Classical Numismatics Discussion
  Welcome Guest. Please login or register. All Items Purchased From Forum Ancient Coins Are Guaranteed Authentic For Eternity!!! Explore Our Website And Find Joy In The History, Numismatics, Art, Mythology, And Geography Of Coins!!! Expert Authentication - Accurate Descriptions - Reasonable Prices - Coins From Under $10 To Museum Quality Rarities Welcome Guest. Please login or register. Internet challenged? We Are Happy To Take Your Order Over The Phone 252-646-1958 Explore Our Website And Find Joy In The History, Numismatics, Art, Mythology, And Geography Of Coins!!! Support Our Efforts To Serve The Classical Numismatics Community - Shop At Forum Ancient Coins

New & Reduced


Author Topic: La monetazione da Petronio Massimo a Romolo Augusto  (Read 46002 times)

0 Members and 1 Guest are viewing this topic.

Offline antvwala

  • Procurator Caesaris
  • Caesar
  • ****
  • Posts: 7199
La monetazione da Petronio Massimo a Romolo Augusto
« on: November 18, 2009, 03:26:14 pm »
Mi piacerebbe affrontare ora, con il vostro aiuto, un nuovo tema: la monetazione di Avito (455-456), tema ben conosciuto ad un forista  :) .
Perché Avito? Perché in un certo senso è stato l'ultimo imperatore di Roma. Dopo di lui, sono venute figure che hanno occupato il trono imperiale, ma senza dimostrare nessuna longimiranza e nessun senso della storia e del momento. Avito, invece, ebbe un grande disegno strategico nella sua mente: l'alleanza tra Visigoti, Galli e Romani per costituire uno stato gallo-romano esteso dalla penisola iberica alla Dalmazia. I giochi di potere di un Senato ottuso fecero fallire il suo disegno e dierono il colpo di grazia ad ogni possibilità di sopravvivenza dell'Impero d'Occidente.
E' un'epoca monetariamente molto interessante. Spesso si legge che ormai il denaro minuto era praticamente cessato in quanto ormai era grande la miseria e quasi inesistente il commercio: per questa ragione i bronzi alla fine dell'impero sarebbero così scarsi. Tuttavia è possibile immaginare una scena diversa, a mio vedere più reale: alla fine dell'impero, la monetazione di bronzo aveva perso la sua "mission" collaterale di "veicolo di diffusione della propaganda imperiale" e quindi ci si conformava con l'uso quotidiano della moentazione dei secoli precedenti, abbondantissima, ma le attività del commercio minuto non erano affatto venute a meno.
Se vi piace l'idea, possiamo avviare il tema, dunque.... e resto in attesa dei vostri contributi...

Antvwala

Offline pippo72

  • Caesar
  • ****
  • Posts: 1129
  • I love this forum!
Re: La monetazione di Avito
« Reply #1 on: November 19, 2009, 07:22:20 am »
Avito era stato un uomo di Aezio, come tale conosceva bene i Visigoti e tutti suoi interessi gravitarono intorno alla Gallia.
Da un punto di vista numismatico credo sia l'imperatore più difficile perchè bronzi non se ne trovano, i pochi che ho potuto vedere sono assolutamente discutibili, compreso uno degli esempi riportati dal ric. Gli unici fatti incoraggianti sono la notizia che egli stesso fece fondere statue bronzee per pagare i soldati (in metallo o in moneta?) e che Majorianus dopo di lui conia nummi in modo regolare. Dunque perchè segnare un periodo di discontinuità? Ho il sospetto che, agendo dalla Gallia dove di moneta spicciola non se ne vedeva più,  la sua attività si sia limitata alla produzione di moneta in metallo prezioso...

Offline antvwala

  • Procurator Caesaris
  • Caesar
  • ****
  • Posts: 7199
Re: La monetazione di Avito
« Reply #2 on: November 19, 2009, 07:28:48 am »
"Da un punto di vista numismatico credo sia l'imperatore più difficile perchè bronzi non se ne trovano, i pochi che ho potuto vedere sono assolutamente discutibili, compreso uno degli esempi riportati dal ric. "

E se così non fosse, dove sarebbe il divertimento?  ;D

Eppoi questo è un topic dove proprio tu darai un grosso contributo!
He-he-he, ti ho incastrato, caro Pippo  ;D  ;D  ;D

Offline antvwala

  • Procurator Caesaris
  • Caesar
  • ****
  • Posts: 7199
Re: La monetazione di Avito
« Reply #3 on: November 19, 2009, 12:53:46 pm »
Beh, cominciamo ad inquadrare la figura di Avito, imperatore per un solo anno.

