Torno volentieri su questo tema, che alla
fine non ci ha permesso di giungere ad una conclusione certa, riassumendone gli aspetti sostanziali.
Questo quarto di
siliqua pesa 0,54 grammi e ha un diametro di circa 11 mm. La conservazione non è ottima, ma è sufficiente
per consentire una lettura sufficiente della
moneta. Al dritto appare il busto di Giustiniano rivolto a destra e nel rovescio la legenda DN / ANTA / SNTA / [R]IX1. Poiché la storia gotica è ben conosciuta e non esistono sovrani omessi, la legenda stessa non può che essere riferita ad una
regina. Esistono unicamente due candidate potenziali: Amalasunta, figlia di Teodorico il Grande, reggente dal 526 al 534 e quindi
regina tra il 534 ed il 535; oppure Matasunta, figlia di Amalasunta e moglie di Vitige, reggente dal 536 al 540.
Esistono due sovrani Ostrogoti
per i quali non si conosce alcuna emissione monetaria. Si tratta di Ildibaldo (
fine 540 – inizio 541) e di Erarico (estate del 541), ma la legenda presente
sulla moneta non ha relazione alcuna con i loro nomi2.
E’ certo che Amalasunta, in quanto reggente coniò
moneta, ma non apponendo il suo
nome o il suo
monogramma, bensí prima quello del figlio Atalarico, e successivamente quello del cugino Teodato, associato al trono. Tuttavia, avendo assunto il titolo regale
tra il 534 ed il 535, non appare contraddittorio che siano state coniate anche delle monete in suo
nome, le quali andrebero collocate subito dopo la morte di Alarico, ma prima che si coniasse in
nome di Teodato: quindi alla
fine del 534.
Figlia di Teodorico il Grande, nacque nel 495. Quando aveva quattordici anni Amalasunta s’innamoró di Traguilla, appassionatamente ricambiata: ma Traguilla era uno schiavo, ragion
per cui sua madre quando venne a scoprire la relazione clandestina, fece amazzare Traguilla. Cinque anni più tardi, nel 515, Teodorico la obbligò a sposare Eutarico, un principe ostrogoto che aveva vissuto a lungo alla corte visigota ed era molto aprezzato in Spagna. Nel 522, dopo appena 7 anni di matrimonio ed aver generato due figli, Atalarico e Matasunta, restò vedova.
Quattro anni dopo, nel 526, morì Teodorico il Grande e Amalasunta, molto stimata dalla corte, riuscí ad accantonare la madre e a far incoronare re il figlio Atalarico, che aveva appena 10 anni, assumendo lei stessa la reggenza. Da qui che le monete battute dagli Ostrogoti in
nome di Giustiniano con al rovescio il
nome o il
monogramma di Atalarico, non di rado vengono attribuite ad Amalasunta. Di fatto, Atalarico non ebbe mai la possibilità di regnare effettivamente, in quanto morì nel 534, poco più che adolescente: Amalasunta, allora, assunse in prima persona il titolo reale, ma la
regina, donna di grande cultura e sensibilità artistica e che aveva dimostrato di aver tino politico, comprese che era necessario che il titolo reale venisse assunto da un uomo, in grado di dialogare con l’Impero
bizantino: associò dunque al trono il giovane cugino Teodato, figlio di Amalafrida, sorella di Teodorico il grande. Ma a Teodato di essere co-reggente non bastava e pretese di impalmare la cugina Amalasunta, la quale rifiutò e tentò di mantenerlo in un ruolo subalterno. Poiché la
regina era partidaria di mantenere una buona convivenza con Bisanzio, riconoscendo l'autorità imperiale e governando in
nome di Giustiniano, Teodato si fece spalleggiare dal settore più nazionalista della corte ostrogota, fautrice di una totale indipendenza da Costantinopoli, con il cui appoggio fece arrestare e poi uccidere Amalasunta. Giustiniano, a questo punto, ebbe una valida ragione
per dare inizio alla guerra gotica, grazie alla quale venne cancellata ogni possibilità di nascita di una nazione italiana,
così come stava ormai avvenendo in
Hispania e in
Gallia.
Il giovane Teodato mostrò molta ambizione, ma scarsa capacità, tanto politica, come militare. Agendo di sorpresa, riuscì ad abbattere il potere di Amalasunta disponendo dell’appoggio di un partito minoritario della corte ostrogota, e ben presto perdette il sostegno anche di questo. Sin dagli
primi scontri armati, le armate bizantine riportarono ripetute vittorie: presso la corte, quindi, prese forza il partito favorevole ad un accordo con Giustiniano, lo stesso che aveva appoggiato Amalasunta. Sicché dopo neppure due anni di regno, Teodato fu deposto (estate del 536), e la corte affidò la reggenza alla giovanissima Matasunta, figlia di Eutarico e Amalasunta, già disponendo affinché Vitige, abile politico favorevole al dialogo ed alla pace, potesse essere incoronato re.
Tuttavia Vitige era di estrazione plebea. Pertanto la corte impose che la diciasettenne Matasunta (era nata nel 518) sposasse immediatamente Vitige, rendedolo
così accettabile quale sovrano successore di Teodato: celebrato il matrimonio con la nipote di Teodorico, Vitige venne incoronato re degli Ostrogoti. Fedele alla linea politica di sua madre, Matasunta era favorevole ad accettare la sovranità formale di Giustiniano governando l’
Italia e l’Illirico in suo
nome. Anche Vitige perseguiva lo stesso obiettivo, ma la dichiarata volontà di vendicare Amalasunta era pretestuosa, sicché le troppe bizantine continuarono lo sforzo bellico
per sottomettere l’
Italia. Quando nel 540 Belisario, generale dell’esercito
bizantino, sconfisse e catturò Vitige, questi insieme a Matasunta vennero inviati a Costantinopoli: il primo in qualità di prigioniero e la seconda quale ospite rispettata. Due anni più tardi, Vitige morì e Matasunta venne data in sposa a Germano Giustino, cugino di Giustiniano.
Matasunta, dunque, fu nominlmente reggente
per pochi mesi, essendo giovanissima e, di fatto, restando al di fuori dei giochi di potere: questo rende improbabile la coniazione di monete con il suo
nome o il suo
monogramma.
Per quanto concerne l’emissione di monete battute con il
nome femminile, esiste un antecedente: si tratta di una mezza
siliqua coniata a
Ravenna, e forse anche a Pavia, con al rovescio un
monogramma attribuito a Matasunta (
Wroth X,11.14). Tuttavia negli ultimi anni questa attribuzione è stata messa in discussione, in quanto Matasunta non assunse mai il titolo regale, come invece avvenne con Amalasunta:
per questa ragione attualmente alcuni
tra i maggiori specialisti del settore,
tra i quali anche il
Grierson, hanno riattribuito questa mezza
siliqua ad Amalasunta.
La legenda del
monogramma potrebbe leggersi come AMSVNTA anziché MATASVNTA, ma ovviamente la discussione resta aperta.
Resto fiducioso che pioveranno contributi a iosa
per rianimare la discussione!
Antvwala