Parliamo di Antemio, che mi pare ben più interessante delle nostre piccole beghe provinciali...
Con la morte di Libio Severo si aprì un lunghissimo interregno che si concluse solamente dopo 17 mesi, il 25 marzo 467, con la nomina del magister militvm Antemio Procopio quale nuovo imperatore d’Occidente, acclamato il successivo 12 aprile, alle porte di
Roma. Una trattativa lunghissima non solamente
tra Leone I e Ricimero, ma anche all’interno della stessa corte di Costantinopoli, che dimostra la complessità delle relazioni in gioco e la strenua resistenza opposta da Ricimero alla nomina di una figura di notevole spessore politico, ma altresì di comprovata capacità militare: una scelta che sottolineava la decisione di Leone I di giungere allo scontro finale con Genserico, tanto più che all’inizio del 467 i Vandali
per la prima volta osarono saccheggiare il Peloponneso e la Dalmazia.
Antemio proveniva da una famiglia patrizia di illustre lignaggio, protagonista da oltre un secolo della
vita politica dell’impero e discendeva dall’usurpatore Procopio, nipote di Costantino Magno. Era sposato con Elia
Marcia Eufemia, figlia dell’imperatore Marciano, e a suo tempo parve essere il candidato più accreditato al trono di Costantinopoli, anche e alla
fine, grazie agli intrighi di Aspar, gli venne preferito Leone I: ciò non di meno, fu sempre fedele all’imperatore d’Oriente, anche se forse questi era geloso dell’autorevolezza e della considerazione che Antemio godeva negli ambienti militari.
Nato a Costantinopoli, apparteneva alla cultura greca, ciò che sicuramente lo rendeva poco gradito al Senato romano. Godeva, invece, dell’appoggio incondizionato di Marcellino, abile magister militvm dell’Illirico, colui che aveva riconquistato la
Sicilia strappandola ai Vandali.
Affinché potesse essere vittoriosa, una spedizione con Genserico aveva bisogno di una grande unità di intenti, la quale venne perseguita con due importanti matrimoni: quella
tra il figlio di Antemio, Flavio Marciano, e Leonzia, figlia di Leone I, che verrà celebrato nel 471; e quella
tra la figlia dodicenne di Antemio, la candida e sventurata
Alypia (come scriverebbe Garcia Marquez), e l’anziano Ricimero, allora sessantaduenne, da celebrarsi all’arrivo di Antemio in
Italia insieme ad Eufemia ed alla figlia.
Nei tempi attuali, il modo normale di affermare "esisto!", è quello di possedere un certo numero di reti televisive e di quotidiani, o, se proprio si è solamente dei poveri gatti, un dominio web, o quanto meno un e-mail.... Ma allora, che non esisteva mediaset, l'alternativa classica
per un neo incornato imperatore, era quello di apparire sul dritto di una
moneta.
(Disgressione: ho scritto "incornato" anziché "incoronato", intanto perché non usavano la corona, ma soprattutto in quanto sino a che vi fu Ricimero, gli
imperatori d'occidente duravano molto poco e finivano tutti regolarmente uccisi o fatti uccidere dal magister militvm.
per cui essere nominati impertaori era davvero un'incornata).
Ecco, pertanto, che appena Antemio giunse a
Roma, venne rapidamente allestita una emissione comitale d’incoronazione piena di giustificato ottimismo
sulla collaborazione
tra le due parti dell’impero: è rappresentata da un solido con al verso i due
imperatori, Leone I ed Antemio, che insieme reggono il globo crucigero e la legenda
Salvs Reipvblicae. Il dritto è realizzato in due versioni: con il busto rivolto a destra (
Ric 2801) e in posizione frontale (
Ric 2802); il rovescio è identico
per i due tipi.
L'emissione viene realizata dalla zecca di
Roma e, quale contrassegno, viene adottata una stella con 8 raggi. (
Lacam attribuisce queste due monete a
Ravenna, in quanto ritiene che la prima emissione avvenne a
Ravenna, anziché a
Roma: in effetti, non è chiaro se, proveniendo da Costantinopoli, Antemio fosse sbarcato a
Ostia, oppure a
Ravenna).
A questo punto mi sovviene una curiosità che sino ad ora mi è rimasta insoddisfatta.
Nel V secolo, quasi sempre avviene che nella prima emissione realizzata dalle diverse zecche in
nome di un nuovo imperatore, il sovrano ci viene presentato di profilo; nelle emissioni successive, frontalmente. Questo succede anche
per Antemio, che ci appare prima di profilo (
Ric 2801), mentre in tutte le emissioni successive ci guarda dritti negli occhi.
Che questo sia casuale, non mi pare possibile. Dunque vi è una ragione significativa
per questa "prima volta" di profilo. Cosa ne pensate?
Antvwala
Nella figura: le due prime emissioni romane di Antemio, Ric 2801 e 2802. Mi scuso per la pessima qualità dell'immagine del Ric 2802, ma non ho trovato di meglio. Il rovescio di queste due monete, sembrerebbe frutto dello stesso conio di martello: si noti, ad esempio, come il gambo della B di BLICAE si sovrappone all'asta.