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Giuliano l'Apostata e la speranza della Repubblica
12.12.2013
Diametro : 17mm
peso : 0,75 grammi
colore : bronzeo
nessuna presenza di materiale ferroso
Ho letto sul sito che puoi classificare le monete antiche, io ho ricevuto questa da mio nonno non ho altre notizie. Se puoi capire di che moneta si tratta te ne sarei grato
grazie
fig. 1
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Roma, 16.12.2013

Egregio Lettore,
di seguito riporto gli elementi significativi raccolti sulla moneta di figura:

Æ3,1 zecca di Sirmium, 6.11.355-estate 361 d. C.2, RIC VIII 81 (pag. 390)3

Descrizione sommaria (sono indicate in rosso le parti della leggenda usurate o comunque non più leggibili):
D. D N IVLIAN-VS NOB C4. Giuliano Cesare, testa nuda, busto paludato e corazzato a destra.
R. SPES REI - PVBLICE.5 L'imperatore, elmato e in abito militare, stante a sinistra sorregge con la mano destra un globo e con la sinistra una lancia con la punta a terra. Segno di zecca, ASIRM. 6

La ricerca nel web di monete simili a quella di figura ha prodotto i seguenti risultati:

  1. http://www.ancientimports.com/cgi-bin/lotinfo.pl?id=21823 Attribution: RIC VIII 86 (attr. errata! RIC 81 o RIC87) Sirmium Secondary Attribution: Failmezger 466 J Date: 355-361 AD Obverse: DN IVLIA-NVS NOB C, Bare-headed draped cuirassed bust right Reverse: SPES REI-PVBLICE, Emperor standing left holding globe and sceptre Size: 16.7 mm Weight: 2 grams Rarity:  5 Description: A decent little bronze.
  2. http://www.forumancientcoins.com/monetaromana/corrisp/a638/a638.html D N IVLIA-NVS NOB C. Giuliano, testa nuda, busto paludato e corazzato a destra. SPES REI-PVBLICE5. Giuliano elmato, in abito militare, in piedi a sinistra sorregge con la mano destra un globo e con la sinistra una lancia. ASIRM in esergo. peso: gr. 1,81; asse di conio: h 6; reazione alla calamita: no;diam.: mm 15-16.
  3. http://www.forumancientcoins.com/gallery/displayimage.php?pos=-13734 355-360 AD - Julian II as Caesar - RIC VIII Sirmium 081 - SPES REIPVBLICE Caesar: Julian II (Caes. 355-360 AD) Date: 355-361 AD Condition: Fair/Fine Size: AE3 Obverse: DN IVLIA-NVS NOB C Our Lord Julian Noble Caesar Bust right; bareheaded, draped and cuirassed Reverse: SPES REI-PVBLICE Hope of the Republic. Emperor, helmeted and in military dress, standing left, holding globe and spear. Exergue: (A?)SIRM (Sirmium mint, first? officina) RIC VIII Sirmium 81. 1.80g; 17.1mm; 195°.
  4. http://www.forumancientcoins.com/gallery/displayimage.php?pos=-13749 355-360 AD - Julian II as Caesar - RIC VIII Sirmium 081 or 083? - SPES REIPVBLICE Caesar: Julian II (Caes. 355-360 AD). Date: 355-361 AD Condition: Fine Size: AE4 Obverse: D N IVLIA-NVS NOB C Our Lord Julian Noble Caesar Bust right; bareheaded, draped and cuirassed Reverse: SPES REI-PVBLICE Hope of the Republic. Emperor, helmeted and in military dress, standing left, holding globe and spear, a captive at his feet. Exergue: unknown (SIRM?) RIC VIII Sirmium 81 or 83? 1.99g; 16.5mm; 345°.
  5. http://www.wildwinds.com/coins/ric/julian_II/_sirmium_RIC_081.jpg Julian II, AE3. Obv: DN IVLIA-NVS NOB C, bare-headed, draped, cuirassed bust right Rev: SPES REI-PVBLICE, emperor helmeted and in military dress, standing left,  holding globe and spear. Mintmark: BSIRM. RIC VIII Sirmium 81, rated common Contributed by Dane, October, 2005.
  6. http://www.rudnik.com/rome/christian2/htmls/R2592.html Roman Empire, Julian II the Apostate (335-363 AD), bronze AE4, struck as Caesar, 335-360 AD, Sirmium mint DESCRIPTION . Obv: Bareheaded draped bust of beardless Julian to right, Latin legend D N IVLIANVS NOB C Rev: Julian standing with globe and spear, legend: SPES REIPVBLICE, mintmark SIRM in exergue REFERENCE: SR 4064v GRADING: VF+ / F, dark green patina w/ slight highlights, nice portrait, legends weaker ORDER INFO: R2592, $38.
Concludo osservando che le caratteristiche generali e di stile della moneta appaiono non difformi da quelle dei conî d'epoca ufficiali. In considerazione del cattivo stato di conservazione il valore venale della moneta è di pochi euro. Il peso della moneta andrebbe controllato.

