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Author Topic: ... ma come facevano ad argentare le monete?  (Read 2320 times)

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Offline antvwala

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... ma come facevano ad argentare le monete?
« on: April 24, 2009, 02:39:46 am »
All'inizio, ci furono i denarii suberati: pare li suberassero bagnando il tondello nell'argento fuso e coniandolo successivamente.
Ben diverso parrebbe essere il caso degli antoniniani, dei follis e delle monete bizantine (come il trachy riportato come esempio in questo post). Molti decenni or sono (eh sì, proprio così, perché allora ero un ragazzino!) lessi che in uno scavo archeologico venne trovato uno strano aggeggio di ceramica, con al suo interno una sorta di alloggiamento in rame, opposto al quale vi era una placca di zinco: nell'alloggiamento ci stava una moneta. Purtroppo non ricordo più dove lessi questa notizia. Comunque queta è una pila (sempre che la notizia sia vera!).
I romani conoscevano l'elettrolisi? Forse sì. Non dimentichiamo che il livello di conoscenza tecnologica della Roma del III o IV secolo, era confrontabile a quello degli inizi dell'età barocca! Ovvero, dopo la caduta dell'impero di Occidente, ci vollero mille anni per ritornare allo stesso livello di conoscenze scientifiche!
Una declino, quello del tardo impero, dimostarto anche dalla ignavia degli ultimi imperatori: pare che Valentiniano III - la corte allora era a Ravenna - quando gli comunicarono che "Roma era caduta!", pensò che si trattasse della sua gallina favorita, allevata a corte come se fosse una persona di famiglia!
Tornando all'argentatura, quale soluzione teconologica permetteva di realizzare queste monete?

Antvwala

Offline Paleologo

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Re: ... ma come facevano ad argentare le monete?
« Reply #1 on: April 24, 2009, 07:00:34 am »

Tornando all'argentatura, quale soluzione teconologica permetteva di realizzare queste monete?


Escluderei la subaerazione "alla Romana": lo strato d'argento su una moneta come quella mostrata dovrebbe presentarsi come un sfoglia sottilissima, cioè uno strato esterno palesemente distinto dal tondello, ma non mi pare questo il caso (a parte le evidenti difficoltà tecniche per la coniazione di un tondello scodellato).

Credo quindi che si ricorresse a procedimenti chimici successivi alla coniazione: bagni al mercurio su tondelli di rame puro, oppure bianchitura di tondelli in mistura bassa. In questo caso a sensazione voto il primo procedimento: la bianchitura si usava tipicamente sui denari medievali in mistura, e non mi è mai capitato di vederne uno con l'argentatura "a chiazze".

Segnalo anche questa discussione, nel caso fosse sfuggita.
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Offline Postumus

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Re: ... ma come facevano ad argentare le monete?
« Reply #2 on: April 24, 2009, 07:09:29 am »
Per me sono stagnati e non argentati ...
Caius Marcus Latinus Cassianius Postumus

Offline antvwala

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Re: ... ma come facevano ad argentare le monete?
« Reply #3 on: April 24, 2009, 07:47:39 am »
Le analisi chimiche per gli scodellati mostrano un tenore d'argento intorno al 6-7% per Alessio I e Giovanni II, 2-4% per Manuele I, 1-2% per Isacco II e 0-1% per Alessio III.
Non conosco i dati relativi agli antoniniani ed ai follis, ma mi pare di ricordare che anche per i follis ci fosse un certo tenore di argento, e non di stagno...

 

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