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L'inferno omerico
Vorrei ringraziarLa per aver deciso di divulgare le sue "scoperte" relative all'esistenza fisica dell'inferno omerico. Devo ammettere che, pur essendo un'insegnante di letteratura greca e latina, non conoscevo questo particolare. Mi riprometto di visitare i luoghi da Lei descritti e di rendere partecipi anche i miei studenti di questa interessante scoperta.
Cordiali saluti.

R. M.

Gentile insegnante,
di quel mio viaggio in Grecia non fu il Necromandio l'unica "scoperta". Se un giorno visiterà i luoghi, non manchi di spingersi 50 km più a sud, sino a Preveza, separata da uno stretto braccio di mare da Azio, luogo della celebre battaglia navale che oppose Ottaviano ad Antonio. Azio non è visitabile mentre lo è Nikopoli, la "città della vittoria" augustea, 10 km più a nord. La cosa a suo tempo per me interessante fu lo scoprire che Augusto, dopo la battaglia, prese la decisione, di forte significato simbolico, di erigere, sul luogo stesso in cui aveva posto il suo accampamento, in cima alla collina da cui aveva assistito alla battaglia, un monumento a Nettuno e Marte. Se si farà accompagnare da uno dei custodi godrà dal monumento di una vista stupenda del golfo e aiutandosi con la fantasia potrà immaginare la scena della battaglia, come Ottaviano dovette vederla. C'è anche un piccolo giallo (se un giorno avrò tempo, lo inserirò nel mio sito WEB) ed è la dedica sul monumento:  un vero e proprio "puzzle", perché le pietre dell'iscrizione sono accatastate in modo disordinato; gli archeologi hanno tentato di ricomporre l'iscrizione e ne è uscita una prima traduzione. Sennonché in seguito, dopo il ritrovamento di un ulteriore frammento, il "puzzle" è stato ricomposto in modo diverso. Il tutto è pubblicato nei resoconti di un congresso tenutosi a Nikopoli una decina di anni fa.
Cordiali saluti e grazie per il messaggio.
G. D. F.
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Questa pagina é stata revisionata il 2.4.2002