Un saluto cordiale.
Giulio De Florio

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Note:
(1) Follis (bronzo). RIC VIII fornisce le seguenti caratteristiche fisiche di massima per i follis della tipologia di figura: diametro 15-17mm, peso 1,90g. Riporto in tabella le caratteristiche fisiche dei follis di pari tipologia battuti a Sirmium e descritti nei link di cui sopra:

Riferimenti Peso (g.)  Asse di conio (h) Diametro (mm)
Link1 2 - 16,7
Link2 1,81 6 15-16
Link3 1,80 6-7 17,1
Link4 1,99 11-12 16,5
Dai dati in tabella si evince che la moneta in esame ha un peso (0,75g,) anomalo rispetto a quello dei conî d'epoca dello stesso tipo. Il peso della moneta andrebbe ricontrollato con una bilancia di precisione.
(2) La datazione sopra riportata copre l'arco temporale in cui Giuliano mantenne il rango di Cesare (6 novembre 355-estate 361 d. C.).
(3) La leggenda di esergo è quasi illeggibile ma sembrerebbe formata da cinque lettere; ciò premesso e in considerazione del particolare posizionamento dell'interruzione della leggenda del dritto (IVLIAN-VS), è verosimile che l'esergo debba leggersi come ASIRM. L'alternativa ASIS, pur compatibile con l'interruzione della leggenda del dritto sopra menzionata, è da escludere in quanto costituita da sole quattro lettere.
(4) Dominvs Noster IVLIANVS NOBilis Caesar. La storia di Giuliano parte da lontano. Suo nonno, l'imperatore Costanzo Cloro, aveva avuto sei figli legittimi dalla moglie Teodora, tra questi Giulio Costanzo, padre di Giuliano e Delmazio senior. Diversi anni prima del matrimonio, però, Costanzo Cloro aveva avuto un figlio di nome Costantino da Elena, donna di umili origini con la quale aveva convissuto in regime di concubinato, come allora si usava quando le differenze di ceto sociale non consentivano l'unione legale. Alla morte di Costanzo Cloro, era stato Costantino, allora trentenne, a prendere sulle spalle, per ragioni di età e di esperienza (i figli di Teodora erano piccoli), l'eredità paterna; la famiglia di Teodora era così vissuta all'ombra di Costantino. Divenuto imperatore, Costantino aveva condiviso con i propri figli le responsabilità di governo, in particolare Costantino jr. ebbe il governo della Spagna, della Gallia e della Britannia, Costante quello dell'Italia, dell'Illiria e dell'Africa e Costanzo quello delle province asiatiche e dell'Egitto, mentre Costantino mantenne per sé il governo della penisola balcanica. Prima di morire, nel 337, Costantino si ricordò nel testamento dei nipoti, Delmazio jr e Annibaliano, figli di Delmazio senior, fratellastro di Costantino e ad essi lasciò rispettivamente la penisola balcanica e il governo dell'Armenia e della costa del Ponto. Ciò fu causa della loro disgrazia: alla notizia della morte del padre, Costanzo si precipitò a Costantinopoli dove organizzò una rivolta contro gli zii e cugini discendenti di Teodora. Due fratellastri di Costantino, tra cui Delmazio senior e Giulio Costanzo, padre di Giuliano e sette nipoti, tra cui Delmazio jr. e Annibaliano, furono trucidati. Per caso si salvarono dal massacro Giuliano, che all'epoca aveva sei anni, e il fratello Gallo che ne aveva 12. Il crudele e sospettoso Costanzo risparmiò le loro vite ma li relegò in due diverse città dell'Asia Minore. I ragazzi furono posti sotto la guida di maestri cristiani, che spiavano i loro minimi movimenti e sotto la supervisione di Eusebio, vescovo ariano di Nicomedia. Così Giuliano ricevette le prime lezioni di cristianesimo da coloro che considerava nemici mortali e la dottrina cristiana gli fu presentata sotto l'aspetto più infelice di un'interminabile disputa tra ortodossi e ariani. A Giuliano il cristianesimo fu inculcato a forza ed egli, per un senso di istintiva difesa, fu costretto a mostrarsi convinto e fervente. Tuttavia, tra gli