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Author Topic: IL GLOBO TERRAQUEO NELLA MONETAZIONE ROMANA  (Read 21398 times)

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Offline antvwala

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IL GLOBO TERRAQUEO NELLA MONETAZIONE ROMANA
« on: August 25, 2008, 05:11:59 pm »
IL GLOBO TERRAQUEO NELLA MONETAZIONE ROMANA


Il concetto di sfericità della Terra

Nel mondo antico, astrologia ed astronomia sono una stessa scienza e la lettura dell’universo è fondamentalmente magica. Inizialmente è così anche nel mondo greco: la Terra è concepita come una immensa zattera che galleggia nell’universo acquoso, sotto la volta del cielo, così come nel pensiero degli egizi e dei popoli mesopotamici. Tuttavia, nel VI secolo aC l’osservazione pragmatica comincia a contrapporsi all’interpretazione magica e così sorge l’idea che il pianeta Terra potesse avere la forma di un globo.
Il primo a mettere in discussione l’immagine preclassica, fu il filosofo Anassimandro, nato forse nel 611 aC . Secondo Aezio, Anassimandro sosteneva che gli astri fossero rotondi  , che il Sole fosse grande ventotto volte e la Luna diciannove volte la Terra. Un secolo più tardi, Pitagora e Parmenide, suo discepolo, sostennero la rotondità della Terra in quanto il globo rappresenta la forma geometrica ideale per mantenersi in equilibrio nell’universo. Concetto poi ribadito in forma molto autorevole da Platone (427-348 aC). Tuttavia fu Aristotele (384-322) che formulò la prima inferenza scientifica circa la sfericità della Terra, osservando che l’ombra del nostro pianeta sulla luna ha forma circolare.
L’idea del globo terracqueo è un concetto acquisito nel mondo romano. Cicerone scrive: “Ac principio terra universa cernatur locata in media sede mundi, solida et globosa et undique ipsa in sese nutibus suis conglobata, vestita floribus, herbis, arboribus, frugibus, quorum omnium incredibilis multitudo insatiabili varietate distinguitur. ”
Con l’imporsi del pensiero cristiano, inizialmente non viene messo in discussione il concetto della sfericità della Terra. Tuttavia a poco a poco si viene a perdere la conoscenza del pensiero classico e si impone, invece, una visione dell’universo sempre più integralista e correlata ad una lettura assolutamente letterale della Bibbia, che considera la Terra piana in modo conforme al pensiero mesopotamico ove ha origine il popolo ebreo, provocando una involuzione del pensiero del mondo occidentale.
L’idea della sfericità della Terra, invece, si mantiene nel pensiero arabe, assai più attento ai classici greci di quanto non lo fosse l’occidente.
L’idea che la Terra fosse rotonda non scomparve totalmente nel mondo cristiano. Dante Alighieri non dubita della sfericità del pianeta della sua Commedia, ed in Spagna, ove più a lungo durò la dominazione islamica, tale idea era di dominio comune nel mondo colto, ance se non necessariamente sempre condivisa. Da qui che non è strano che il navigatore Cristoforo Colombo facesse suo questo pensiero.


Il globo terrestre, simbolo di potere nella monetazione romana e bizantina

Se la Terra è concepita come un globo, allora il potere universale non può che essere rappresentato con un globo. E così avvenne nella monetazione romana, centralizzante e totalizzante, presso la quale il globo rappresentava il dominio materiale e culturale di Roma sul mondo intero: per questa ragione, il globo terraqueo appare – e con notevole frequenza – con il sorgere del potere imperiale.
Stendardi, vessilli, scettri, facevano parte delle insegne proprie di ogni imperatore, ch egli stesso definiva e sceglieva. Il globo terraqueo, invece, insieme all’aquila aurea, venivano assegnato all’imperatore dal Senato, in pratica rappresentando una investitura da parte dell’organo politico fondamentale della Stato, almeno nominalmente.
Il globo è spesso sormontato da una vittoria, la forza che ha generato il potere. Altre volte è sormontato da una fenice, a simboleggiare l’eternità di Roma e del suo dominio.
Inizialmente, come abbiamo indicato, la cultura cristiana non si chiude alla conoscenza del mondo classico. Ed infatti la conoscenza della sfericità della Terra si perde a poco a poco attraverso i secoli, e mai completamente. Il globo terracqueo resta nella sua qualità di simbolo universale, ma ora appare sormontato da una croce, convertendosi in globo crucigero. Quindi vi è una evidente continuità tra la moneta romana ove il globo è sormontato dalla vittoria, e quella tardo-romana e bizantina, ove è sormontato da una croce. Muta lo strumento del potere, ma il significato rimane identico.
Il primo imperatore ad adottare il globo crucigero fu Arcadio, probabilmente nelle emissioni auree avvenute tra il 395 ed il 400. Nelle emissioni bizantine, infine, il globo crucigero diventa quasi una costante.

