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Author Topic: I talleri dei corsari olandesi in Chiloé  (Read 2174 times)

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Offline antvwala

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I talleri dei corsari olandesi in Chiloé
« on: October 03, 2008, 04:55:12 am »
I talleri dei corsari olandesi in Chiloé


Quando gli spagnoli conquistarono l'arcipelago del Chiloé, per i mapuches era molto difficile qualunque resistenza, perché vivevano pochi in ogni isola, e quindi per i conquistadores fu facile dominarli.
Nell'anno 1600, giunsero per la prima volta nell'arcipelago alcuni corsari olandesi, rivali degli spagnoli, e la popolazione indigena vide nella loro presenza un'opportunità per squotere un giogo che in solamente 50 anni aveva ridotto la popolazione del 75%! Infatti in gran parte era stata deportata dall'arcipelago e condotta a Lima per essere venduta nel mercato degli schiavi.
I corsari olandesi inizialmente mostrarono di voler appoggiare la ribellione indigena ed insieme distrussero Castro, l'unica cittadina spagnola nell'arcipelago. Poco dopo, quando i corsari si trovarono in difficoltà di fronte alla reazione spagnola, tradirono la popolazione indigena e l'abbandonarono al suo destino, che fu quello di una drammatica repressione.
Sino a quando nel 1643 giunge Chiloé un nuovo corsaro olandese: Hendrick Brouwer. Nuovamente si crea una alleanza ttra i mapuches ed i corsari, ed insieme attaccano e distruggono la riedificata Castro, e la saccheggiano.
Poiché Castro più che una città, è solamente un villaggio con un centinaio di spagnoli la cui importanza risiede solo nella sua posizione strategica, Brouwer decide di attaccare il principale porto spagnolo del Pacifico meridionale: Valdivia. Ed oltre 600 mapuches del Chiloé scelgono di seguirlo nella sua impresa ed insieme a lui conquistano Valdivia.
Questa vittoria resterà effimera: un anno più tadi gli spagnoli riprenderanno il dominio del Pacifico e riconquisteranno Valdivia. Ma restò suggellata l'alleanza tra i mapuches e gli olandesi. I primi fornivano loro vettovaglie ed i corsari cedevano alla popolazione indigena utensili e monete d'argento, i lowenthaler o talleri del leone, che i mapuche usavano per realizzare spille, ciondoli ed altri adorni tradizionali.
E' così che tra gli indios, in Chiloé circolarono monete olandesi: in quantità minima, certamente, ma al di là della loro scarsa conservazione, rappresentano un documento storico di valore enorme...
Come vedete, a prescindere dal prezzo commeciale di ogni singolo pezzo, è la storia che definisce il vero valore di una moneta!
Anche la nonna di mia moglie (che aveva alcuni talleri di questo tipo come quelli qui postati) raccontava che nell'isola di Quinchao, in una spiaggia chiamata Conab, i suoi avi avevano degli aboccamenti con gli olandesi, e che questi ultimi erano buoni perché li aiutavano. La nonna ne parlava come se fosse un episodio avvenuto ai tempi di sua nonna, e, ovviamente, ciò avvenne in tempi ben più remoti. Ma nelle persone antiche il senso del tempo è sempre molto relativo.

Secondo la storiografia i rapporti tra i mapuche del Chiloé e gli olandesi durarono una cinquantina di anni, con alterne vicende, in quanto in più di una occasione gli olandesi tradirono i mapuches.

