6)
Iside stante con Anubis: a) Iside accompagnata da
Anubis, entrambi rivolti a sinistra; b) Iside abbracciando
Anubis.
7)
Iside stante con Neftis: a) entrambe con maschera di elefante, l'una di fronte all'altra.
8]
Iside stante con Osiride: a) l'uno di fronte all'altro, entrambi con la parte inferiore del corpo serpentiforme.
9)
Iside stante con altra dea: a) entrambe emergono nude dal fiore del loto.
(aggiornamento e completamento di un post preceente)
In questi quattro gruppi appaiono iconografie apparentemente diverse. Iside, che appare generalmente tenendo il sistro e la
situla, i suoi attributi più tipici, è accompagnata da
Anubis messaggero degli inferi e suo protettore, oppure dalla sorella gemella Neftis, madre di
Anubis concepito da Osiride, o ancora da Osiride, fratello e marito. L'amore che accomuna Iside e Neftis
per il fratello Osiride, con cui entrambe hanno concepito un figlio, Horus e
Anubis, anziché inimicarle, le unisce saldamente in una sorta di triade amorosa.
Nella tradizione misterica isiaca,
Anubis, dalla testa di sciacallo, è il guardiano degli Inferi e, soprattutto, è il giudice finale delle anime che, se leggere, le affida a Osiride, se pesanti a Ammit, affinché le divori in un eterno supplizio. La figura di Neftis è molto complessa: ultima
tra i figli di Seb e di Nut, ebbe in sposo il fratello gemello Seth, che era sterile, il quale uccise Osiride
per vendicare l'amplesso
tra questi e Neftis, che generarono
Anubis. Piena di orrore
per questo omicidio, abbandonò Seth e aiutò in tutti i modi Iside affinché potesse ritrovare le membra di Osiride e ricomporne il corpo. Nefti è una divinità funebre legata alla preservazione e alla protezione del corpo dopo la morte: incarna il potere risanatore del dolore e la saggezza che nasce dal ritiro spirituale, che consente di accettare la sofferenza, di riflettere, di ricevere nuove intuizioni e di rigenerare le forze esauste. Tutte e tre le figure –
Anubis, Neftis e Osiride – hanno in comune il dominio dell'oltretomba: il primo, perché ne è il custode e ne ha le chiavi; la seconda perché sa dare conforto nel dolore; il terzo perché ha sconfitto la morte.
L'immagine più complessa è quella di Iside raffrontata ad Osiride: il corpo serpentiforme richiama nuovamente il viaggio all'oltretomba. Una iconografia simile a questa è riferita alla coppia Hapi-Nefertum: d'altra parte, è proprio di tutta l'area mesopotamico-egiziana rappresentare le deità in veste serpentiforme. Il serpente, simbolo di saggezza, è sacro a Iside e nell'ambito romano era auspicio di fecondità. Molto probabilmente nei riti di iniziazione isiaca la presenza del serpente, creatura benefica e non malevola, aveva un suo ruolo specifico: infatti nella cesta mistica, sempre presente nei riti connessi a Iside, c'era un'aspide insieme ad altri oggetti votivi.
Per quanto concerne l'ultima iconografia, essa generalmente è stata interpretata come due dee nude (o due Furie), ognuna delle quali ha un serpente
sulla testa, che si contrappongono (
Ric VIII Rome 496,
Cohen Julien 129): in nessuno dei due casi esiste un'immagine di questa emissione, mentre la descrizione dell'immagine è piuttosto confusa. Al non essere le due figure femminili nude, verrebbe da pensare ad una lettura imprecisa del tipo con Iside e Neftis raffrontate. La loro interpretazione quali Furie, pare poco supportata e risulta del tutto estranea alla iconografia dei misteri isiaci. E' più coerentemente pensare che una delle due figure corrisponda a Iside: l'altra potrebbe nuovamente trattarsi di Neftis, anche in considerazione del fatto che queste sono le uniche due figure femminili presenti nei riti misterici.
Antvwala