insegnanti che ebbe modo di frequentare, ne conobbe uno che lo introdusse di nascosto alla poesia e alla filosofia greca, poi, più tardi, seguì in gran segreto, all'insaputa dell'imperatore zio, le lezioni di un famoso retore pagano, Libanio. Avvenne quindi in quegli anni la conversione al paganesimo (di qui l'appellativo di Apostata che si applica a colui che rinnega la fede nella quale è stato cresciuto) e l'odio verso i cristiani: erano stati costoro che gli avevano ucciso il padre, loro che l'avevano tenuto per anni in esilio, loro che gli avevano negato la conoscenza del mondo classico. Giuliano abbracciò così il neoplatonismo che, rispetto al cristianesimo, presentava il vantaggio di rimanere nel campo dell'antica cultura e del vecchio politeismo. Poi venne anche per lui il momento di comandare. La svolta si ebbe poco dopo la morte del fratello Gallo; l'imperatore Costanzo, che pure l'odiava, non aveva eredi e quindi, dopo avergli conferito il titolo di Cesare, lo inviò in Gallia a difendere il confine renano. Sul campo il filosofo si rivelò buon generale riuscendo a sopraffare gli Alemanni e più tardi i Franchi. I primi dissapori con Costanzo ebbero inizio nel 359, quando il re persiano Sapore II passò il Tigri e attaccò i territori romani. Costanzo, impegnato sul Danubio a contrastare i Quadi e i Dalmati, ordinò a Giuliano di inviare dei reparti ausiliari ma questi oppose un rifiuto perché, in forza di un trattato concluso con i barbari che servivano nel suo esercito, si era impegnato a non utilizzarli fuori dalla Gallia. Nel febbraio del 360, a Lutetia (Parigi), Giuliano fu acclamato dalle truppe che lo riconobbero come Augusto ma l'imperatore Costanzo, titolare del potere formale, non volle confermargli il titolo. Lo stato di tensione che si creò tra i due sovrani non impedì che ancora nell'estate del 361 monete della stessa tipologia venissero battute contemporaneamente a Sirmium, zona di confine tra l'Occidente e l'Oriente (v. ad es. il link Ric 80), sia nel nome di Costanzo che in quello di Giuliano che continuava a titolarsi Cesare sulle monete nella speranza e nell'attesa del riconoscimento del grado superiore da parte di Costanzo. Di lì il passo fu breve, l'occidente fu dalla sua parte, Costanzo continuò nel non volerlo riconoscere, anzi mosse contro di lui ma la morte lo colse all'improvviso il 3 novembre del 361 e Giuliano fu finalmente Augusto, riconosciuto da tutto l'impero. Nel 363, Giuliano si imbarcò in un'ambiziosa campagna militare contro l'Impero Sassanide; all'inizio le operazioni militari volsero a suo favore ma successivamente in battaglia Giuliano fu ferito a morte, trafitto da una lancia, paradossalmente compiendosi così, in modo opposto a quello illustrato dalla moneta di figura, il suo destino.
(5) SPES REIPVBLICE (la speranza della Repubblica). Riporto di seguito un breve commento su questo rovescio, tratto dal sito http://www.academia.edu/4818756/SPES_REIPVBLICE: "Il tipo della <<Speranza della Repubblica>> fu battuto simultaneamente da tutte le zecche sia nel nome di Costanzo II che in quello di Giuliano Cesare e poi ancora, solo in alcune zecche, in quello di Giuliano Augusto. La tipologia monetale in questione spesso allude ad un erede e, nonostante i dubbi di Kent, sembrerebbe logico che si riferisca proprio a Giuliano, proclamato Cesare a Milano il 6.11.355."
(6) ASIRM è il segno di zecca che si compone di due parti:
  • la prima lettera, A, individua l'officina monetale (la prima di due attive nella zecca);
  • le lettere rimanenti, SIRM, sono l'abbreviativo di Sirmium (sulle rive della Sava, era la capitale della prefettura pretoria dell'Illyricum e della Pannonia Secunda, oggi Srijemska Mitrovica nella Serbia Settentrionale - v. mappa).
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