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Author Topic: La riforma di Caracalla, riflessioni  (Read 3304 times)

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Offline Postumus

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La riforma di Caracalla, riflessioni
« on: January 22, 2005, 10:10:23 am »
LA RIFORMA MONETARIA DI CARACALLA (214-215 D.c.)
L'innovazione più importante fu l'introduzione di una nuova moneta il cosidetto "Antoniniano" (anche chiamato "doppio denario") e, in limitatissima quantità "doppi aurei" detti anche "binioni".
Con tale riforma, le caratteristiche metrologiche delle monete (sempre con gli stessi rapporti tra valori) assumono i seguenti parametri:
•  asse 1/30 di libra di rame (10,91 gr.);
•  dupondio 1/24 di libra di oricalco (13,64 gr.);
•  sesterzio 1/12 di libra di oricalco (27,28 gr.);
•  quinario 1/192 di libra d'argento (1,70 gr.);
•  denario 1/96 di libra d'argento (3,41 gr.);
•  antoniniano 1/64 di libra d'argento (5,11 gr.);
•  quinario aureo da 1/90 di libra d'oro (3,64 gr.) passò a 1/100 di libra d'oro (3,27 gr.);
•  aureo da 1/45 di libra d'oro (7,27 gr.) passò a 1/50 di libra d'oro (6,54 gr.);
•  binione 1/25 di libra d'oro (13,08 gr.).

Il problema che vorrei proporre alla vostra attenzione è che dopo la riforma di Caracalla e prima di quella di Diocleziano, vi è un periodo in cui il peso delle monete diventa variabile a seconda dell'anno e dell'imperatore, sapreste indicarmi qualche fonte dove si parli dei pesi dell'oricalco (non dell'oro o dell'argento su cui stavano un po più attenti) del periodo di gallieno e usurpatori vari ?
Oppure com'è mia opinione non esiste nulla di certo perchè oramai andavano praticamente a casaccio?
Attendo i vostri preziosi interventi.
Caius Marcus Latinus Cassianius Postumus

Offline Federico M

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Re:La riforma di Caracalla, riflessioni
« Reply #1 on: February 01, 2005, 04:37:04 pm »
Non saprei suggerire niente di davvero mirato.
Comunque, in "Ancient History from Coins" di Howgego (un libro che suggerisco, perché è davvero di buon livello, anche se un po' "pesantino", essendo pensato più per studenti di storia che per collezionisti) sono riportato tabelle del contenuto in argento di denari ed antoniniani, più o meno sino al 260 d.C.... La cosa interessante è la fonte della tabella, ovvero un lavoro (al momento della stampa non ancora uscito) di R. Bland: "Denominational relashionships in the early third century AD", in Coin FInds and Coin Use in the Roman World... Può darsi che cercando questo lavoro si possa trovare qualcosa...

Federico

Offline Postumus

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Re:La riforma di Caracalla, riflessioni
« Reply #2 on: February 02, 2005, 09:54:39 am »
Figurarsi se ci fosse nulla scritto da un italiano ...
Grazie della segnalazione cercherò di recuperare il prezioso libello.
Caius Marcus Latinus Cassianius Postumus

petronius arbiter

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Re:La riforma di Caracalla, riflessioni
« Reply #3 on: February 05, 2005, 04:09:03 pm »
Il libro segnalato da Federico è disponibile anche in italiano ;D
"La storia antica attraverso le monete" di Christopher Howgego, puoi ordinarlo direttamente dal sito
www.edizioniquasar.it costa 22€ + spese.

ciao.
petronius :)

Offline Postumus

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Re:La riforma di Caracalla, riflessioni
« Reply #4 on: February 06, 2005, 01:12:06 pm »
Volevo sottolineare che come al solito quando si parlòa di libri per la catalogazione delle monete o di storia romana, vengono sempre fuori nomi stranieri, possibile che agli italiani non glie ne importi proprio nulla ?  ???
Caius Marcus Latinus Cassianius Postumus

