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Il tipo della prua
3.2.2002
rev.
Egregio Sig.De Florio,
la ringrazio sentitamente per la cortese e pronta risposta, nonche' per la precisa ricostruzione della storia della moneta che posseggo.
Senza disturbarla ulteriormente,vorrei solamente esporle alcuni dubbi che la sua ricerca mi ha fornito. Le devo riferire, inoltre, che la patina verde che generalmente le monete di lega bronzea presentano, dopo periodi di tempo cosi' elevati dal loro conio, anche la moneta in mio possesso l'aveva. Purtroppo, quando ne venni in possesso, essa era già stata quasi completamente rimossa, con una soluzione a base di aceto e sale, e mi era stato detto (oltretutto, ahimè!) che tale pulizia impiego' anche molto tempo e fatica. Che fare?!
Al di la' di questa precisazione pero',le volevo fare presente che la "s" che dovrebbe indicare il valore presente sul dritto (testa di Saturno), e non sembra essere presente al rovescio,forse si potrebbe identificare nella posizione che le ho indicato con la freccia (nell'immagine allegata), e della quale ne fosse rimasta in rilievo la sola parte superiore. Per capirci le allego un link in cui ho trovato un'immagine tipo la mia in cui la "s" è nella posizione che intendo: http://www.wildwinds.com/coins/sear5/s0766.html (Example No. 5)
E' una mia ipotesi, non cerco aghi nei pagliai, ma mi chiedevo se fosse quella la posizione indicata dal Crawford. Infine, a quanto afferma, questa particolare serie di monete è priva dell'asse e dei nominali  inferiori (oncia e semuncia): è dunque lecito attendersi un peso di circa 13 g, relativo alla meta' del peso di un ipotetico asse unciale, che pero' per questa moneta non è presente? Non potrebbe trattarsi di una pesatura indipendente dagli altri metodi di suddivisione dei pesi ed esserne una a sè?
Inoltre nel sito che le ho indicato all'Example No. 6 la moneta descritta in TEXT è un semis che pesa 5 gr., catalogato Sydenham 143 a.
La ringrazio se vorra' chiarirmi questi dubbi, che sono propri del non addetto ai lavori, ma che mi sarebbero utili, nel decidere se lasciar perdere definitivamente (con un briciolo di delusione ,lo ammetto) la moneta,o continuare a raccoglierne informazioni.
La ringrazio nuovamente. 
A. P.


fig. 1
Roma, 3.2.2002
Egregio Signore,
con riferimento alla corrispondenza precedente intercorsa (v. "Il tipo della prua"), escludo che il valore normale del nostro semisse possa essere diverso da quello da me indicato per il solo fatto di essere il nominale più alto della serie monetale di appartenenza. Rilevo d'altra parte che il Sydenham, in una nota in calce a 143a (1), sostiene che il peso effettivo del bronzo può discostarsi frequentemente dal valore normale.
Ho inoltre riguardato l'immagine del rovescio della Sua moneta e concordo con Lei che nella parte destra del campo possa intravedersi quanto resta di una "S".
Ho visitato infine il sito che Lei mi ha segnalato e ho notato che tutti i semissi ivi descritti, catalogati come Sydenham 143a, hanno un peso dichiarato molto variabile. 
Alla luce dei nuovi elementi emersi, non ho più validi motivi per dubitare dell'autenticità della Sua moneta, ancorché violentata dal precedente proprietario. Tuttavia il suo valore commerciale ne risulta, a mio avviso, fortemente ridotto perché, con la scomparsa della patina verde, il sigillo dell'autenticità si basa esclusivamente sulla Sua dichiarazione.

La saluto cordialmente.
Giulio De Florio


Note:
(1) The Coinage of the Roman Republic - Edward A. Sydenham - ed. Spink & Son Lmt 1952

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