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Author Topic: 'Freakonomics' - Una discussione ed un articolo interessante  (Read 1994 times)

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Offline perporius

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'Freakonomics' - Una discussione ed un articolo interessante
« on: April 25, 2009, 12:39:09 pm »
Non so se avete letto questa discussione, e cosa ne pensiate dell'articolo citato,  (di Charles Stanish, direttore del Cotsen Institute of Archaeology e professore di antropologia all'UCLA) e' un  articolo affascinante o solo propaganda ?

https://www.forumancientcoins.com/board/index.php?topic=52843.0

Offline perporius

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Re: 'Freakonomics' - Una discussione ed un articolo interessante
« Reply #1 on: June 15, 2009, 01:42:28 pm »
Il recente articolone sui falsi di monete antiche:

http://archivio.lastampa.it/LaStampaArchivio/main/History/tmpl_viewObj.jsp?objid=9343794

 mi ha ricordato questa discussione.
 
 Tra l'altro l'articolo citato di Charles Stanish e' anche stato ripreso di recente dalla stampa italiana :
 
 http://www.webnews.it/news/leggi/10699/quando-ebay-salva-larcheologia/

Offline antvwala

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Re: 'Freakonomics' - Una discussione ed un articolo interessante
« Reply #2 on: June 15, 2009, 02:37:56 pm »
Quando eBay salva l'archeologia
di: Emanuele Menietti

Quando alcuni anni fa eBay iniziò ad affermarsi come un valido sistema per il commercio di beni tra singoli individui, numerosi archeologi lanciarono l'allarme su un possibile ritorno di fiamma del mercato nero dei reperti. Gli esperti di antichità temevano, infatti, che il nuovo sistema per lo scambio delle merci online tra privati cittadini potesse favorire il commercio sottobanco dei reperti archeologici con evidenti danni per lo studio delle popolazioni antiche. A distanza di diverso tempo dalle prime previsione catastrofiche, alcuni esperti sono ora ritornati sui loro passi, constatando come eBay abbia in realtà tenuto a bada il mercato nero grazie al proliferare di reperti falsi.
Secondo l'archeologo Charles Stanish, professore di antropologia alla University of California ed esperto di culture precolombiane, la vendita di materiali archeologici contraffatti su eBay si sta rivelando molto più redditizia rispetto alla tradizionale vendita illegale dei reperti archeologici originali. «Buona parte dei tanti venditori di oggetti sono passati dal saccheggiare i siti archeologici al produrre antichità false. Ho tenuto sotto osservazione le antichità di eBay per anni, e secondo la mia esperienza, questo passaggio è avvenuto intorno all'anno 2000, circa cinque anni dopo la fondazione di eBay» scrive Stanish in un articolo da poco pubblicato sulla rivista specializzata Archaeology.
L'archeologo della UCLA ricorda come la contraffazione delle antichità sia un fenomeno che accompagna da diversi secoli la storia dell'uomo. La produzione dei falsi può richiedere tempo, ma da un punto di vista prettamente economico si rivela molto più conveniente dei rischiosi saccheggi nei siti archeologici. Le pene per chi sottrae reperti dalle aree di ricerca sono generalmente molto alte, mentre la contraffazione abbinata a un sistema di vendita che garantisce un discreto livello di anonimato come eBay può offrire maggiori introiti per i truffatori e rischi minori nei confronti della legge.
«Un altro fattore economico - il rischio dell'arresto - viene rimosso dai falsi di eBay, poiché non si può essere arrestati per aver importato materiale contraffatto. Se provvedi all'importazione di antichità che pensavi fossero illegali ma che si rivelano poi dei falsi, rischi molto poco dal punto di vista legale. Il rischio di cause legali o incriminazioni viene di fatto scampato quando le antichità vendute si rivelano fasulle, un particolare che riduce costi e rischi sia per il venditore che per l'acquirente» scrive Stanish nel suo articolo.
Secondo l'archeologo, il sistema di vendite online di eBay ha favorito sensibilmente lo sviluppo di numerose iniziative commerciali legate ai reperti contraffatti a tal punto da soffocare il contrabbando degli originali. Numerosi artigiani abituati a vendere le loro copie ai turisti ai margini dei siti archeologici possono usufruire ora, grazie al famoso sito per le aste online, di una vetrina su scala globale nella quale esporre le loro merci. Il fenomeno è ormai dilagante e ha portato a una serrata competizione tra gli artigiani, impegnati nella creazione di falsi sempre più curati e aderenti agli originali e tali da trarre in inganno anche gli occhi più esperti.
L'impossibilità di distinguere un reperto originale, illegalmente messo in vendita, da un semplice falso ha disincentivato sensibilmente gli acquisiti da parte dei clienti del mercato nero su eBay. La catastrofica previsione su un ritorno di fiamma del commercio illegale di beni archeologici sembra essere stata smentita, ma il fenomeno continua naturalmente al di qua dello schermo con metodi molto tradizionali, affinati in secoli di scambi sottobanco.

Offline antvwala

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Re: 'Freakonomics' - Una discussione ed un articolo interessante
« Reply #3 on: June 15, 2009, 02:47:11 pm »
L'articolo è interessante, credo che ponga in luce un fenomeno reale, ma mi pare che un volta di più si faccia confusione tra uno strumento e la causa di un fenomeno.

Il collezionismo diventa di massa quando vi è una sufficiente capacità di spesa rivolta al superfluo. Ed è quanto è accaduto negli ultimi decenni. Nel momento in cui è di massa, il collezionismo diventa condizionato da due aspetti negativi: la moda, l'impreparazione.
Coincido con l'Autore sul fatto che nell'ultimo decennio la produzione di falsi è dilagata in quanto:
1) la domanda di determinati beni è cresciuta moltissimo, ben al di sopra dell'offerta, rendendo possibile adottare mezzi e metodi di falsificazione che economicamente sono possibili solamente nel caso di produzioni quantitativamente importanti. Realizzare un conio costa parecchie migliaia di euro, e quindi è possibile solamente se con esso si coniano centinaia di monete, o anche più.
2) credo che sia vero che legalmente si corrono meno rischi falsificando monete antiche, piuttosto che saccheggiando siti archeologici, anche se ciò è certamente molto diverso da Paese a Paese.
3) l'impreparazione insita nel collezionismo di massa (solo una piccolissima parte dei collezionisti spende in libri e, soparttutto, si dedica a studiare l'oggetto della sua collezione), rende molto facile piazzare il falso.

Ma tutto ciò è indipendente da eBay. Se non ci fosse eBay, semplicemente seguirebbe altre strade di distribuzione/commercializzazione.

Antvwala

 

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