Nelle immagini allegate:
1) un aureo di Nerone con il globo niceforo
2) un aureo di Antonino Pio con limperatore che regge il globo terracqueo
3) un asse di Vespasiano con il globo sormontato dalla fenice
4) un tremisse di Arcadio con il globo crucigero


Antvwala

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Re: IL GLOBO TERRAQUEO NELLA MONETAZIONE ROMANA
« Reply #1 on: August 26, 2008, 03:39:22 pm »
L’affermazione ufficiale dell’universalità di Romaè precisata dalla  “lex Gabinia Calpurnia de insula Deli”, promulgata nel 58 a.C. e ratificata da un senatoconsulto. In questa legge viene due volte menzionata la terra intera (orbis terrarum): la prima volta per ricordare che i pirati l’avevano devastata, la seconda, senza nominarla, a proposito dell’opera pacificatrice di Pompeo. Sulle monete il concetto di “orbis terrarum” viene raffigurato con un globo associato ad altri soggetti.
L’esemplare più antico di moneta con il simbolo del globo è un denaro repubblicano di Cn. Lentulus (76-74 aC): al dritto reca la testa allegorica del Genius Popvli Romani, ed al verso l’orbis terrrarvm tra uno scettro di ghirlande ed un timone (v. immagine allegata).
Con il termine “orbis terrarum” il pensiero romano intendeva rappresentare il globo terrestre, e non il suo movimento nello spazio. L’orbis terrarum si divideva in tre parti, come ci confermano Pomponius Mela (“in tres partes universa dividitur”) e Plinio (“terrarum orbis universus in tres dividitur partes”).

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Re: IL GLOBO TERRAQUEO NELLA MONETAZIONE ROMANA
« Reply #2 on: August 26, 2008, 03:42:12 pm »
Per ribadire che l'orbis terrarum rappresentava il mondo conosciuto, abbiamo un bellissimo denaro di Ottone, coniato per celebrare la pace che regnava in tutto l'impero, ovvero la "pax orbis terrarvm".

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Re: IL GLOBO TERRAQUEO NELLA MONETAZIONE ROMANA
« Reply #3 on: August 26, 2008, 03:44:15 pm »
Il buon governo di Tiberio è rappresentato in un asse nel quale il timone, simbolo della giusta direzione, è associato al globo terraqueo .

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Re: IL GLOBO TERRAQUEO NELLA MONETAZIONE ROMANA
« Reply #4 on: August 26, 2008, 03:47:00 pm »
Più incerta l'interpretazione di questo straordinario denaro di Domiziano, sul quale mi piacerebbe conoscere cosa ne pensate e quale interpretazione gli date. Certo è una delle monete più affascinanti di tutto l'impero romano!

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Re: IL GLOBO TERRAQUEO NELLA MONETAZIONE ROMANA
« Reply #5 on: August 26, 2008, 03:52:20 pm »
Infine, agli inizi il pensiero cristiano mantenne l'idea della sfericità della terra. Questo solido di Teodosio, della zecca di Tessalonica, è particolarmente interessante, in quanto l'immagine del globo crucigero è abbinata alla legenda GLOR[] ORVIS TERRAR[UM], confernabdo quindi il senso che la croce domina sul globo terrestre.

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PS) Ma nessuno ha niente da aggiungere? Il tema è affascinante.... e per giunta è abbinato ad alcune tra le più belle monete di Roma!

