Il Necromandio di Efira

Nell'antichità l'Epiro era famoso per la presenza di due oracoli; nel primo, quello di Dodona, dedicato a Zeus, signore del mondo dei vivi e di quello celeste, gli indovini svelavano il destino degli uomini e la volontà divina, interpretando il fruscio delle foglie degli alberi oppure osservando il volo dei piccioni selvatici che nidificavano tra i rami; nel secondo, il Necromandio (v. etimologia) di Efira, dedicato a Plutone (o Ade o Aidoneo), dio degli inferi e alla sua sposa Persefone, i pellegrini, potevano entrare in contatto visivo e verbale con i defunti.mediante riti, sacrifici, pratiche di iniziazione e purificazionelitanie.
foto tratta dalla pubblicaz. a rifer.to 1
  Busto di Persefone (3° sec. a.C.), conservato nel Museo Archeologico di Ioannina e ritrovato all'interno del Necromandio. La dea velata indossa un alto copricapo decorato con fiori e frutta in rilievo, simbolo della fertilità concessa dalla madre Terra al genere umano.
Ci si rivolgeva all'oracolo per sapere quali sacrifici e quali dei invocare per ottenere luce o conseguire obiettivi di vita pratica.

Il "Libro dei morti" dell'Odissea, scritto attorno alla fine dell'8° secolo a.C., ma che riferisce eventi risalenti al periodo tardo miceneo (13° secolo a.C.) non parla del Necromandio, pertanto è da ritenersi che in epoca micenea in quei luoghi esistesse solo un oracolo all'aperto, forse localizzato in un anfratto naturale.

L'oracolo di Efira era strettamente legato alle caratteristiche topografiche del luogo: le acque stagnanti del lago Acherusio, i tre fiumi, l'Acheronte, il Cocito, il Piriflegetonte, le caverne sulla collina del Necromandio che potevano essere considerate altrettanti punti di accesso al mondo sotterraneo, rumori provenienti dal sottosuolo che davano la sensazione diretta di una presenza dal sottosuolo, le sorgenti di acqua dolce nella vicina baia di Ammudia.

Il Necromandio, così come ci appare oggi, è una costruzione del 3° secolo a.C.; pochissimi resti risalgono a periodi precedenti il 4° secolo a.C. . Ciò dipende dal fatto che, per la costruzione del santuario, dovette essere livellata la sommità della collina su cui sorge e ogni cosa più antica andò perduta.

Ad ogni modo, sulle pendici occidentali della collina del santuario, sono stati trovati frammenti e statuine di creta di Persefone risalenti alla metà del 7° secolo a.C. (v. foto più avanti). Essi provengono da un santuario preesistente nei dintorni che cessò di funzionare dopo la costruzione, in cima alla collina, di quello ellenistico o, più probabilmente, da un deposito votivo appartenente ad un santuario arcaico .

Che questo impressionante edificio sia davvero il Necromandio scaturisce dai seguenti elementi:


foto tratta dalla pubblicaz. a rifer.to 1
Testine di creta di Persefone ritrovate sul declivio occidentale della collina del Necromandio (7° sec. a.C.)
  • la cripta sotterranea (la casa di Ade) e la struttura che emerge al di sopra del suolo che ricorda i mausolei orientali e i preistorici ziggurat della Mesopotamia (immagine sulla destra);
  • e, infine, il riferimento alla visita dell'ambasceria di Periandreo al Necromandio, posto sulle rive dell'Acheronte, nella terra dei Tesproti (Erodoto 5, 92).
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