Marco Mecilio Flavio Eparchio Avito nacque a Clermont verso il 395. Suo padre, Agricola, era un senatore di origine galla e nell’anno 421 ricoprì il consolato; sua madre era una nobildonna patrizia. Studiò legge e si avviò nella carriera politica.
Nel 425, quando era appena trentenne, Avito si recò presso la corte di Teodorico, re dei Visigoti, che tratteneva un suo parente come ostaggio. In quell’occasione, tra i sovrano ed Avito nacque una reciproca amicizia che poi si mantenne anche con il figlio di Teodorico, Teodorico II. Dopo aver condotto con successo la carriera  politica, ricoprendo incarichi amministrativi di importanza sempre maggiore, Avito venne avviato alla carriera militare dal grande generale Flavio Ezio,  seguendolo nelle campagne contro Iutungi, Norici e Burgundi (430-436). Infine, nel 437 fece ritorno nella nativa Gallia in qualità di magister militum, dove sconfisse una banda di Unni e, grazie alla sua amicizia con Teodorico, prima lo convinse a ritirarsi da Narbona che stava assediando, e quindi a stipulare un patto di alleanza con i romani (439). Divenuto prefetto della Gallia, nel 440 si ritirò inaspettatamente a vita privata nei suoi ricchi possedimenti di Clermont, pur mantenendosi in relazione di amicizia, sia con Teodorico che con il generale Ezio.
Questa doppia amicizia risultò fondamentale nel 451, quando Attila, re degli Unni, invase l’Impero d’Occidente: fu allora che Avito mediò tra Teodorico ed Ezio, ottenendo che il primo unisse le sue forze a quelle romane, le quali, sotto il comando congiunto di Ezio e di Teodorico, sconfissero gli Unni nella battaglia dei Campi Catalaunici, dove però il sovrano visigoto perse la vita. A questo gli successe il figlio Torismondo, che non condivideva la politica paterna di amicizia con i romani. Il secondogenito, anch’egli di nome Teodorico, amico di Avito e fautore del mantenimento dell’alleanza con Roma, nel 455 cospirò contro il fratello e lo fece uccidere, venendo così incoronato sovrano de Visigoti.
In quell’anno l’Impero d’Occidente era governato da Petronio Massimo, il quale confermò ad Avito il ruolo di magister militum della Gallia e lo inviò presso la corte di Teodorico II per rafforzare l’alleanza con i Visigoti. Mentre svolgeva la sua missione, giunse la notizia del sacco di Roma da parte dei Vandali, capitanati da Genserico, e della morte dell’imperatore Petronio Massimo. Visigoti e Galli insieme acclamarono Avito quale nuovo imperatore e questi, con un esercito gallico e goto, si diresse a Roma dove il 21 settembre del 455 il Senato gli conferì la dignità imperiale, grazie anche all’appoggio dell’esercito visigoto. Tuttavia, non è chiaro se il potere di Avito, ottenne il riconoscimento dell’imperatore d’Oriente, Marciano, essendo le fonti contraddittorie al proposito.
In ogni caso privo dell’appoggio militare dell’imperatore di Costantinopoli, Avito affrontò i Vandali e li sconfisse prima in Sicilia e poi in Corsica, senza tuttavia porre fine alla supremazia vandala nel Mediterraneo occidentale. Nel frattempo i Visigoti sconfiggevano i Suebi presso Tarragona e estendevano così il loro dominio sulla penisola iberica, sebbene formalmente lo facessero in nome di Roma.
Il Senato romano osteggiava Avito, nonostante i successi raggiunti, non comprendendo l’importanza strategica dell’alleanza con i Visigoti in una visione di grande respiro, e mal tollerando l’assegnazione di incarichi di importanza a funzionari galli. Nacque così una cospirazione per abbattere Avito, capitanata da Maggioriano, appoggiato dal Senato, e dal generale Ricimero. Avito, che aveva allontanato le proprie forze allo scopo di alleviare la domanda di vettovaglie nella capitale, si allontanò da Roma in direzione della Gallia, per riunirsi con le sue forze, ma a Piacenza venne sconfitto (17 ottobre 456). Maggioriano venne incoronato imperatore ed Avito, la cui vita venne risparmiata forse per evitare uno scontro con Teodorico II, venne consacrato vescovo di Piacenza.
Se a Roma Avito era inviso, in gran parte dell’Impero di Occidente, invece, era stimato e godeva sempre dell’amicizia de Visigoti. Ciò preoccupava il Senato e il neo acclamato Maggiorano, che nel 457 fece uccidere Avito, mentre tentava di rifugiarsi in Gallia.