Offline antvwala

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Re: IL GLOBO TERRAQUEO NELLA MONETAZIONE ROMANA
« Reply #6 on: August 26, 2008, 04:07:50 pm »
Il più nobile degli imperatori romani, colui che più di ogni altro sentì e vivette il suo ruolo come servizio ai cives e con uno straordinario senso dello stato, quando divenne consapevole del declino della sua salute, adottò Adriano quale figlio e successore, anche consigliato dalla moglie Plotina, assicurando così una sucessione sicura e serena alla sua morte. E' interessante che la moneta che celebra la adozione di Adriano da parte di Traiano, rappresenta quest'ultimo porgendo il globo, cioé l'orbis terrarum, al figlio adottivo Adriano.

Antvwala  (che è sempre in attesa dei vostri interventi....) :)

Offline curtislclay

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Re: IL GLOBO TERRAQUEO NELLA MONETAZIONE ROMANA
« Reply #7 on: August 26, 2008, 04:20:44 pm »
I think the globe on coins usually represents not the earth but the celestial globe, the globe of the heavens that we see above us if we look up at night, since it is often shown decorated with crossing lines (equatorial and ecliptic) and with stars.

Curtis Clay

Offline curtislclay

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Re: IL GLOBO TERRAQUEO NELLA MONETAZIONE ROMANA
« Reply #8 on: August 26, 2008, 04:24:11 pm »
I don't know what is meant by the curious lines on the globe on the denarius of Cn. Lentulus that you refer to.
Curtis Clay

Offline Heliodromus

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Re: IL GLOBO TERRAQUEO NELLA MONETAZIONE ROMANA
« Reply #9 on: August 26, 2008, 04:34:02 pm »
Creo que la expresión "orbis terrarvm" significa "anillo de tierra", en lugar de referirse a un globo. Esto se refiere a la romana mapa del mundo como un círculo de tierra (orbis terrarvm) en torno a la mediterranian mar (Medi-terrarvm = en el centro de la tierra). Los globos que vemos en las monedas es más probable no el planeta tierra. Estos globos son probablemente el mundo del cosmos (con la zodiac), la misma que está en manos de los Farnese Atlas.

Por favor, disculpe mi español - es un equipo de traducción de Inglés!

http://www.turkeyinmaps.com/Sayfa1.html

http://www.theoi.com/Gallery/S34.1.html

Ben

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Re: IL GLOBO TERRAQUEO NELLA MONETAZIONE ROMANA
« Reply #10 on: August 26, 2008, 04:44:21 pm »
Hello Curtisclay! In a note that now I had not with me, I have read that lines representing the zodiac. Then erthal and celestial globe are not in antithesis. I am sorry, but my English is.... to google translater :):  I hope you can understand what I write. Thank you for your good pics

Muchas gracias, Ben. Yo creo que el tema està sumamente abierto y que puede tener muchas claves de lecturas. Los griegos, como los romanos, dibujaban al mundo como un cìrculo, pero esta en las superficies planas, mientras que lo dibujaban como un globo en las esculturas. Creo que todavia no existe una palabra definitiva para decir que el globo en las monedas representa a la tierra o al cosmo. Sin embargo, las definiciones que aaprecen en las leyes y en los senatoconsultos, seguramente se refieren a la tierra. Yo me creo que la representaciòn del globo en el mundo romano tenga ambas visiones, pero creo que en la moneda representa a la tierra, que ya los griegos demonstraron ser un globo, aunque, desde luego, no habìa el entendimiento de la idea de "planeta" . También las imagenes que Ud non enviò son muy hermosas. Muchas gracias,

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Re: IL GLOBO TERRAQUEO NELLA MONETAZIONE ROMANA
« Reply #11 on: August 26, 2008, 04:48:29 pm »
Le linee sulla superficie del globo sono molto evidenti in questo denaro di Cesare. Lines in the surface of globe are very evident in this denarius of Cesar. Las lineas que surcan la superficie del globo son muy evidentes en este denario de Cesar.

Antwvala

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Re: IL GLOBO TERRAQUEO NELLA MONETAZIONE ROMANA
« Reply #12 on: August 27, 2008, 03:36:58 am »
Vedo che l'interpretazione dell'ORBIS TERRARVM suscita, come è giusto, pareri diversi tra chi la ritiene rappresentativa di una forma circolare ma piana della Terra, circondata dal grande oceano circolare, e chi, come me, ritiene rappresenti il globo terrestre.
Riporto dunque alcuni argomenti più precisis a sostegno della mia tesi, in attesa che altri portino i loro argomenti a sostegno della tesi oposta :).

