Beh, cominciamo ad inquadrare la figura di Avito, imperatore
per un solo anno.
Marco Mecilio Flavio Eparchio Avito nacque a Clermont verso il 395. Suo padre, Agricola, era un senatore di origine galla e nell’anno 421 ricoprì il consolato; sua madre era una nobildonna patrizia. Studiò legge e si avviò nella carriera politica.
Nel 425, quando era appena trentenne, Avito si
recò presso la corte di Teodorico, re dei Visigoti, che tratteneva un suo parente come ostaggio. In quell’occasione,
tra i sovrano ed Avito nacque una reciproca amicizia che poi si mantenne anche con il figlio di Teodorico, Teodorico II. Dopo aver condotto con successo la carriera politica, ricoprendo incarichi amministrativi di importanza sempre maggiore, Avito venne avviato alla carriera militare dal grande generale Flavio Ezio, seguendolo nelle campagne contro Iutungi, Norici e Burgundi (430-436). Infine, nel 437 fece ritorno nella nativa
Gallia in qualità di magister militum,
dove sconfisse una banda di Unni e, grazie alla sua amicizia con Teodorico, prima lo convinse a ritirarsi da Narbona che stava assediando, e quindi a stipulare un patto di alleanza con i romani (439). Divenuto prefetto della
Gallia, nel 440 si ritirò inaspettatamente a
vita privata nei suoi ricchi possedimenti di Clermont, pur mantenendosi in relazione di amicizia, sia con Teodorico che con il generale Ezio.
Questa doppia amicizia risultò fondamentale nel 451, quando
Attila, re degli Unni, invase l’Impero d’Occidente: fu allora che Avito mediò
tra Teodorico ed Ezio, ottenendo che il primo unisse le sue forze a quelle romane, le quali, sotto il comando congiunto di Ezio e di Teodorico, sconfissero gli Unni nella battaglia dei Campi Catalaunici,
dove però il sovrano visigoto perse la
vita. A questo gli successe il figlio Torismondo, che non condivideva la politica paterna di amicizia con i romani. Il secondogenito, anch’egli di
nome Teodorico, amico di Avito e fautore del mantenimento dell’alleanza con
Roma, nel 455 cospirò contro il fratello e lo fece uccidere, venendo
così incoronato sovrano de Visigoti.
In quell’anno l’Impero d’Occidente era governato da Petronio Massimo, il quale confermò ad Avito il ruolo di magister militum della
Gallia e lo inviò presso la corte di Teodorico II
per rafforzare l’alleanza con i Visigoti. Mentre svolgeva la sua missione, giunse la notizia del sacco di
Roma da parte dei Vandali, capitanati da Genserico, e della morte dell’imperatore Petronio Massimo. Visigoti e Galli insieme acclamarono Avito quale nuovo imperatore e questi, con un esercito gallico e goto, si diresse a
Roma dove il 21 settembre del 455 il Senato gli conferì la dignità imperiale, grazie anche all’appoggio dell’esercito visigoto. Tuttavia, non è chiaro se il potere di Avito, ottenne il riconoscimento dell’imperatore d’Oriente, Marciano, essendo le fonti contraddittorie al proposito.
In ogni caso privo dell’appoggio militare dell’imperatore di Costantinopoli, Avito affrontò i Vandali e li sconfisse prima in
Sicilia e poi in Corsica, senza tuttavia porre
fine alla supremazia vandala nel Mediterraneo occidentale. Nel frattempo i Visigoti sconfiggevano i Suebi presso Tarragona e estendevano
così il loro dominio
sulla penisola iberica, sebbene formalmente lo facessero in
nome di
Roma.
Il Senato romano osteggiava Avito, nonostante i successi raggiunti, non comprendendo l’importanza strategica dell’alleanza con i Visigoti in una visione di grande respiro, e mal tollerando l’assegnazione di incarichi di importanza a funzionari galli. Nacque
così una cospirazione
per abbattere Avito, capitanata da Maggioriano, appoggiato dal Senato, e dal generale Ricimero. Avito, che aveva allontanato le proprie forze allo scopo di alleviare la domanda di vettovaglie nella capitale, si allontanò da
Roma in direzione della
Gallia,
per riunirsi con le sue forze, ma a Piacenza venne sconfitto (17 ottobre 456). Maggioriano venne incoronato imperatore ed Avito, la cui
vita venne risparmiata forse
per evitare uno scontro con Teodorico II, venne consacrato vescovo di Piacenza.
Se a
Roma Avito era inviso, in gran parte dell’Impero di Occidente, invece, era stimato e godeva sempre dell’amicizia de Visigoti. Ciò preoccupava il Senato e il neo acclamato Maggiorano, che nel 457 fece uccidere Avito, mentre tentava di rifugiarsi in
Gallia.
Antvwala