Con il consolidamento del potere ostrogoto, ha
fine (finalmente!) quel lunghissimo periodo di guerre civili che si era avviato con l’uccisione di
Valentiniano III e che aveva infine portato l’Impero Romano d’Occidente al tracollo finale. Grazie alla rinnovata pace, risorsero le attività produttive ed il commercio e con esso la domanda di denaro.
Non solo venne mantenuta una abbondante coniazione di
aurei e tremissi, ma soprattutto riapparve l’argento ed il bronzo, quest'ultimo anche nei moduli maggiori. La
moneta aurea ostrogota, dunque, è sempre meramente imitativa di quella
bizantina, distinguibile da essa unicamente
per lo stile. Inoltre non è possibile distinguere le emissioni di Atalarico da quelle dei suoi successori Teodato e Vitige,
così come sono indistinguibili le emissioni di Totila da quelle di Teia. La monetazione d'argento e di bronzo, invece, è coniata in
nome dei sovrani ostrogoti. Ed è proprio la presenza del loro
nome o
monogramma a rendere la
moneta argentea ed enea, non più imitativa ma affatto originale, molto più interessante di quella aurea. Anche la qualità della
moneta di bronzo, che durante il V secolo aveva raggiunto il massimo scadimento possibile, torna a livelli artistici apprezzabili, tanto che il
follis coniato in
nome di Teodato in quanto a bellezza artistica regge il confronto con i più bei medi bronzi dell’alto impero.
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