Per alcuni, l’orbis terrarvm raffigura la circolarità delle terre, circondate dall’oceano; per altri, invece, la forma sferica del globo terrestre. Sorge quindi la domanda se la sfericità della Terra fosse un concetto acquisito nel mondo greco-romano. Rispondere a questo quesito è indispensabile al fine di dare una corretta interpretazione alla simbologia della monetazione non solo romana, ma anche bizantina.
Nel mondo antico, astrologia ed astronomia sono una stessa scienza e la lettura dell’universo è fondamentalmente magica. Inizialmente è così anche nel mondo greco: per Talete, la Terra è una immensa zattera rotonda che galleggia nell’universo acquoso, sotto la volta del cielo, così come nel pensiero degli egizi e dei popoli mesopotamici. Tuttavia, nel VI secolo aC l’osservazione pragmatica comincia a contrapporsi all’interpretazione magica e così sorge l’idea che il pianeta Terra potesse avere la forma di un globo.
Il primo a mettere in discussione l’immagine preclassica, fu il filosofo Anassimandro, nato forse nel 611 aC . Aezio sostiene nella “Placita Philosophorum”,  pervenuta sino a noi in modo molto frammentario, che Anassimandro affermava che gli astri avessero forma di ruota, che il Sole fosse grande ventotto volte la Terra e la Luna diciannove, e che la Terra avesse la forma di una moneta e che fosse sospesa nell’aria e non più galleggiante sull’oceano. Ad Anassimandro dobbiamo l’idea allora rivoluzionaria che al di sotto del suolo su cui viviamo, ci fosse nuovamente il cielo.
Un secolo più tardi Parmenide, discepolo di Pitagora, per primo che sostenne la rotondità della Terra : ciò in quanto il globo rappresentava, a suo avviso, la forma geometrica ideale per mantenersi in equilibrio nell’universo. Idea che, secondo alcuni studiosi, va attribuita allo stesso Pitagora (575-490 aC). Questo stesso concetto fu poi ribadito in forma molto autorevole da Platone (427-348 aC). Tuttavia fu Aristotele (384-322) che formulò la prima inferenza scientifica circa la sfericità della Terra, osservando che l’ombra del nostro pianeta sulla luna ha forma circolare. I pitagorici ripresero il ragionamento di Aristotele per andare ben oltre, sostenendo che le stelle del mattino e della sera fossero identiche e che tutti i pianeti, tra i quali includevano la Terra, si muovessero non intorno al Sole, ma ad un “fuoco centrale” dell’universo.
Aristarco di Samo (310-230 aC) aveva ipotizzato che la Terra girasse intorno al Sole descrivendo un’orbita circolare, come testimonia Archimede in una lettera inviata a Gelone, tiranno di Siracusa. L’idea di un universo eliocentrico fu riaffermata da Seleuco (verso il 150 aC), già non più come una ipotesi, ma come una certezza . Nel 230 aC, infine, Eratostene di Cirene misurò le dimensioni della Terra, concludendo che il suo diametro era di 12.629 km , una misura inferiore a quella esatta di appena lo 0,9%!
L’idea del globo terracqueo è un concetto acquisito nel mondo romano. Cicerone scrive: “Ac principio terra universa cernatur locata in media sede mundi, solida et globosa et undique ipsa in sese nutibus suis conglobata, vestita floribus, herbis, arboribus, frugibus, quorum omnium incredibilis multitudo insatiabili varietate distinguitur. ” Pochi anni più tardi, Plinio il Vecchio (23-79 dC) scriveva che la forma sferica era accettata dagli intellettuali del mondo occidentale ed il grande astronomo  Claudio Tolomeo (100-175 dC) disegnò le sue carte considerando la sfericità della Terra e sviluppando i concetti di longitudine e latitudine.
Tuttavia esiste una profonda diversità tra l’approccio del pensiero greco e di quello romano. Il primo è orientato alla speculazione filosofica ed al raggiungimento di una maggiore conoscenza dell’universo. Il secondo, essenzialmente pratico, alla conoscenza della cartografia finalizzata alla costruzione viaria ed alla precisa collocazione dei territori nel più vasto Orbis Terrarvm. Per cui, poco interessati ala complessa elaborazione dei geografi greci con il loro sistema di longitudini e latitudini, preferirono, agli effetti pratici, ricorrere alla vecchia immagine di una terra circolare ma piatta, senza tuttavia negare la rotondità della sfera celeste, come si può osservare bene nel planisfero attribuito a Marco Vipsanio Agrippa (63-12 a.C.), politico e generale romano, amico di Ottaviano, il futuro imperatore Augusto, che ci è pervenuto tramite copie tardo-medioevali.
Con l’imporsi del pensiero cristiano, inizialmente il concetto della sfericità della Terra non viene messo in discussione. Neppure sant’Agostino (354-430) negava la sfericità della Terra, dubitando, tuttavia, che gli “antipodi” fossero popolati: “anche se si ritiene per teoria o si dimostra scientificamente che il pianeta è un globo e ha la forma sferica […] non ne consegue necessariamente, di punto in bianco, che è abitata dagli uomini” (De Civitate Dei, Libro XVI, Capitolo 9). E’ solo nei secoli successivi che a poco a poco si viene a perdere la conoscenza del pensiero classico e si impone, invece, una visione dell’universo sempre più integralista e correlata ad una lettura assolutamente letterale della Bibbia, che considera la Terra piana in modo conforme al pensiero mesopotamico ove ha origine il popolo ebreo, provocando una involuzione del pensiero del mondo occidentale.