Antvwala

Offline pippo72

  • Caesar
  • ****
  • Posts: 1129
  • I love this forum!
Re: La monetazione di Avito
« Reply #4 on: November 20, 2009, 03:28:29 pm »
a livello di monetazione servirebbero immagini immagini e immagini.... invece non si vede nulla di chiaro  :-\

Offline antvwala

  • Procurator Caesaris
  • Caesar
  • ****
  • Posts: 7199
Re: La monetazione di Avito
« Reply #5 on: November 20, 2009, 05:23:05 pm »
Adesso vorrei preparare un paragrafo sul tema dell'idea congiunta di Avito e Teodorico II di una progressiva unione tra le tre culture - romana, gallica, visigota - per dare origine a una società romana rinnovata. Ci sarebbero da fare anche molti parallelismi con la situazione attuale, ma poi qualcuno direbbe che divago troppo e che queste idee non sono coins  ;D .
Mi pare che appena Avito viene proclamato imperatore in Gallia, senza che fosse ancora arrivata l'accettazione del Senato romano, venne comunque coniato un aureo a Treviri.
Poi ho trovato contraddizione circa l'atteggiamento di Marciano, tra chi scrive che si era rifiutato di riconoscere Avito, e chi invece sostiene che lo riconobbe, pur senza aiutarlo.
La gatta non mi aiuta più: si è offesa perchè ha le gambe piuttosto corte ed è tondetta e le ho detto che assomiglia ad un ministro....

Offline pippo72

  • Caesar
  • ****
  • Posts: 1129
  • I love this forum!
Re: La monetazione di Avito
« Reply #6 on: November 21, 2009, 04:46:13 pm »
non so dove hai preso le notizie storiche che per questo periodo sono abbastanza caotiche  ma gli eventi del 455 e le azioni contro i vandali non vengono condotte con l'appoggio di ezio, morto e sepolto ma sono svolte dalla nuova eminenza grigia: flavio ricimero. Quest'utimo venne accolto come liberatore dell'Italia. Avito, eletto in un piccolo centro della Francia coniò solidi ad Arles e scese in Italia un paio di volte per imporre la sua carica... Marciano era troppo vecchio e lontano e non intervenne.
Purtroppo il senato romano (che deteneva lo ius eligendi) non ammise mai che uno come Avito, promotore degli interessi gallo-romani, salisse al trono. La nuova idea di romanità, di tipo confederativo, già avviata da Ezio,non prese piede perchè Teodorico II e i suoi visigoti badarono esclusivamente al proprio interesse mettendo fuori gioco i suebi in Spagna. 


Offline antvwala

  • Procurator Caesaris
  • Caesar
  • ****
  • Posts: 7199
Re: La monetazione di Avito
« Reply #7 on: November 23, 2009, 03:58:48 am »
Ciao Pippo.
Effettivamente trovo molte contraddizioni tra l diverse fonti che ho consultato. Quella alla quale dò più credito sono i tetsi di Michael Grant. Proprio per questo ho iniziato postando gli aspetti storici, per ottenere di inquadrare il contesto in cui si producono le emissioni di Avito. I Visigoti attuarono in tutto e per tutto come uno stato amico di Roma, ma del tutto indipendente. Ciò non toglie che vi fosse un progetto di fusione ed un reciproco interesse verso tale direzione. I visigoti non erano dei barbari selvaggi, ma una nazione che stava sviluppando una sua cultura articolata e innovativa. Erano attenti alle arti ed ammiravano la letteratura latina; la corte era colta ed aveva una notevole capacità organizzativa, anche copiando le istituzioni romane. E' assai signficativo che pochi anni più tardi, nel 475, vi sia l'emanazione del Codice Visigoto di Eurico, redatto con diretta assistenza dei giuristi romani. Questo codice fu più tardi affiancato dalla Lex Romana Visigothorum, che verrà emanata nel 506 da Alarico II. La legislazione visigota fu la più complessa tra le legislazioni barbare e postromane.
Avito, un romano-gallico che frequentò a lungo la corte visigota, probabilmente vide in essi la linfa che ormai mancava in una romanità decadente e che da una fusione avrebbe potuto nascere un impero rinnovato.
Teodosio I, per realismo, accettò e sfruttò la presenza barbara all'interno del limes, assimilandoli ove possibile, ma considerandoli sempre dei barbari da civilizzare e che culturalmente non avevano nulla da offrire. Avito, invece, aveva una visione (mi pare) assai più paritetica.
Che ne dite?

