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Radiati Barbari

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Postumus:
Radiati Barbari sono imitazioni dell'antoniniano, un tipo di moneta emessa durante l'Impero Romano, che sono così denominati a causa del loro stile crudo e della prominente corona radiata indossata dell' imperatore.

I radiati barbari furono emessi privatamente prima di tutto durante la crisi della fine del 3° secolo d.C. nelle provincie occidentali. Non erano generalmente considerati come falsi giacché erano più piccoli delle emissioni standard e probabilmente servivano come piccole monete di cambio.

Anche se i primi numismatici, in particolare Philip V. Hill, teorizzavano che i radiati barbari erano stati prodotti molto tempo dopo i loro prototipi e durante i periodi bui e nel periodo Sassone, lavori più recenti indicano che erano generalmente contemporanei ai loro prototipi.

Secondo Hill, in Inghilterra, anche se i radiati barbari erano chiaramente prodotti in diversi luoghi, l'evidenza dei tesori dimostra la presenza di stili locali. Ad esempio nell'Inghilterra del nord ci fu una forte spinta a produrre radiati barbari con al rovescio disegni senza bordi in rilievo, mentre nell'Inghilterra del sud erano più comuni figure con rilievo più alto, tratti più spessi e più pieni. "Scuole artistiche" simili esistono anche nei pezzi prodotti nell'Europa continentale.

I radiati barbari mostrano molte peculiarità, causate della loro produzione non ufficiale. Tipi che al rovescio mostrano una certa divinità o personificazione, ad Spes, possono presentare invece una legenda diversa, ad esempio per la Pietas. In alcuni esemplari attributi od oggetti normalmente associati ad una divinità o personificazione sono mostrati con una differente divinità o personificazione. Ad esempio lo scettro, che è normalmente associato alla Pax, è invece mostrato con la Pietas. Il risultato è una generica identità della divinità o personificazione del rovescio.

Le leggende dei radiati barbari vanno da copie corrette ed esatte del prototipo, ad un miscuglio di lettere e simboli incomprensibili, senza significato. I pezzi più piccolo, noti come minimi, di diametro inferiore ai 10 mm, spesso sono anepigrafi. Nelle imitazioni particolarmente degradate c'è la tendenza ad enfatizzare una particolare caratteristica del prototipo, in questo caso la corona radiata.

I prototipi imitati più frequentemente sono quelli degli imperatori Gallici come i Tetrici (270-273), Tetrico I e suo figlio, Tetrico II. Poi ci sono le imitazioni di Claudio II il Gotico (270), specialmente le emissioni postume con l' altare al rovescio, e di Vittorino (268-270). Imitazioni degli antoniniani di Postumo sono rare, anche se le imitazioni dei suoi grandi bronzi (come il doppio sesterzio) sono relativamente comuni. Altri tipi non comuni sono, in ordine di frequenza Gallieno, Quintillo, Probo, Aureliano, e Tacito.

Federico M:
Grazie dell'interessante contributo! :-)
Siccome non sono un esperto del periodo (in altre parole non ne so nulla), volevo chiedervi se la moneta qui sotto potrebbe rientrare nella categoria in questione (radiata è radiata, e barbara come stile anche, ma non saprei...).

Grazie e saluti,
Federico

Postumus:
Senz'orma di dubbio.
Tetrico I con la Spes sul rovescio, buona la conservazione e la patina.
Vedi lo stile rozzo e stilizzato che si avverte molto più nel rovescio che sul diritto.
Tu che hai la moneta in mano mi puoi dire se, dalla foto non ne sono sicuro, sembrerebbe che la scritta sul diritto sia stata spezzata in due parti: una dietro la nuca ( IMP TRETRICV), l'altra davanati al profilo (S PIVS).
Grazie dell'intervento

Federico M:
Purtroppo, al momento io sono in Francia e la moneta è in Italia... in ogni caso, da una scansione a 1200 dpi (ovvero meglio di una discreta lente di ingrandimento, ma col difetto di appiattire un po' le cose, ovviamente) posso comunque confermare che non esistono tracce di legenda nella parte superiore della moneta, ragioni per cui sono quasi sicuro che il nome dell'imperatore sia stato effettivamente diviso, lasciando solo la "S" dal lato destro del volto, insieme a "PIVS". Al rovescio, sembra effettivamente leggersi "SPES AVG", ora che mi hai fatto notare il soggetto...

Grazie mille dell'identificazione di Tetrico: non conoscendo il periodo, ci avrei messo delle ore a trovarlo (il che è anche divertente, ma le ore a disposizione non sono mai sufficienti!).

Interessante il fatto che lo stile del ritratto sia quasi piu' fine su questa imitazione che sugli originali romani del periodo: pare quasi che l'incisore si sia ispirato piu' ad Antonino Pio (suggestione forse puramente psicologica, derivante dal PIVS così in vista) che ai ritratti contemporanei di Tetrico!

Federico

yafet_rasnal:
La V e' a ore 1

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