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PS) aggiungo l'immagine dell'orbis terrarvm sormontato dalla fenice in un radiato di Emiliano.

Offline antvwala

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Re: IL GLOBO TERRAQUEO NELLA MONETAZIONE ROMANA
« Reply #13 on: August 27, 2008, 05:19:04 am »
Mi sono accorto che non era mai stata data la traduzione del vocabolo "orbis".
Che orbis stia ad indicare il mondo intero, è fuori discussione. Sono tantissime le locuzioni latine che lo dimostrano: urbi et orbi, Crete qui meus est orbis (Ovidio), per limitarci a due soli esempi. Sicuramente la sua accezione più frequente è quella di “circolo”: ex planis autem circulus aut orbis (Cicerone). Tuttavia è anche sinonimo di giro, equitare in orbem (Ovidio) e soprattutto di globo, lucidus orbis (Virgilio).

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Offline Heliodromus

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Re: IL GLOBO TERRAQUEO NELLA MONETAZIONE ROMANA
« Reply #14 on: August 27, 2008, 06:15:31 am »
Sono d'accordo che i romani conoscevano la terra era rotonda, ma sappiamo anche che hanno visto il cielo sopra di loro come round (si può chiamare questo il globo celeste). Quindi, la domanda è: che cosa globo è indicata sulle monete! Penso che la risposta può essere visto dal marcature che vediamo su questi globi.

Alcune monete metalliche in un globo è solo pianura, su altri quelli che vediamo attraversata linee ( "X") sul globo, e sulle più dettagliate quelli che vediamo attraversata linee con punti inbetween. La domanda è: che cosa sono queste linee incrociate, e quali sono i punti? Possiamo vedere la risposta a questa domanda sul globo con la fenice su "Fel Temp" monete. Su alcune monete si vede lo stesso X con punti inbetween (quindi deve essere lo stesso mondo che vediamo dall'altra monete), ma su alcune monete da Antiochia vediamo anche stelle e la luna! E 'la luna e le stelle ci dicono che questo mondo non può essere la terra - deve essere il cielo notturno - il globo celeste!

Quando abbiamo capito che il mondo è il globo celeste, allora il significato di linee incrociate ( "X") diventa chiaro - è lo stesso attraversato le linee che vediamo sul globo detenute da Atlas. Una linea di X è il "equatore celeste" ( "metà" del cielo, lontano dal "fisso" North Star), e l'altro la linea di X è il "eclittica", che è il percorso che il sole sembra passare attraverso il cielo durante l'anno (lungo la Via Galactica - anche se zodiacali galassie).

