Ho iniziato a scrivere un articolo sulle
moneta postata da Rugser (che non appare nella lista dell'Alföldi e in nessun'altra), ma ho iniziato con il tema del culto di Iside e la celebrazione dei riti misterici. Penso che questi nummi, che considero medaglie
votive, fossero relazionate con la celebrazione di
Vota Pvblica misterici, riservati agli affiliati ai misteri isiaci, e che queste si celebrassero a
Roma in occasione del Capodanno. Quindi due celebrazioni: una pubblica con grande partecipazione di massa, e una misterica, riservata agli addetti.
Comincio a postare quel pochissimo che ho scritto sino ad ora (vado avanti molto lentamente poiché desidero documentare quanto meglio possibile ogni parola che scrivo), sperando in una vostra collaborazione che quanto più è critica, tanto più sarà gradita.
I misteri isiaciI misteri isiaci sono forse le più importanti
tra tutte le celebrazioni misteriche della
Roma imperiale e certamente sono quelli che hanno maggiormente influito nella formazione della religione cristiana negli anni in cui si andava delineando, separandosi nettamente dalla matrice ebraica originale (è solamente nel 325 che il Concilio di Nicea stabilisce l’identità
tra Gesù, Dio Padre e lo Spirito Santo: “
credo in unum Deum”).
Il culto di Iside, la
luna, prima di ogni altra cosa corrisponde a quello primordiale della Madre
Terra, dispensatrice dei frutti e simbolo della fertilità: esso è quasi certamente la prima espressione di religiosità dell’homo sapiens e risale al paleolitico (1). Espressione di questo culto sono le numerose
Venus paleolitiche ritrovate un po’ in tutto il continente europeo.
Iside in quanto tale, appare nella
metà del II millenio quale divinità principale nel delta del
Nilo, mentre suo fratello Osiride lo era
per l’Egitto meridionale. Era figlia di Seth, dio della
Terra, e di Nut, dea del firmamento. Prima ancora di nascere, si unì al Osiride e partorí Horus (2) (Arpocrate in greco, assimilabile ad
Apollo), divinizzazione del Sole, pur restando vergine: da qui l’attributo isiaco di “Madre-vergine degli dei”, governatrice dell’ordine del cosmo, dispensatrice delle messi.
Dall’Egitto all’isola di Delfo,
dove in suo onore venne costruito uno dei più famosi templi dell’antichità,
per giungere finalmente a
Roma,
dove Iside appare venerata sin dal I secolo a.C. “
Quid autem dicit, si di sunt illi quos colimus et accepimus, cur non eodem in genere Serapim Isimque numeremus?”, declama Cicerone. Il luogo di culto, l’
Iseum, all’interno del quale si trova il
Serapeum, sorge sul Campidoglio e a rendergli culto è il
collegium capitolinum, uno
tra i più potenti, dedito al lucroso commercio degli schiavi, anche se il collegio ad essa dedicato assume il
nome di
pastophorum collegium (3) . Sin dagli inizi, a
Roma il culto di Iside fu strettamente vincolato a quello di Serapide, versione romana di Osiride in sincretismo con il bue
Apis. Se Iside era la celebrazione della
vita, Serapide ucciso e poi risorto grazie all’intervento di Iside, rappresentava il trionfo
sulla morte.
Gli iniziati ai misteri isiaci veneravano Iside quale Vergine-Madre di Dio e Serapide quale unico Dio creatore. E’ evidente l’analogia con i versi danteschi “Vergine Madre, Figlia del tuo Figlio”!. Un accostamento che non è forzatura: infatti i
primi cristiani veneravano in Iside la Madonna e in
Serapis il Cristo: “
Illic qui Serapem colunt, Christiani sunt et devoti sunt Serapi, qui se Cristi episcopus dicunt (4)” scriveva Adriano nella sua
Historia Augusta (5).
Antvwala
(1) Come giustamente sottolinea Manuel Icardo, El mito de Isis (www.albaiges.com/religion/mitoisis.htm).
(2) Il glifo che rappresenta Horus-Arpocrate corrisponde a una figura seduta verso sinistra che porta il pollice alla bocca, glifo che nella lingua dell’antico Egitto rappresentava il bambino o il figlio e che, erroneamente, venne interpretata dai greci quale simbolo del silenzio: da qui la denomimanzione tipicamente greco-romana di Arpocrate il Silenzioso (v. Umberto Capotummino, Horus il Giovane (Arpocrate) e il silenzio iniziatico (http://www.esonet.org/studi-sullantico-egitto/horus-il-giovane-arpocrate-e-il-silenzio-iniziatico).
(3) Filippo Coarelli, Iside Capitolina, Clodio e i mercanti di schiavi, in Alessandria e il mondo ellenistico-romano, Istituto di Archeologia dell’Università di Palermo, 1992.
(4) “Gli adoratori di Serapide sono cristiani e quelli che sono devoti al dio Serapide chiamano se stessi vicari di Cristo”.
(5) Alessandro Galimberti, The pseudo-Hadrianic epistle in the Historia Augusta and Hadrian’s religious policy, in Hadrian and the Christians, Ed. Marco Rizzi, New York 2010