Antvwala

Offline gigi1961

  • Praetorian
  • **
  • Posts: 94
Re: La monetazione di Avito
« Reply #8 on: November 24, 2009, 09:52:40 am »
Ottima discussione ! Colgo l' occasione per allargarmi un pò..... Vorrei cioè conoscere la Vostra opinione se dopo Maggioriano e Libio Severo piccoli bronzi siano stati emessi o meno da Antemio , Glicerio , Giulio Nepote e Romolo Augusto , in quanto di tanto in tanto si vedono queste attribuzioni .

Offline antvwala

  • Procurator Caesaris
  • Caesar
  • ****
  • Posts: 7199
Re: La monetazione di Avito
« Reply #9 on: November 24, 2009, 11:02:29 am »
Bentornato al foro, Gigi!
Aspettiamo da Pippo e da altri che ne sanno più di me una risposta al tuo quesito. Comunque, a proposito delle "attribuzioni" ecco un Onorio presentato come Antemio!

[Broken links removed by Admin]

Antvwala

Offline pippo72

  • Caesar
  • ****
  • Posts: 1129
  • I love this forum!
Re: La monetazione di Avito
« Reply #10 on: November 24, 2009, 02:07:44 pm »
Antemio e Giulio Nepote hanno i rispettivi monogrammi nelle emissioni bronzee; sono monete che comunque non si vedono quasi mai. Glicerio e Romolo Augusto non mi risultano anche se di tanto in tanto si fanno tentativi di attribuzione. Insomma in Occidente c'è una fase in cui il circolante di bronzo tende a "spegnersi", del resto le popolazioni di gallia e spagna ebritannia sembrano preferire oro e argento, resta qualche emissione a carattere locale...

Offline antvwala

  • Procurator Caesaris
  • Caesar
  • ****
  • Posts: 7199
Re: La monetazione di Avito
« Reply #11 on: November 24, 2009, 02:33:59 pm »
Nella collezione che ebbi, ci stava una Salvs Reipvblicae AE3 con al dritto in busto a destra e la legenda DNAVITVSVS.. (sic!): una moneta che per Avito non dovrebbe esistere. Purtroppo era nella collezione che fu, e manco mi resta un'immagine... :'(
L'altra moneta interessante pertinente al tema era un AE4 con al verso una croce in ghirlanda di perline ed al dritto il solito busto a destra ed una legenda costituita da 10 lettere, non di più, di cui era leggibile solamente  :stripes:  :stripes:  :stripes:  EPO  :stripes:  :stripes:  :stripes:  :stripes: che avevo ipotizzato essere Giulio Nepote. Ma anche per questa monetina vale quanto sopra....  :'(

Offline gigi1961

  • Praetorian
  • **
  • Posts: 94
Re: La monetazione di Avito
« Reply #12 on: November 25, 2009, 07:25:38 am »
Caro Pippo , facilmente si riconoscono i monogrammi di Libio Severo e Marciano . Non so nulla su quelli di Antemio e Giulio Nepote ? Mi rendi edotto ? Grazie !

Offline antvwala

  • Procurator Caesaris
  • Caesar
  • ****
  • Posts: 7199
Re: La monetazione di Avito
« Reply #13 on: November 25, 2009, 11:16:24 am »
Per Giulio Nepote ci stà un nummetto di Milano con il monogramma:

Offline antvwala

  • Procurator Caesaris
  • Caesar
  • ****
  • Posts: 7199
Re: La monetazione di Avito
« Reply #14 on: November 25, 2009, 11:21:43 am »
Per Antemio ci stà un nummetto simile, ma di Trastevere. Entrambe le immagini sono del bel catalogo di Salgado.