Ben

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Re: IL GLOBO TERRAQUEO NELLA MONETAZIONE ROMANA
« Reply #15 on: August 27, 2008, 08:21:19 am »
Grazie Ben: il tuo ragionamento è molto logico e chiaro e fornisce un punto di vista alternativo (ma non per questo contrapposto). Condovido la tua affermazione che i globi con l'intersecazione delle linee possono corrispondere a delle sfere armillari, inventate da Eratostene (255 aC) e ben conosciute dai Romani, e quindi rappresentare la sfera celeste con traciatte l'eclittica e l'equatore celeste. Ma possono anche corrispondere all'immagine del globo terrestre con l'intersecazione dei meridiani e dei paralleli, anche questa un'immagine ben conosciuta dal mondo romano.
L'associazione del globo con il timone mi sembra che si riferisca maggiormente al globo terrestre: l'imperatore governa la Terra, non il Cielo. Anche il globo passato dalle mani di Traiano ad Adriano mi sembra rappresentare il mondo etrreno e non quello celestiale. Diversa, invece, potrebbe essere la lettura del globo quando esso sia abbinato alle stelle o alla luna, oppure alla fenice o all'ara. Ma non c'è nessuna ragione per ritenere che il globo sulla moneta romana corrispondesse sempre ad un'interpretazione univoca: è plausibile che su determinate monete rappresentasse il globo terrestre, e su altre la sfera celestiale. Che ne pensate?

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PS) Ben: hai postato delle immagini splendide! Grazie

Offline Heliodromus

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Re: IL GLOBO TERRAQUEO NELLA MONETAZIONE ROMANA
« Reply #16 on: August 27, 2008, 09:00:03 am »
Sono d'accordo è possibile che il globo su diverse monete potrebbe avere un significato diverso, ma penso che se il mondo guarda lo stesso (con X e punti, o X e stelle) deve essere identico a quello che vediamo con la fenice, e l'imperatore fa anche in possesso di un mondo con questi dettagli.

Normalmente vediamo questo mondo sono detenuti da un dio, come Giove o Sol, dove è facile accettare che egli è il sovrano del cosmo / cieli, ma forse non è troppo difficile per visualizzare l'imperatore anche pensando di se stesso come un dio con questo stesso potere!

Ben

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Re: IL GLOBO TERRAQUEO NELLA MONETAZIONE ROMANA
« Reply #17 on: August 27, 2008, 09:01:05 am »
Sul tema del significato di "orbis terrarvm", ho una moneta di Massimino II che penso che la rende più chiara.

La leggenda è "iovio propagat orbis terrarvm", e credo che questo può essere tradotto come "a Giove, il propagatore / ingranditore di orbis terrarvm", che si può comprendere come "a Giove (Massimo), il propagatore / ingranditore dei Roman territorio ". La leggenda sembra fare riferimento a Massimino le vittorie sui persiani nel suo campagne dello stesso anno (c.309-310). Questa poetica (o semplicemente grandioso irrealisticamente) suggerimento di ampliare la "cerchia di terra" è comprensibile, ma non ha senso pretendere di espandere il pianeta terra!

Ben

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Re: IL GLOBO TERRAQUEO NELLA MONETAZIONE ROMANA
« Reply #18 on: August 27, 2008, 09:56:09 am »
Hola Ben. Mi sembra che ci troviamo d'accordo sul fatto che il globo può avere due significati: il globo terracqueo e la sfera celeste. Penso che negli esempi bellissimi da te postati con la fenice, l'interpretazione della sfera celeste sia più logica che quella del globo. Per quanto riguarda il follis di Massimino II, potrebbe rappresentare la Terra, con sopra la Vittoria, è l'auspicio che Giove possa incrementare le conquiste sulla Terra, quindi non la dimensione del pianeta, che ovviamente è assurda, ma quella dei territori sotto dominio romano. Che ne pensi?
Nel caso, ad esempio, della sfera sovrapposta all'ara (Beata Tranqvillitas) la interpreterei assai più come rappresentazione della sfera celeste, piuttosto che dell'orbis terrarvm...

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Re: IL GLOBO TERRAQUEO NELLA MONETAZIONE ROMANA
« Reply #19 on: August 27, 2008, 01:08:07 pm »
Quale interpretazione dareste a Nettuno che appoggia il suo piede sul globo, come in questi denari di Tito e Ottavia?