Offline Federico M

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Re:La riforma di Caracalla, riflessioni
« Reply #5 on: February 06, 2005, 01:45:08 pm »
Qualche parere spassionato...
Secondo me, non c'è da stupirsi se spesso le opere di catalogazione di successo sono in inglese. Non credo sia questione di quello che importa o non importa agli italiani... a mio parere, se uno vuole essere letto, scrive nella lingua che è conosciuta da più persone (tutti i professori italiani di economia che conosco, ad esempio, scrivono in italiano sui quotidiani, ma in inglese sulle riviste scientifiche). Ciò per ciò che riguarda la lingua di stesura originale (sinceramente, se avessi la competenza per scrivere qualcosa di numismatica, lo scriverei direttamente in inglese).

Certo che, se in Italia ci fosse una massa abbastanza grande di collezionisti, si potrebbe sperare in qualche traduzione in più o magari in qualche opera italiana... ma qui il problema torna sul fatto che andare in giro a dire che si collezionano monete romane in Italia fa sembrare tombaroli, per cui pochi si preoccupano di rafforzare la domanda tramite associazioni e simili entità (che potrebbero -ad esempio- raccogliere abbastanza prenotazioni su un testo per far pensare a qualche editore che la traduzione vale la pena).

Federico

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Re:La riforma di Caracalla, riflessioni
« Reply #6 on: February 06, 2005, 02:41:19 pm »
Condivido il tuo punto di vista meno su di una particolarità ... escludendo un momento la numismatica, pensiamo alla storia, tutta l'Europa investe su studi e ricerche sullas toria romana, mentre noi ce ne strabattiamo ... nota che non è la lingua, guarda i nomi ... non sono di certo italiani.  :-\
Il problema è che in Italia se tu trovi una moneta romana per terra e la raccogli ti arrestano, me ntre i beni culturali la lòascerebbero lì fino a chele piogge acide e gli agenti atmosferici non la farebbero dissolvere. :-X

Caius Marcus Latinus Cassianius Postumus

Offline Federico M

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Re:La riforma di Caracalla, riflessioni
« Reply #7 on: February 06, 2005, 03:00:56 pm »
Sicuramente il nostro atteggiamento "proibizionista" sui beni culturali (li toccano solo i grandi guru, se e quando decidono loro; meglio lasciar crollare un monumento che farlo gestire ad un privato, etc.) può creare problemi e crea certo disincentivi (ho sentito storie attendibili di pescatori che recuperavano anfore su fondali sabbiosi e le RIBUTTAVANO IN MARE senza dir nulla per non farsi bloccare la barca due giorni per tutti i controlli possibili ed immaginabili... forse erano troppo sospettosi e le cose in realtà si sarebbero svolte facilmente e coi complimenti della sovrintendenza, ma anche in questo caso, abbiamo dei problemi di comunicazione!)... Ovviamente anche essere troppo liberi ha controindicazioni, ma le vie di mezzo sono spesso più savie.

Un noto problema italiano è poi che i ricercatori fanno abbastanza la fame: provate a chiedere a qualche amico che studia storia o archeologia com'è la vita del dottorando e quante possibilità ci sono di entrare in dottorato... In ogni caso non penso si possa dire che la comunità scentifica italiana è così irrilevante nel campo delle antichità: certo, però, che i Francesi ed i Tedeschi, ad esempio, ricevono più incentivi di noi a studiare in questo campo (in Italia ci vuole proprio la "vocazione")...

Federico

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Re:La riforma di Caracalla, riflessioni
« Reply #8 on: February 06, 2005, 03:33:36 pm »
Io ad esempio avrei fatto archeologia all'università, però è pur vero che uno deve "portare la pagnotta in tavola" e archeologia non ti molte speranze, in Italia per lo meno.
La domanda è sempre la stessa (e vale per molte cose, anche più importanti) ma i soldi dei contribuenti dove vanno a finire ?  :-X
E con questo concludo.... ci stiamo allontanando dalle nostre amate monete ...
Caius Marcus Latinus Cassianius Postumus

 

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