I talleri dei corsari olandesi in ChiloéQuando gli spagnoli conquistarono l'arcipelago del Chiloé,
per i mapuches era molto difficile qualunque resistenza, perché vivevano pochi in ogni isola, e quindi
per i conquistadores fu facile dominarli.
Nell'anno 1600, giunsero
per la prima volta nell'arcipelago alcuni corsari olandesi, rivali degli spagnoli, e la popolazione indigena vide nella loro presenza un'opportunità
per squotere un giogo che in solamente 50 anni aveva ridotto la popolazione del 75%! Infatti in gran parte era stata deportata dall'arcipelago e condotta a Lima
per essere venduta nel mercato degli schiavi.
I corsari olandesi inizialmente mostrarono di voler appoggiare la ribellione indigena ed insieme distrussero Castro, l'unica cittadina spagnola nell'arcipelago. Poco dopo, quando i corsari si trovarono in difficoltà di fronte alla reazione spagnola, tradirono la popolazione indigena e l'abbandonarono al suo destino, che fu quello di una drammatica repressione.
Sino a quando nel 1643 giunge Chiloé un nuovo corsaro olandese: Hendrick Brouwer. Nuovamente si crea una alleanza ttra i mapuches ed i corsari, ed insieme attaccano e distruggono la riedificata Castro, e la saccheggiano.
Poiché Castro più che una città, è solamente un villaggio con un centinaio di spagnoli la cui importanza risiede solo nella sua posizione strategica, Brouwer decide di attaccare il principale porto spagnolo del Pacifico meridionale: Valdivia. Ed oltre 600 mapuches del Chiloé scelgono di seguirlo nella sua impresa ed insieme a lui conquistano Valdivia.
Questa vittoria resterà effimera: un anno più tadi gli spagnoli riprenderanno il dominio del Pacifico e riconquisteranno Valdivia. Ma restò suggellata l'alleanza
tra i mapuches e gli olandesi. I
primi fornivano loro vettovaglie ed i corsari cedevano alla popolazione indigena utensili e monete d'argento, i lowenthaler o talleri del leone, che i mapuche usavano
per realizzare spille, ciondoli ed altri adorni tradizionali.
E'
così che
tra gli indios, in Chiloé circolarono monete olandesi: in quantità minima, certamente, ma al di là della loro scarsa conservazione, rappresentano un documento storico di valore enorme...
Come vedete, a prescindere dal prezzo commeciale di ogni singolo pezzo, è la storia che definisce il
vero valore di una
moneta!
Anche la nonna di mia moglie (che aveva alcuni talleri di questo tipo come quelli qui postati) raccontava che nell'isola di Quinchao, in una spiaggia chiamata Conab, i suoi
avi avevano degli aboccamenti con gli olandesi, e che questi ultimi erano buoni perché li aiutavano. La nonna ne parlava come se fosse un episodio avvenuto ai tempi di sua nonna, e, ovviamente, ciò avvenne in tempi ben più remoti. Ma nelle persone antiche il senso del tempo è sempre molto relativo.
Secondo la storiografia i rapporti
tra i mapuche del Chiloé e gli olandesi durarono una cinquantina di anni, con alterne vicende, in quanto in più di una occasione gli olandesi tradirono i mapuches.
C'è un'ipotesi secondo la quale nell'isola di Chulìn (Arcipelago delle Desertores), che si trova
tra l'isola principale del Chiloé ed il continente, vi potesse essere stato un insediamento olandese continuativo: parve possibile che alcuni olandesi, magari scappati dalle navi corsare, si siano insediati definitivamente in quell'isola e a poco a poco si siano mescolati con la popolazione locale sino a perdersi. Una ipotesi che nasce da alcune tradizioni locali che ne acennano.
Nella popolazione dell'isola di Chulìn (un centinaio di abitanti), è frequente la presenza di persone con i capelli castani e gli occhi azzurri. Questo, tuttavia, non dimostra nulla: infatti le cronache del tempo della conquista spagnola, relatano la presenza di gruppi di mapuches biondi (
per esempio, tutta la popolazione dell'area di Boroa). Ed anche nelle "cartas anuas" dei missionari gesuiti che si installarono nel Chiloé nel 1606, in più occasioni si annota che il colorito della popolazione mapuche del Chiloé è molto chiaro, tanto che "
i bambini indigeni appaiono indistinguibili dai bambini spagnoli".
D'altra parte, l'origine della popolazione mapuche è ancora misteriosa, è la stessa limgua che parlano, il mapudungùn, ha poche relazioni con le altre lingue del continente americano, ed infatti si colloca in un gruppo a sé stante. E' una lingua estremamente difficile, molto bella ed armoniosa, che i gesuiti comparavano al greco.
Per gli europei è molto difficile impararla, proprio perché segue una logica sintattica e grammaticale totalmente diversa dalle lingue occidentali (p.e., il verbo si coniuga e si declina allo stesso tempo): riescono, invece, ad impararla con più facilità gli antropologhi giapponesi ed un tempo ci fu uno di questi che disse che il mapudungùn aveva una stessa logica linguistica come l'ainu (una minoranza giapponese dell'isola di Hokkaido). Fondalmentalmente è una lingua della Siberia settentrionale.
Con lo scopo di capire quanto ci fosse di
vero in questa tradizione che attribuiva un'origine olandese alle famiglie insediate in Chulin, mi dedicai
per qualche tempo a gironzolare con una piccola imbarcazione
tra le isole del arcipelago Desertoras. Tracce dei corsari non ne ho trovate: in cambio ho trovato, in una piccola isola (Chuit), una comunità di indios mapuche, circa 120 persone che probabilmente discendonoda un gruppo di famiglie fuggito dall'isola di Quinchao, dopo che nel 1712 avvenne l'ultima ribellione indigena del Chiloé. Prima di tale data, l'arcipelago della Desertores era privo di popolazione e da lì viene il suo
nome (Isole deserte). Dunque è possibile che da allora questa piccola comunità abbia vissuto ascosta in questa sperduta isoletta.
Un incontro interessantissimo, anche se non ha nessun risvolto numismatico....
però sì lo ha con i miei sogni giovanili!
Ero partito in cerca di testimonianze
sulla presenza dei Corsari olandesi nelle isole dell'arcipelago del Chiloé, ma non ne ho trovate. In cambio ho trovato un'altra testimonianza, anch'essa relativa al secolo XVII, ma di natura antropologica, incontrando una comunità indigena sperduta nei
mari del Chiloé.
Antvwala