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Re: IL GLOBO TERRAQUEO NELLA MONETAZIONE ROMANA
« Reply #20 on: August 27, 2008, 05:18:02 pm »
Direi che il globo associato alla fenice sia da intendersi come "sfera celeste". L'abbinamento tra globo e fenice rappresenta l'eternità, come si può vedere in più di una moneta, come nei due esempi postati: l'aeternitas in un asse di Faustina, e la perpetvetas, in una siliqua di Vanlentiniano II

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Re: IL GLOBO TERRAQUEO NELLA MONETAZIONE ROMANA
« Reply #21 on: August 28, 2008, 02:20:09 am »
Il globo spesso appare abbinato alla vittoria: un'immagine frequente nella monetazione romana. Il globo talvolta appare con tracciati due cerchi perpendicolari (longitudine ed equatore?). La vittoria sovrasta il globo convertendolo in globo niceforo, come nell'aureo di Carino ove sono evidenti le due circonferenze perpendicolari tracciate sul globo medesimo, oppure sostiene il globo tra le braccia, come nell'asse di Nerone, con la sigla SPQR sovrapposta al globo. In questo caso, a me pare che il globo rappresenti la Terra, piuttosto che la sefra celestiale. Infatti questo simbolo viene mantenuto in epoca cristiana, come nella siliqua di Valentiniano I, dove il globo niceforo è associato all'Urbe: Roma può dominare la Terra, ma non certo l'Universo che può solo essere dominato da Cristo!

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Re: IL GLOBO TERRAQUEO NELLA MONETAZIONE ROMANA
« Reply #22 on: August 28, 2008, 02:48:18 am »
L'abbinamento tra il globo ed il capricorno mi pare assai più misterioso, ma sicuramente qualcuno tra gli amici del forvm sa spiegarlo. Credo che in questo caso il globo rappresenti la sfera celestiale, come nei denari riportati, di Augusto edi Tito e nell'aureo di Vespasiano. Successivamente a questo imperatore, mi sembra che non sia più apparso.
Perché la sfera celestiale (ammesso che lo sia) appare abbinata solo al capricorno e non ad altri segni zodiacali?
Curtisclay, Congius: mancano i vostri interventi, validissimi e indispensabili, poiché avete un punto di vista diverso! Come sta scritto nel Tato Te Ching, è solo dal confronto tra due idee diverse che può nascere un'idea nuova. Il monologo è sterile.
Aspetto altre opinioni da tutti voi che leggete questo topic, quanto più diverse tanto meglio! Altrimenti diventa un monologo...

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Re: IL GLOBO TERRAQUEO NELLA MONETAZIONE ROMANA
« Reply #23 on: August 28, 2008, 02:55:36 am »
Allo scopo di "forzare" la pluralità di interventi, aggiungo quanto scrive Centurioneamico su www.lamoneta.it (sperando che non se l'abbia a male che l'ho fatto senza il suo permesse):

"La sfera rappresenta generalmente il globo terracqueo che veniva raffigurato sulle monete per indicare chiaramente il ruolo di Roma sull'intero Mondo. ecco che quindi vediamo il globo nelle mani dell'imperatore, chiaramente per indicarne il ruolo predominante sull'impero e quindi sul mondo; il globo compare sormontato dalla Vittoria (spesso accanto ad altre raffigurazioni come l'imperatore, la Dea Roma e altre divinità) per propagandare l'invincibilità dell'impero, se raffigurato insieme alle stelle e alla luna rappresenta la aeternitas del mondo romano, e così via.
Dunque un simbolo di potere adottato per comunicare e trasmettere la potenza di Roma, le successioni del trono imperiale ad esempio di padre in figlio (generalmente vediamo il "giovane principe" con il globo in mano), vittorie militari.
Con il cattolicesimo vediamo che al globo si aggiunge il simbolo della croce ma in sostanza il significato di fondo rimane lo stesso."

http://www.lamoneta.it/index.php?showtopic=34636&st=0

Antvwala





medusa

  • Guest
Re: IL GLOBO TERRAQUEO NELLA MONETAZIONE ROMANA
« Reply #24 on: August 28, 2008, 06:10:37 am »
L'abbinamento tra il globo ed il capricorno mi pare assai più misterioso, ma sicuramente qualcuno tra gli amici del forvm sa spiegarlo. Credo che in questo caso il globo rappresenti la sfera celestiale, come nei denari riportati, di Augusto edi Tito e nell'aureo di Vespasiano. Successivamente a questo imperatore, mi sembra che non sia più apparso.
Perché la sfera celestiale (ammesso che lo sia) appare abbinata solo al capricorno e non ad altri segni zodiacali?
Curtisclay, Congius: mancano i vostri interventi, validissimi e indispensabili, poiché avete un punto di vista diverso! Come sta scritto nel Tato Te Ching, è solo dal confronto tra due idee diverse che può nascere un'idea nuova. Il monologo è sterile.
Aspetto altre opinioni da tutti voi che leggete questo topic, quanto più diverse tanto meglio! Altrimenti diventa un monologo...