Offline pippo72

  • Caesar
  • ****
  • Posts: 1129
  • I love this forum!
Re: La monetazione di Avito
« Reply #15 on: November 25, 2009, 01:48:57 pm »
Avevo un 2-3 immagini per giulio nepote e antemio ma disgraziatamente il disco rigido è saltato e ho perso le informazioni. Su Tesorillo c'è una foto di monogramma di antemio.
Per quanto riguarda i disegni dei monogrammi, in rete ne trovi molti e anche sul Ric

Offline antvwala

  • Procurator Caesaris
  • Caesar
  • ****
  • Posts: 7199
Re: La monetazione di Avito
« Reply #16 on: November 26, 2009, 12:35:38 pm »
Tornando ad Avito:

Lo straordinario interesse che riveste la storia romana del IV e V secolo, risiede nell’attualità dei problemi che si trova a dover affrontare.
Sin dalla fine del III secolo, una terribile siccità colpì l’Asia Centrale e l’Europa Orientale: dalla Grande Muraglia sino alla Vistola, o forse anche all’Oder. Pressate dalla fame, popolazioni intere iniziarono a migrare verso ovest e l’impero romano, con la sua ricchezza (più immaginaria che reale), si era convertito nel grande mito e nella meta sognata di milioni di “barbari”. Le popolazioni asiatiche pressavano quelle germaniche, che pertanto furono le prime che, a loro volta, si affacciarono al limes. L’impero Romano, e soprattutto la sua parte occidentale, era uscito dalla terribile epoca dell’anarchia militare del III secolo assai impoverito: demograficamente era stato più che decimato dalle ripetute epidemie di peste e dalle sanguinose guerre civili. I campi erano incolti, il commercio languiva, le disparità sociali crescevano, il malcontento dilagava. Con l’estensione della cittadinanza romana, venne a meno un sistema produttivo fondato sulla divisione tra cittadini e non cittadini.
Con l’avvento del cristianesimo, infine, ebbe anche inizio un cambiamento radicale del pensiero.
Siamo dunque di fronte ad un cambiamento epocale: cambia il sistema produttivo, cambia il sistema economica, cambia il pensiero. E’ evidente l’analogia con il momento attuale.
I barbari, in quella situazione, sono una grande risorsa potenziale. Essi possono coprire i posti di lavoro, soprattutto nei campi e nei mestieri più umili e faticosi, rimasti vacanti. Possono ridare impulso all’economia. I governanti lo comprendono, ma le grandi masse popolari no. Il barbaro – alto e biondo – spaventa. Parla un’altra lingua, ha altre abitudini che ai romani paiono estremamente rozze, veste con altre fogge. Il pregiudizio lo trasforma ben presto in un nemico.
L’incapacità di gestire la pressione migratoria ed il rapporto con i popoli barbari, portò alla disfatta di Adrianopoli. Teodosio I lo comprese e, contro l’opinione pubblica, favorì l’insediamento dei barbari nell’impero: non solo come umile forza lavoro, ma dando loro ampi spazi nell’esercito e talvolta anche nell’amministrazione pubblica. La ribellione di Magno Massimo incarnò il rifiuto del pragmatismo teodosiano, ma i fatti diedero ragione a Teodosio.
Anche qui, abbandonano i parallelismi con il tempo attuale.
I suoi figli, entrambi prestanomi di generali germanici, non furono all’altezza del padre e non seppero portare avanti una politica altrettanto pragmatica che portasse all’integrazione tra barbari e romani, sicché i primi restarono all’interno dell’impero, ma come un elemento estraneo all’impero stesso, in quanto emarginato e respinto dalla popolazione.
Avito ebbe la visione di andare oltre il pensiero di Teodosio. Egli non ragionava più in termini di tolleranza, ma di reciprocità: vedeva nei Visigoti quei valori che ormai i Romani avevano perduto, pur cosciente che, tuttavia, ai Romani rimaneva ancora molto da dare. Forse anche Teodorico ragionava nello stesso modo e, è cosa appurata, alla sua corte si circondò di uomini di cultura romani: storici, poeti, letterari, giuristi. Maturò nei due amici un sogno: fondere Romani e Visigoti e dar vita ad un popolo nuovo. Ma non furono compresi. Il Senato romano osteggiò sin dal primo momento la politica di Avito e dopo poco più di un anno ordì un complotto per sbarazzarsi dell’imperatore. I figli di Teodorico, dal canto loro, non vedevano motiva per dialogare con un impero in franca decadenza e furono assai più propensi ad estendere il Regno Visigoto.
E così un grande sogno morì.
E l’imperatore d’Oriente? La corte di Costantinopoli era ormai indifferente alle sorti dell’Italia. L’Oriente era rimasto assai più ricco e popolato dell’Occidente: tuttavia non aveva la forza per opporsi costantemente e con successo alle armate barbariche, né aveva la comprensione della partita in gioco. Spesso, piuttosto, essi stessi spinsero le orde dei cavalieri barbari verso il limes occidentale. Ormai l’impero d’Oriente non era più romano, e non solo perché l’idioma della corte era il greco, ma poiché si era già trasformato nell’impero bizantino.