C'è un'ipotesi secondo la quale nell'isola di Chulìn (Arcipelago delle Desertores), che si trova tra l'isola principale del Chiloé ed il continente, vi potesse essere stato un insediamento olandese continuativo: parve possibile che alcuni olandesi, magari scappati dalle navi corsare, si siano insediati definitivamente in quell'isola e a poco a poco si siano mescolati con la popolazione locale sino a perdersi. Una ipotesi che nasce da alcune tradizioni locali che ne acennano.
Nella popolazione dell'isola di Chulìn (un centinaio di abitanti), è frequente la presenza di persone con i capelli castani e gli occhi  azzurri. Questo, tuttavia, non dimostra nulla: infatti le cronache del tempo della conquista spagnola, relatano la presenza di gruppi di mapuches biondi (per esempio, tutta la popolazione dell'area di Boroa). Ed anche nelle "cartas anuas" dei missionari gesuiti che si installarono nel Chiloé nel 1606, in più occasioni si annota che il colorito della popolazione mapuche del Chiloé è molto chiaro, tanto che "i bambini indigeni appaiono indistinguibili dai bambini spagnoli".
D'altra parte, l'origine della popolazione mapuche è ancora misteriosa, è la stessa limgua che parlano, il mapudungùn, ha poche relazioni con le altre lingue del continente americano, ed infatti si colloca in un gruppo a sé stante. E' una lingua estremamente difficile, molto bella ed armoniosa, che i gesuiti comparavano al greco. Per gli europei è molto difficile impararla, proprio perché segue una logica sintattica e grammaticale totalmente diversa dalle lingue occidentali (p.e., il verbo si coniuga e si declina allo stesso tempo): riescono, invece, ad impararla con più facilità gli antropologhi giapponesi ed un tempo ci fu uno di questi che disse che il mapudungùn aveva una stessa logica linguistica come l'ainu (una minoranza giapponese dell'isola di Hokkaido). Fondalmentalmente è una lingua della Siberia settentrionale.

Con lo scopo di capire quanto ci fosse di vero in questa tradizione che attribuiva un'origine olandese alle famiglie insediate in Chulin, mi dedicai per qualche tempo a gironzolare con una piccola imbarcazione tra le isole del arcipelago Desertoras. Tracce dei corsari non ne ho trovate: in cambio ho trovato, in una piccola isola (Chuit), una comunità di indios mapuche, circa 120 persone che probabilmente discendonoda un gruppo di famiglie fuggito dall'isola di Quinchao, dopo che nel 1712 avvenne l'ultima ribellione indigena del Chiloé. Prima di tale data, l'arcipelago della Desertores era privo di popolazione e da lì viene il suo nome (Isole deserte). Dunque è possibile che da allora questa piccola comunità abbia vissuto ascosta in questa sperduta isoletta.

Un incontro interessantissimo, anche se non ha nessun risvolto numismatico.... però sì lo ha con i miei sogni giovanili!
Ero partito in cerca di testimonianze sulla presenza dei Corsari olandesi nelle isole dell'arcipelago del Chiloé, ma non ne ho trovate. In cambio ho trovato un'altra testimonianza, anch'essa relativa al secolo XVII, ma di natura antropologica, incontrando una comunità indigena sperduta nei mari del Chiloé.

Antvwala


Offline roth37

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Re: I talleri dei corsari olandesi in Chiloé
« Reply #1 on: October 03, 2008, 08:55:44 am »
Visto che non si parla solo di monete, potresti anche raccontarci la tua esperienza con gli anmali che vivono in questi posti sperduti. Chissà che un domani non vengano traslati sulle monete, così come avviene in tanti Stati che ci raccontano di panda, di kangaroo, di koala, di ornitorinchi, ecc., ecc. ...

roth37
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Offline antvwala

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Re: I talleri dei corsari olandesi in Chiloé
« Reply #2 on: October 03, 2008, 11:34:09 am »
Restando nella monetazione, su quella cilena assai spesso vengono rappresentati due animali assunti a simbolo nazionale. Uno è il condor, sempre meno facile da scorgere, ma non ancora in pericolo di estinzione. L'altro è il huemul, un piccolo cerviatto, questo sì ormai rarissimo e prossimo ad estinguersi: restano ancora pochi gruppi nel settore andino tra Chiloé e l'estremo sud del continente.
Questa è una delle prime monete che raffigura questi due an imali.
Per mquasi un secolo, il condor dava il suo nome ad una unità monetaria.

Offline antvwala

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Re: I talleri dei corsari olandesi in Chiloé
« Reply #3 on: October 03, 2008, 12:16:00 pm »
La ragione per cui sono, a distanza di un anno, sono tornato su questo tema, è che tra una settimana sarò sulle ali di un condor della Linea Aerea Nacional de Chile, direzione Chiloé, e intendo riprendere la ricerca delle tracce numismatiche lasciate dai corsari olandesi.
I mapuches avevano (ed hanno tutt'ora) una società di tipo comunitario. All'interno delle comunità non esisteva nessuna attuvità di tipo commerciale, ed il lavoro si intendeva sempre sotto forma di aiuto cooperativo e non veniva mai remunerato (in parte, nel Chiloé rurale è ancora così). Per cui le monete d'argento che i mapuches ricevevano dai corsari olandesi (ma anche dagli spagnoli), venivano sempre trasformate nella gioielleria tradizionale, come negli esempi che seguono.

