All'inizio, ci furono i
denarii suberati: pare li suberassero bagnando il tondello nell'argento fuso e coniandolo successivamente.
Ben diverso parrebbe essere il caso degli
antoniniani, dei
follis e delle monete bizantine (come il
trachy riportato come esempio in questo post). Molti decenni or sono (eh sì, proprio
così, perché allora ero un ragazzino!) lessi che in uno scavo archeologico venne trovato uno strano aggeggio di ceramica, con al suo interno una sorta di alloggiamento in rame, opposto al quale vi era una placca di zinco: nell'alloggiamento ci stava una
moneta. Purtroppo non ricordo più
dove lessi questa notizia. Comunque queta è una
pila (sempre che la notizia sia vera!).
I romani conoscevano l'elettrolisi? Forse sì. Non dimentichiamo che il livello di conoscenza tecnologica della
Roma del III o IV secolo, era confrontabile a quello degli inizi dell'età barocca! Ovvero, dopo la caduta dell'impero di Occidente, ci vollero mille anni
per ritornare allo stesso livello di conoscenze scientifiche!
Una declino, quello del tardo impero, dimostarto anche dalla ignavia degli ultimi
imperatori: pare che
Valentiniano III - la corte allora era a
Ravenna - quando gli comunicarono che "
Roma era caduta!", pensò che si trattasse della sua gallina favorita, allevata a corte come se fosse una persona di famiglia!
Tornando all'argentatura, quale soluzione teconologica permetteva di realizzare queste monete?
Antvwala