Antvwala

Offline antvwala

  • Procurator Caesaris
  • Caesar
  • ****
  • Posts: 7199
Re: La monetazione di Avito
« Reply #17 on: November 27, 2009, 12:03:05 pm »
Stamane pervenne in quel di Mons Vici un messaggero da Roma, latore di du rotolini a me indirizzati.

Il primo, vergato su di un papiro con l'intestazione Senatvs Popvlvsqve Romanorvm, recava la firma del Senatore Maximvs Biliosvs Postvms e, in un latino piuttosto aulico e vanesio, contesta con dure espressioni le mie note, caratterizzate a suo dire da "anti-italianità" e da chiara "partigianeria pro visigota", concludendo infine che l'intero mio topic è fuori tema in un foro numismatico: "totvm topicvm tvvm extra rem propositam est de qva dispvtent in nvmmorvm foro".
A parte che le stesse cose potevano essere dette in modo più garbato, pur tuttavia è vero che sino ad ora non ho proposto ai pazienti lettori neppure un modesto nummo di Avito, o una qualche imitativa di Teodorico. Ciò non di meno considero opportuno prima inquadrare, meglio se con una pluralità di opinioni, il particolare momento storico, assai complesso: fuori del suo contesto, infatti, anche il più splendido aureo perde ogni interesse culturale. Comunque rassicuro il preclaro senatore Maximvs Biliosvs Postvmvs che prossimamente proporrò monete dell'uno e dell'altro personaggio.

L'altro rotolino era un papiro scritto di proprio pugno dallo sfortunato Ivlivs Valerivs Maiorianvs, che poi verrà proditoriamente fatto uccidere da Ricimero. Nella sua missiva, in un latino fluente e conciso, proprio di un magister militvm, ma non scevro di eleganza, il nobile Maiorianvs mi rimprovera, con garbo, di essere stato ingiusto accusando il Senato Romano di cecità. Ivlivs Valerivs mi rammenta che visigota fu la cavalleria che ad Adrianopolis nel 378 sbaragliò le legioni romane uccidendo lo stesso imperatore Valente che le comandava, visigote furono le truppe che al comando di Alarico nel 410 saccheggiarono Roma. "Qvomodo igitvr licet - conclude Maiorianvs - Romanorvm Senatvs cum barbaribvs illis pactare possit?".

Onestà intellettuale mi impone di far mie le giuste osservazioni di Maggioriano. Effettivamente, è facile con i nostri occhi moderni scrivere che Avito aveva intuito la giusta strada per rinnovare l'impero romano. Pur tuttavia, Avito ragionava più come un gallo-romano, vissuto a lungo alla corte di Teodorico e mai nella Capvt Mvndi. Dunque il suo pensiero ed il suo progetto strategico non  potevano che essere respinti con indignazione dal Senato romano e da tutta l'opinione pubblica della Capitale, ancora sconvolta dal recentissimo sacco delle orde di Attila!