Offline antvwala

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Re: I talleri dei corsari olandesi in Chiloé
« Reply #4 on: October 03, 2008, 12:29:32 pm »
La moneta veniva battuta con un martello, sino ad essere trasformata in una lamina, alla quale si dava la forma del gioiello che si voleva creare.
A volte, l'incrudimento che la battitura produceva sulla superficie della moneta medesima, faceva sì che occasionalmente sia ancora visibile con la giusta inclinazione di luce, il disegno della moneta originaria.
Il mio proposito è quello di analizzare attentamente la scarsissima argenteria indigena che ancora può trovarsi in Chiloé e vedere se ho la fortuna di imbattermi in immagini residue di talleri olandesi.
L'immagine che aggiungo è quella di una trapelakucha del secolo XVIII, nella quale si intravede ancora il disegno della moneta coloniale dalla quale è stato ricavata la lamina.

Antvwala

Offline Postumus

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Re: I talleri dei corsari olandesi in Chiloé
« Reply #5 on: October 03, 2008, 03:37:16 pm »
questa proprio non la sapevo!
Caius Marcus Latinus Cassianius Postumus

Offline antvwala

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Re: I talleri dei corsari olandesi in Chiloé
« Reply #6 on: October 03, 2008, 04:31:21 pm »
Se volete saperne di più sull'insurrezione dei mapuche del Chiloé nel 1712, qui trovate una completa informazione (in spagnolo).:
http://www.mapuche.info/mapuint/Trivero040700.pdf

Antvwala

Uzifox

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Re: I talleri dei corsari olandesi in Chiloé
« Reply #7 on: October 04, 2008, 10:03:37 am »
Grazie Alberto, sempre molto interessanti questi scorci storico-numismatici che ci offri...  ;)

medusa

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Re: I talleri dei corsari olandesi in Chiloé
« Reply #8 on: October 06, 2008, 06:04:09 am »
La ragione per cui sono, a distanza di un anno, sono tornato su questo tema, è che tra una settimana sarò sulle ali di un condor della Linea Aerea Nacional de Chile, direzione Chiloé, e intendo riprendere la ricerca delle tracce numismatiche lasciate dai corsari olandesi.
I mapuches avevano (ed hanno tutt'ora) una società di tipo comunitario. All'interno delle comunità non esisteva nessuna attuvità di tipo commerciale, ed il lavoro si intendeva sempre sotto forma di aiuto cooperativo e non veniva mai remunerato (in parte, nel Chiloé rurale è ancora così). Per cui le monete d'argento che i mapuches ricevevano dai corsari olandesi (ma anche dagli spagnoli), venivano sempre trasformate nella gioielleria tradizionale, come negli esempi che seguono.

Grazie anche da parte mia, Alberto! Davvero ammaliante questa discussione: quante storie sai raccontare attraverso le monete ... ...   
In attesa di leggere i tuoi nuovi reports in diretta da Chiloè (magari anche una foto di quel tenero huemul ....  :)), desidero augurarti BUON VIAGGIO !!!!

Valeria medusa

ps: leggo nel sito del SERNAGEOMIN che il duomo al Chaitèn sta crescendo.... (e così pure l'attività sisimica correlata... :o) Occhio alle columnas eruptivas quando sorvoli il Vulcano!!!   ;)  :tongue:

Offline antvwala

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Re: I talleri dei corsari olandesi in Chiloé
« Reply #9 on: October 06, 2008, 06:19:24 am »
Grazie Medusa cara: forse è a rischio di estinzione, ma è molto schivo e difficile da vedersi. La dimensione è quella di un gatto, il pelo quello di un leopardo, la pericolosità assai maggiore di un puma, nonostante la piccola dimensione. Si chiama HUINA ed è l'animale del Chiloé che più mi piace. Non sopporta di essere privato della libertà e se imprigionato si lascia morire: qualcuno, tuttavia, è riuscita ad allevarla in casa, lasciandola sempre libera di andare e venire. Non è presente in nessun giardino zoologico.
In quanto al Chaitén, penso andarci molto vicino entro i prossimi 10/15 giorni.
Ciao e grazie a tutti.

Antvwala

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Re: I talleri dei corsari olandesi in Chiloé
« Reply #10 on: October 06, 2008, 07:52:31 am »
Bellissimo
Caius Marcus Latinus Cassianius Postumus

 

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