sinistra il vessillo.
Tra la spada e la leggenda N,
tra il vessillo e la leggenda M
CNI 1/14 -
Papadopoli 55/59 - Perini 28
16a. D/+.SANCTVS.MARCVS.VENETI
R/ S LIBERALIS .TARVIXI .
La città di Treviso, che aveva chiesto di avere sul suo Bagattino il
nome e l’immagine del
patrono della città,
San Liberale, fu esaudita con Decreto del Consiglio dei Dieci del 24 ottobre 1492 che ordinò alla zecca di coniare 100 Ducati di Bagattini del valore di 12
per Soldo. Le lettere N e M nel campo al R/ sono molto probabilmente le iniziali del Massaro
Nicolò Mocenigo in carica dal 14 gennaio 1492
BIBLIOGRAFIAArslan E.
Arslan, Le monete di Ostrogoti, Longobardi e Vandali. Milano, 1978
Bernareggi E.
Bernareggi, Il sistema economico e la monetazione dei Longobardi nell’
Italia superiore. Milano, 1960
CNI A.A.V.V.,
Corpus Nummorum Italicorum vol. VI,
Veneto zecche minori.
Roma, 1922
Jecklin F. Jecklin, Il rinvenimento di monete Longobarde e Carolingie presso Ilanz. Cividale, 1907
MEC P.
Grierson & M. Blackburn,
Medieval European Coinage.
Vol.I.
Cambridge, 1986
MG K.F. Morrison & H. Grunthal, Carolingian coinage.
New York, 1967
Murari O.
Murari, Il Grosso Aquilino di Treviso ed il suo stemmino. Firenze, 1972
Paolucci R.
Paolucci, La zecca di Venezia. Padova, 1991
Papadopoli N.
Papadopoli,
Le monete di Venezia,
vol. II. Venezia, 1919
Perini Q. Perini, Le monete di Treviso. Rovereto, 1904
Prou M.
Prou, Les Monnaies Carolingiennes. Graz, 1969
Schweitzer F. Schweitzer, Abregé de l’histoire
des Comtes de Gorice et série de leurs monnaies. Trieste, 1851
Zanetti G.A. Zanetti, Nuova raccolta delle monete e zecche d’
Italia. Tomo IV. Bologna, 1785