Antvwala

Carissimo Antvwala, bentrovato!
Stupenda discussione! Complimenti a tutti gli autori degli interessantissimi interventi, anche multilingua.  :)

Augusto e il Capricorno .....

http://www.museicapitolini.org/percorsi/percorsi_per_sale/medagliere_capitolino/medagliere_capitolino/moneta_aureo_di_augusto_testa_di_augusto_e_capricorno

In Svetonio leggiamo (L.II, XCIV) che Augusto, mentre si trovava ad Apollonia per preparare la spedizione di Cesare contro i Parti, aveva consultato l’astrologo Teagene, assieme ad Agrippa, al quale era stato predetto un grande avvenire. Dapprima Augusto esitò a rivelare i dati della propria nascita, in quanto temeva di risultare inferiore all’amico. Quando finalmente li riferì, Teagene si alzò e fece atto di adorazione davanti a lui. Da quel momento Augusto divenne tanto orgoglioso di quell’Oroscopo, che fece coniare una moneta con il segno del Capricorno, sotto il quale era nato.
In realtà Augusto era nato il 22 settembre del 63 a. C. secondo il calendario del tempo, cioè prima della riforma di Giulio Cesare, e nel suo oroscopo natale era la Luna, e non il Sole a trovarsi nel Capricorno.

Ancora Svetonio ci racconta (L. II, C) che quando morì, ci fu chi propose di attribuire il nome di Agosto al mese di Settembre, considerando che in questo mese Augusto era nato, in quello era morto.

Un’altra probabile ragione dell'associazione  Augusto/Capricorno potrebbe derivare dal fatto che il Capricorno è la Costellazione  attraverso cui il sole passa  durante il solstizio d’inverno; pertanto nella propaganda augustea avrebbe rappresentato un potente simbolo di rinascita della Repubblica Romana, come di una vittoria della Luce sulle tenebre e sulla barbarie.

Il Capricorno inoltre, in quanto astrologicamente associato con il pianeta Saturno, alluderebbe al ritorno della mitica Età dell’Oro sulla Terra. Nella propaganda politica il Regno di Augusto è celebrato quindi come un ritorno all' Età dell’oro, proprio come testimoniato anche nella poesia di Virgilio.

"Questi, questi, è colui che tante volte
t'è già promesso, il gran Cesare Augusto,
di divo padre figlio, e divo anch'egli.
Per lui risorgerà quel secol d'oro,
quel del vecchio Saturno antico regno,
che fe' il Lazio sí bello e 'l mondo tutto."
VIRGILIO, Eneide VI

"E' arrivata l'ultima età dell'oracolo cumano:
il grande ordine dei secoli nasce di nuovo.
E già ritorna la vergine, ritornano i regni di Saturno,
già la nuova progenie discende dall'alto del cielo.
… ...  la terra produrrà tutto. "
VIRGILIO, Bucoliche, Egloga IV

Con la pubblicazione del suo oroscopo in monete e cammei, Augusto tende quindi ad identificare se stesso come “Capricorno”: il Cosmocrator che tiene il mondo nelle sue mani.

Oltre che su monete, il Capricorno compare anche in molti cammei romani, quale ad esempio la stupenda "Gemma Augustea”, un cammeo in leggero rilievo su due strati, intagliati su di una pietra araba d'onice. La Gemma fu probabilmente creata in occasione del trionfo tributato a Tiberio nel 12 d.C., erede del Princeps, Augusto, e futuro imperatore, dopo i successi ottenuti su Dalmati e Pannoni .
La figura seduta sul trono rappresenta l'imperatore Augusto. La figura alle spalle di Augusto, sulla desta è una donna, facilmente identificabile con Oikoumene, la personificazione del mondo civilizzato dell'Impero Romano. In alto il Capricorno.

http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/4/45/Kunsthistorisches_Museum_Vienna_June_2006_031.png

Un caro saluto a tutti
medusa


 

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