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Vittoriato
24.1.2002
rev.
Egr. sig. Giulio De Florio
La ringrazio moltissimo per il suo interessamento e le invio subito i dati che mi ha richiesto: argento, diametro 15 mm., peso 2 grammi. In allegato le invio le foto scannerizzate (dritto e verso).
Con l'occasione le porgo i miei più cordiali saluti e resto in attesa di notizie. 
D. B.


fig. 1


fig. 1
Roma, 1.2.2002
Eg. Architetto,
la sua moneta d'argento, trova nel Sydenham la seguente descrizione:

D. Testa di Giove laureato a destra.
R. La Vittoria in piedi a destra incorona un trofeo; "ROMA" in esergo.

Già in antico veniva chiamata "vittoriato", in virtù della Vittoria impressa sul rovescio, sempre accompagnata dall'etnico "ROMA". Fu coniata per circa cinquanta anni, a partire, secondo Sydenham (1), dal 205÷195 a.C. (2). All'inizio pesava 3 scrupoli (lo scrupolo era un'unità di peso greca, equivalente ad 1,137g.), e circolava insieme al raro ½ vittoriato che di scrupoli ne pesava la metà. Era priva del marchio di zecca e si ritiene che venisse coniata principalmente in zecche dell'Italia meridionale, avendo tuttavia, come area di diffusione, anche la Grecia, l'Illirico, l'Epiro e la Sicilia. Il vittoriato soppiantò nella circolazione il quadrigato (v. "il Quadrigato" in una corrispondenza precedente), dopo che questo, con la svalutazione seguita alla seconda guerra punica, aveva perso peso e valore, per essere, a sua volta, soppiantato dal denario e dalle sue frazioni (il  quinario e il sesterzio) quando i denari entrarono in circolazione attorno al 187 a.C.. Ebbe successivamente un revival allorché, attorno al 172, il quinario, che era sceso a c. 2,3 g., fu ritirato dalla circolazione. E' probabile quindi che il vittoriato, che ormai pesava pochissimo più del quinario, venisse scambiato contro ¾ di denario. Da un certo momento in poi le varie zecche abilitate impressero il loro marchio distintivo (costituito da una o più lettere o da simboli e icone di vario genere) nel campo del rovescio del vittoriato, appena sopra la linea dell'esergo. 

Quanto alla sua moneta, escluso che si tratti del fantomatico ½ vittoriato (così raro che c'è chi dubita che sia veramente esistito), essa sembra possedere un peso un po' scarsino anche rispetto al peso minimo di 2,3g. raggiunto dalla moneta con il progresso della svalutazione. D'altra parte la misura da lei comunicatami non pretendeva certo di essere professionale (qualunque studente del primo anno di fisica l'avrebbe accompagnata dall'indicazione dell'errore stimato); inoltre la moneta è usurata e quindi sotto peso rispetto al momento in cui fu coniata. Verosimilmente ci troviamo quindi di fronte ad un vittoriato coniato prima dell'introduzione del marchio di zecca (almeno io non ne intravedo alcuno nell'immagine che Lei mi ha fornito), ma quando ormai anche il vittoriato aveva perso peso. A conferma della tesi, l'osservazione tratta dal Crawford (3): "the first group (sottinteso di vittoriati; n.d.r.) has a Jupiter with harsch features and normally only three locks of falling hair and a crudely executed Victory" (i vittoriati del primo gruppo presentano un Giove dai lineamenti duri e di solito con soli tre ciuffi di capelli ricadenti ed una Vittoria eseguita in modo rozzo).

Per Sua informazione, un vittoriato recante il segno della zecca, nella condizione "fine" (4), è stimato dal Sear(5), dalle 50 alle 180 sterline (prezzi 1981), a seconda della zecca.
Non sono in grado di fornirle prezzi più recenti, tanto più se pertinenti alla sua moneta.
Per sua comodità ho riprodotto in fig. 3/4 un vittoriato del primo gruppo esposto presso il Münzkabinett - Staatliche Museen zu Berlin.

La saluto cordialmente.
Giulio De Florio



Note:
(1) The Coinage of the Roman Republic - Edward A. Sydenham - ed. Spink & Son Lmt 1952
(2) Tengo a precisare che la cronologia fornita, ripresa dal Sydenham, non trova concordi tutti gli studiosi di numismatica
(3) Roman Republican Coinage - Michael H. Crawford - ed. Cambridge University Press 1974 - Cambridge University Press 1974
(4) le classi di conservazione, internazionalmente riconosciute, delle monete sono: "mint state" (fior di conio- FDC), "extremely fine" (splendido- SPL), "very fine" (bellissimo"- BB), "fine" (molto bello- MB), "good" (bello- B), a cui si affiancano i diminutivi "quasi" (q) e "meglio" (m) per attenuare o accrescere l'appellativo di classe (es. qSPL, quasi splendido o mSPL, meglio che splendido).
(5) Roman Coins and their values - David R. Sear ed. Seaby 1981
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