Antvwala

antvwala2000

  • Guest
Re: La monetazione di Avito
« Reply #18 on: November 27, 2009, 12:24:53 pm »
Mi interesa la discusione perché noi spagnoli discendiamo pure dai visigoti.
Cuando il re Alarico conquista Roma, comunque rispetta la Città e la considera sacra. Il re Alarico proibisce ai suoi soldati di uccidere la popolazione, protege in prima persona al papa Inocenzo I, non permette il sacheggio delle chiese. Non furono i Visogoti a fare uccisioni, ma furono gli schiavi liberati che odiavano i romani che li avevano fatti schiavi.
I Visigoti non erano barbari, ma erano civili come i romani, anche se avevano un altra cultura.


Offline antvwala

  • Procurator Caesaris
  • Caesar
  • ****
  • Posts: 7199
Re: La monetazione di Avito
« Reply #19 on: November 27, 2009, 12:33:13 pm »

Mi interesa la discusione perché noi spagnoli discendiamo pure dai visigoti.
Cuando il re Alarico conquista Roma, comunque rispetta la Città e la considera sacra. Il re Alarico proibisce ai suoi soldati di uccidere la popolazione, protege in prima persona al papa Inocenzo I, non permette il sacheggio delle chiese. Non furono i Visogoti a fare uccisioni, ma furono gli schiavi liberati che odiavano i romani che li avevano fatti schiavi.
I Visigoti non erano barbari, ma erano civili come i romani, anche se avevano un altra cultura.


Sic est!

Offline antvwala

  • Procurator Caesaris
  • Caesar
  • ****
  • Posts: 7199
Re: La monetazione di Avito
« Reply #20 on: November 28, 2009, 11:43:19 am »
Per completare l'introduzione storica, in attesa dei vostri contributi (ma arrivano o no???) aggiungo un quadro cronologico del periodo 450-476 dC che mi sembra riesca a porre bene in evidenza il casino totale in cui era ridotto il cosiddetto Impero d'Occidente dopo l'uccisione di Valentiniano III, l'ultimo reale imperatore dell'Occidente.
Al casino romano, si contrappone una notevole continuità di governo a Costantinopoli, ma anche alla corte visigota ed ancor più presso quella vandala.

Antvwala

Offline pippo72

  • Caesar
  • ****
  • Posts: 1129
  • I love this forum!
Re: La monetazione di Avito
« Reply #21 on: November 28, 2009, 02:56:37 pm »
Trovare un repertorio d'immagini per questo difficile periodo è assai complicato! Parlo delle emissioni bronzee occidentali; a parte qualche monogramma di ricimero e le vittorie del buon maioriano non si trova altro ...

Offline antvwala

  • Procurator Caesaris
  • Caesar
  • ****
  • Posts: 7199
Re: La monetazione di Avito
« Reply #22 on: November 28, 2009, 03:03:17 pm »
Tutto sta nel contentarsi.. in mancanza di bronzo ripiegheremo sull'argento e sull'oro...
Potrebbero esserci dei bronzetti visigoti imitativi: la difficoltà è tra tanti imitativi capire quali possono essere i loro!

Offline pippo72

  • Caesar
  • ****
  • Posts: 1129
  • I love this forum!
Re: La monetazione di Avito
« Reply #23 on: November 29, 2009, 12:00:05 pm »
I visigoti per molti versi si inserirono nelle strutture giuridiche, economiche e politiche romane ma, un atavico sentimento anti-romano, a mio avviso li caratterizzò sempre... Erano mercenari o guerrieri di professione, spesso tentando di estorcere più denaro possibile allo stato romano.
Per affermare il controllo del territorio (Aquitania) ai tempi di Avito, cercarono di attirare a sè i grandi latifondisti, mettendo in moto un forte meccanismo centrifugo.
Teodorico II, educato alla cultura dei romani, coniò moneta, principalmente oro, imitando i solidi imperiali e riconoscendo l'autorità di Valentiniano III. Purtroppo mancano segni distintivi goti al di là dello stile...Il bronzo non sembra proprio interessare questa popolazione, comprese le imitazioni che, stando alle mie notizie, scarseggiano...

Offline antvwala

  • Procurator Caesaris
  • Caesar
  • ****
  • Posts: 7199
Re: La monetazione di Avito
« Reply #24 on: November 29, 2009, 12:17:54 pm »
Effettivamente i solidi imitativi dei visigoti hanno un disegno molto caratteristico: probabilmente in quel periodo avevano non più di due scalptores, o forse uno solo, per cui il ritratto è sempre molto specifico.

 

All coins are guaranteed for eternity